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PSG turnaround GFXGetty/GOAL

Le mosse di Luis Enrique per realizzare il sogno Champions del PSG: dalla partenza di Mbappé alla nuova versione di Dembélé

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Il posto sulla panchina del Paris Saint-Germain è stato a lungo considerato un calice avvelenato. Il denaro non è un problema per i proprietari qatarioti del club, il che è ovviamente uno scenario ideale per qualsiasi allenatore, ma un sostegno finanziario illimitato significa che la pazienza è sempre merce rara.

Carlo Ancelotti, Laurent Blanc, Unai Emery, Thomas Tuchel, Mauricio Pochettino e Christophe Galtier hanno tutti vinto trofei durante i loro rispettivi mandati al Parc des Princes, ma non quello che il PSG desiderava più di ogni altro: la Champions League.

Sabato a Monaco, però, Luis Enrique ha una grande occasione per riuscire dove tutti i suoi illustri predecessori hanno fallito. Come ci è arrivato lo spagnolo? Cosa ha fatto Luis Enrique per mettere il PSG in una posizione ottimale per realizzare finalmente il sogno della Coppa dei Campioni?

  • TOPSHOT-FBL-FRA-LIGUE1-PSG-MONACOAFP

    SOSTEGNO INCONDIZIONATO

    Il PSG ha conquistato la Ligue 1 con tre giornate di anticipo sulla stagione 2023-24, ma non è stato un risultato degno di nota. Luis Enrique era dato da tutti come favorito per portare il PSG al decimo titolo in dodici stagioni. Ciò che non era stato previsto era l'eliminazione del PSG dalla semifinale di Champions League per mano del Borussia Dortmund.

    Il BVB è stato un avversario degno, essendo emerso dal "girone di ferro" della competizione prima di raggiungere le semifinali con una splendida vittoria sull'Atletico Madrid. Tuttavia, il PSG era il grande favorito contro una squadra in difficoltà in Bundesliga, soprattutto dopo un investimento di oltre 430 milioni di euro (360 milioni di sterline/480 milioni di dollari) durante le finestre di mercato estiva e invernale.

    Di conseguenza, l'allenatore è stato sottoposto a un'attenzione mediatica enorme dopo le due sconfitte consecutive per 1-0 contro il Dortmund. Fortunatamente per Luis Enrique, il presidente del club Nasser Al-Khelaifi gli ha dato il suo sostegno: "Non riesco a credere a quello che viene scritto e lo trovo persino ridicolo", ha dichiarato il qatariota a L'Equipe. "Ma non lasceremo che questo influenzi il nostro calcio. Abbiamo una strategia a breve, medio e lungo termine e ho piena fiducia nell'allenatore, nei giocatori e in tutta la nostra squadra".

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  • Real Madrid Unveils New Signing Kylian MbappeGetty Images Sport

    LA CESSIONE IN RITARDO

    Non si può negare che il trasferimento di Kylian Mbappé al Real Madrid sia stato un duro colpo per il PSG, sia come squadra che come azienda. Ha perso il suo miglior marcatore di tutti i tempi e il giocatore più commerciabile, senza ottenere nulla in cambio. Tuttavia, c'era sempre il sospetto che alla fine potesse rivelarsi una benedizione, semplicemente perché Mbappé era diventato troppo presuntuoso, e probabilmente troppo grande per il club.

    Il continuo corteggiamento del Real Madrid era diventato una fonte di distrazione (e di irritazione per Luis Enrique, che odia avere a che fare con la stampa anche nei momenti migliori), mentre il comportamento da primadonna dell'attaccante non aiutava certo a creare uno spirito di squadra. La sensazione era che Mbappé dovesse sempre essere assecondato, il che significava che poteva fare quello che voleva, dentro e fuori dal campo.

    L'addio dell'ultimo residuo dell'era "bling-bling" ha quindi permesso a Luis Enrique di costruire una squadra molto più unita e laboriosa, con l'aiuto del direttore sportivo del PSG Luis Campos, che ha indubbiamente beneficiato dell'eliminazione dell'ingente stipendio di Mbappé dal monte ingaggi, poiché gli ha permesso di investire più denaro in un nuovo progetto basato su giocatori promettenti piuttosto che su stelle affermate.

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  • FBL-FRA-LIGUE1-PSG-MONTPELLIERAFP

    CAMPAGNA ACQUISTI DI SUCCESSO

    Il calciomercato estivo del PSG nel 2023 è stato tutt'altro che perfetto e Bradley Barcola è stato probabilmente l'unico nuovo acquisto a giustificare il suo prezzo durante la sua prima stagione nel club. La scorsa estate, però, il PSG ha fatto meno acquisti, ma con risultati migliori.

    Mentre altri membri dell'élite europea riflettevano se Joao Neves valesse davvero 70 milioni di euro (58 milioni di sterline/79 milioni di dollari), il PSG ha deciso di puntare su di lui e ora sta raccogliendo i frutti, con il ventenne che sembra un talento generazionale.

    Anche l'ex difensore centrale dell'Eintracht Francoforte Willian Pacho si è rivelato un vero affare a 40 milioni di euro (34 milioni di sterline/45 milioni di dollari), l'incredibilmente entusiasmante Desire Doue ha già giustificato il suo prezzo di 50 milioni di euro (42 milioni di sterline/57 milioni di dollari), mentre l'acquisto di Khvicha Kvaratskhelia a metà stagione si è rivelato un colpo da maestro, con l'aggiunta di un altro dribblatore devastante che rende il PSG ancora più temibile.

    "Ovviamente avremmo voluto tenere Kylian", ha ammesso Luis Enrique, "perché piaceva a tutti. Ma la squadra sta reagendo in modo molto positivo, a un livello spettacolare. Sono stato molto coraggioso la scorsa stagione quando vi ho detto che avremmo avuto una squadra migliore in attacco e in difesa, ma i numeri lo dimostrano. I giocatori l'hanno presa come una sfida".

    E l'hanno superata a pieni voti, con il PSG che gioca non solo con una compattezza mai vista prima, ma anche con una potenza maggiore (147 goal segnati in questa stagione contro i 120 dell'ultimo anno di Mbappé, Lionel Messi e Neymar!).

  • FBL-FRA-LIGUE1-PSG-RENNESAFP

    LE REGOLE

    Vale la pena ricordare, tuttavia, che il PSG non sembrava esattamente al top all'inizio della stagione, almeno non in Europa. Dopo aver superato di misura il Girona nella partita d'esordio in Champions League grazie a un autogol all'ultimo minuto del portiere Paulo Gazzaniga, il PSG ha subito una sconfitta per 2-0 contro l'Arsenal il 1° ottobre.

    Il risultato in sé non era particolarmente dannoso, grazie al nuovo formato, ma la natura della prestazione era molto sconcertante e Luis Enrique non ha nascosto la sua insoddisfazione nei confronti dei giocatori nella conferenza stampa post-partita.

    "Siamo stati lontani dagli standard necessari in questo tipo di partita", ha sbottato. "L'Arsenal è stato migliore in termini di pressione e intensità. È impossibile giocare per ottenere un risultato positivo quando non si vince nessuno dei duelli in campo. E noi non ne abbiamo vinto nessuno".

    Luis Enrique aveva già mostrato il suo lato duro prima della partita, escludendo Ousmane Dembele dalla rosa per non aver "rispettato le aspettative della squadra". È stata una situazione molto negativa, ma ha mandato un messaggio positivo al resto della squadra: sotto la sua guida, nessun giocatore, per quanto prezioso, riceverà un trattamento di favore.

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  • dembeleGetty

    RISOLTO IL REBUS DEMBELE

    Lo shock di essere stato escluso da una partita di Champions League ha anche giocato un ruolo fondamentale nel far finalmente mettere la testa a posto a Dembele, perché dopo anni di risultati deludenti dovuti alla sua totale mancanza di disciplina, Luis Enrique è finalmente riuscito a fargli capire l'importanza del lavoro di squadra.

    "Qui tutti attaccano e difendono. Se non difendi come attaccante, non giochi", ha detto Dembele ai giornalisti. " L'allenatore ci dice di credere fino alla fine, e questo ha plasmato chi siamo. Dal giocatore più giovane al più anziano, nessuno si arrende fino al fischio finale".

    Tuttavia, anche un cambio di posizione ha trasformato il catastrofico flop del Barça in quello che è probabilmente l'attaccante più pericoloso del calcio mondiale nel 2025. Il calciatore francese era sempre stato schierato sull'ala grazie alla sua rapidità e alla sua velocità fulminea, ma Luis Enrique ha deciso di spostare Dembele in una posizione più centrale, una mossa che l'allenatore del Montpellier Jean-Louis Gasset ha definito "l'idea del secolo".

    È stata sicuramente una mossa geniale. Dall'inizio dell'anno, nessun giocatore dei cinque campionati europei più importanti è stato coinvolto in più goal (31) di Dembele, che sta giocando con il sorriso sulle labbra per la prima volta dopo molti, molti anni.

    "Non so se sia la squadra migliore in cui abbia mai giocato, perché ne ho viste di fantastiche come il Barcellona, con Messi, che per me è il più grande di tutti i tempi", ha dichiarato Dembele. " Ma sì, questa è quella che mi piace di più".

  • FBL-FRA-LIGUE1-PSG-AUXERREAFP

    'GENIO' TATTICO

    Dembele non è l'unico giocatore che ama la guida di Luis Enrique. Achraf Hakimi afferma di aver raggiunto "un livello di gioco che non avrei mai immaginato" e di essere "diventato un giocatore più completo" lavorando con un "genio" con un occhio meticoloso per i dettagli. "Ha costruito una grande squadra in poco più di un anno", ha recentemente dichiarato il rampante terzino destro del PSG parlando del suo allenatore.

    Neves, dal canto suo, afferma di non aver mai visto una "visione del calcio" così semplice ma efficace, basata sulla libertà di posizione e sulla fluidità tattica che, secondo il suo compagno di centrocampo Vitinha, rende il PSG impossibile da prevedere e quindi da contenere.

    "La squadra ha iniziato la stagione con principi già ben assimilati e l'allenatore ha cercato di incorporare ancora più mobilità", ha rivelato il portoghese. "Oggi un numero 6 può essere un 8, un 8 può essere un 10, un 10 può essere un 6 e con gli attaccanti non si sa mai se sono a sinistra, a destra o al centro. L'allenatore ha cercato di mettere in atto questo sistema e penso che sia stata la chiave. È molto difficile per gli avversari, sia che pressino uno contro uno, sia che non pressino e scelgano di stare in un blocco basso".

    Ma più di ogni altra cosa, secondo il veterano difensore Marquinhos, è lo spirito di gruppo creato da Luis Enrique a distinguerlo da tutti gli allenatori che lo hanno preceduto.

    "È molto esigente ma molto chiaro con i giocatori e dà sempre qualcosa in più", ha detto il capitano del PSG. "Durante le partite sa sempre come guidare la squadra con la sua personalità e tutta l'esperienza che ha acquisito nel corso degli anni. Penso che sia questo che lo rende un grande allenatore".

    E potrebbe anche essere ciò che alla fine lo aiuterà a raggiungere qualcosa di speciale. Inter permettendo.

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