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Lautaro Martinez Salernitana-InterGetty

Si può e deve gestire, ma non esiste per ora un'Inter senza Lautaro Martinez

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Al momento della decisione di Simone Inzaghi di farlo entrare in campo si era già capito come sarebbe andata a finire Salernitana-Inter: lo hanno pensato tutti, inutile negarlo. Forse per quella strana sensazione che porta ad associare, per un effetto mentale, Lautaro Martinez al goal contro i granata (una sorta di "ricordo" finito ciclicamente in una parte di mente), forse perché a lui si è praticamente aggrappata la formazione nerazzurra da inizio stagione.

O, più semplicemente, perché con un avvio del genere è sempre facile aspettarsi un guizzo risolutivo da parte del "Toro": che arriva, puntuale, ma più forte di quanto ci si aspettava. Con quattro reti che gli permettono di entrare nella storia dell'Inter e della Serie A.

  • UNA GESTIONE GIUSTAMENTE RAZIONALE

    Ma non è mica matto, Simone Inzaghi, a lasciare Lauatro Martinez in panchina: è una questione di gestione e rotazioni, in base ai tanti impegni.

    L'argentino, fino alla vigilia della gara contro la Salernitana, aveva giocato tutte le sette gare stagionali (tra Serie A e Champions League) dell'Inter dal primo minuto: andava fatto riposare, poche storie, anche perché in settimana a San Siro arriva il Benfica e la necessità di portare a casa i tre punti è forte.

    Come forte, del resto, è il bisogno che al momento ha la formazione nerazzurra di contare sul proprio capitano: è una questione fisiologica, d'altronde. Siamo a inizio stagione e in quel periodo in cui costruire le certezze è fondamentale.

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  • UN "TORO SCATENATO"... E IN DOPPIA CIFRA

    A fine settembre, inizio ottobre, quindi, l'Inter può già contare su un giocatore in doppia cifra tra tutte le competizioni: ne ha segnati nove, di goal, in Serie A (capocannoniere), in sette partite, mentre in Champions League ha siglato quello, importantissimo, contro la Real Sociedad che ha evitato la sconfitta all'Anoeta.

    Un "Toro scatenato", verrebbe da dire e da titolare, e i quattro sigilli sono l'ennesima conferma. "Nei primi due anni ha fatto sempre benissimo, ha sempre giocato tanto: è diventato il capitano e si sente il leader", ha spiegato Simone Inzaghi. E' questo, il punto.

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  • 4 GOAL DA SUBENTRATO: LAUTARO NELLA STORIA

    C'è che i quattro goal siglati all'Arechi non hanno solo risolto la "pratica Salernitana", per l'Inter: no, hanno qualcosina in più. Sono storici.

    Da quanto in Serie A ci sono i tre punti, nessun giocatore aveva mai siglato quattro reti da subentrato: Lautaro Martinez ci è riuscito.

    In poco più di trentacinque minuti, tra l'altro: è entrato al cinquantacinquestimo, inserito da Simone Inzaghi per cambiare la partita. E, alla fine, si è portato il pallone a casa.

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  • UN LAUTARO MARTINEZ PIU' MATURO E IMPRESCINDIBILE

    Nelle parole di Simone Inzaghi c'è tanta verità: la fascia da capitano ha cambiato Lautaro Martinez. Lo ha fatto perché lo ha responsabilizzato, lo ha fatto sentire leader più di quanto già lo fosse.

    E, forte di questa consapevolezza, sta trascinando l'Inter: è facile, adesso, parlare di proiezione delle reti, dei record di Ciro Immobile e Gonzalo Higuain, ma è troppo presto. Dieci goal stagionali, totali, tra Serie A e Champions League, sono già un bel bottino: si può e si deve gestire. Su questo non ci sono dubbi, ma può esistere per ora un'Inter senza Lautaro Martinez?

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