Pubblicità
Pubblicità
Questa pagina contiene link di affiliazione. Quando acquisti tramite i link forniti, potremmo guadagnare una commissione.
Locatelli Napoli JuventusGetty Images

La solita Juventus, i cambi in panchina non bastano: contro il Napoli l'ennesimo esame fallito da un gruppo troppo fragile

Pubblicità

Per ritrovare l'ultima vittoria della Juventus a Napoli bisogna tornare indietro di quasi sette anni ecco perché la sconfitta bianconera di domenica sera non può rappresentare certo una sorpresa, anzi.

Di certo però era lecito aspettarsi qualcosa di più, considerata anche la totale emergenza in cui arrivava alla sfida la squadra di Antonio Conte a cui è bastato fare il minimo indispensabile per mandare al tappeto gli avversari.

Sul banco degli imputati è subito finito Luciano Spalletti le cui scelte iniziali sono state sicuramente discutibili così come quella di sostituire il migliore giocatore in campo, ovvero Kenan Yildiz, con il solito impalpabile Openda.

Il problema di questa Juventus però, ormai è chiaro, non sta seduto in panchina. Se da Thiago Motta a Spalletti, passando per la parentesi Tudor, è fin qui cambiato pochissimo forse bisogna rivolgere lo sguardo altrove.

  • UN APPROCCIO MOLLE

    L'approccio alla partita della Juventus è stato ancora una volta morbido, per non dire impaurito.

    I bianconeri hanno rischiato di capitolare subito e dopo appena sette minuti sono già andati sotto proprio nel modo più prevedibile: sgasata di Neres sulla destra e taglio di Hojlund. 

    Certo, le responsabilità dell'asse Koopmeiners-Cabal sono evidenti. Ma le colpe per un primo tempo così passivo non possono certo ricadere sui singoli. E neppure sull'allenatore.

    Le indicazioni di Spalletti erano molto diverse, come spiegato chiaramente dal tecnico a DAZN: "Si prova a fare una cosa per avere una conoscenza maggiore: Conceiçao e Yildiz sanno palleggiare, Locatelli si è abbassato un po' troppo e non ha mantenuto la posizione a metà campo, dove siamo rimasti sempre impantanati senza riuscire a sfruttare la superiorità numerica. Nel secondo tempo meglio, siamo andati uomo contro uomo. Abbiamo scoperto che loro sono bravi a giocare sui tre davanti, hanno qualità e velocità nel ribaltare l'azione".

  • Pubblicità
  • Spalletti JuventusGetty Images

    LE "COSE SCOLASTICHE"

    Nel secondo tempo, con l'inserimento di una punta al posto di Cabal, le cose per la Juventus hanno girato leggermente meglio.

    Ma l'azione che ha portato al goal del momentaneo pareggio di Kenan Yildiz è stata di fatto l'unica luce in un grigiore generale deprimente. 

    La Juventus, insomma, è sembrata per larghissimi tratti della gara semplicemente una squadra di livello inferiore rispetto agli avversari. Troppo timida. Anzi scolastica, per dirla alla Spalletti.

    "Quanti passi mancano? Non so, secondo me possiamo fare meglio rispetto a oggi. Se non guidi la partita ti trovi a fare il passeggero degli altri e devi adeguarti.  Dopo il goal abbiamo preso un po' in mano il pallino, ma sempre facendo cose troppo scolastiche e senza forzare la situazione per fare qualcosa in più. Bisogna fare dei passi in avanti e anche velocemente, le prove le abbiamo fatte e dobbiamo tirare qualche somma" ha ammesso il tecnico a fine partita.

    A questo punto però la domanda sorge spontanea: la Juventus, questa Juventus, può fare il "passo in avanti" che chiede Spalletti?

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • LA JUVE PUÒ FARE IL PASSO IN AVANTI?

    La rosa bianconera appare ancora oggi incompleta in molti reparti, partendo dalla difesa dove senza Bremer manca un vero leader in grado di guidare i compagni. 

    Per non parlare delle fasce dove oltre a Cambiaso ci sono solo Kostic, in scadenza e ai margini fino a qualche settimana fa, oltre all'oggetto misterioso Joao Mario. Tanto che i vari allenatori hanno spesso dovuto adattare il solito jolly McKennie.

    Resta poi l'annoso problema del regista. Manuel Locatelli ci mette cuore e volontà ma per dirigere l'orchestra della Juventus serve qualcosa di più. E le parole di Spalletti al termine della gara di Napoli sembrano chiarissime.

    Così come la scelta di lasciare inizialmente fuori sia David che Openda nonostante l'assenza di Vlahovic: Se non ora, quando giocheranno?

  • FBL-ITA-SERIEA-JUVENTUS-ATALANTAAFP

    MERCATO SOTTO ACCUSA

    David e Openda, dicevamo, ma non solo. Ad oggi il mercato estivo è stato completamente bocciato dal campo.

    La Juventus aveva deciso di scaricare Vlahovic e non ha voluto investire sul ritorno di Kolo Muani preferendo l'ingaggio del canadese a parametro zero.

    L'ex Lille però non ha mai convinto Tudor e non sta convincendo neppure Spalletti, che al termine della partita ha spiegato così l'ingresso di Openda per Yildiz: "A un quarto d'ora dalla fine non si può mettere uno che è stato pagato 45-50 milioni?". Ecco, forse il problema è proprio quello.

    Non che le mosse negli altri reparti abbiano funzionato meglio. Lo scambio tra Alberto Costa e Joao Mario col Porto non ha portato alcun beneficio alla Juventus se non una piccola plusvalenza.

    Infine c'è il capitolo Zhegrova. Certo, ogni volta che entra il kosovaro mostra lampi del suo innegabile talento. Ma ha davvero avuto senso acquistare un calciatore che arrivati a Natale non può giocare più di venti minuti a partita?

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • LA SOLITA JUVE

    Quella vista contro il Napoli, insomma, è stata la solita Juventus. Certe prestazioni al cospetto delle big infatti sono diventate ormai una triste consuetudine per i tifosi bianconeri.

    E l'idea che continuare a cambiare allenatori possa portare qualche beneficio col passare dei mesi viene sempre più confutata dal campo, dove la squadra commette sempre gli stessi errori.

    Ecco perché la cosa più sbagliata adesso sarebbe iniziare a discutere anche Spalletti. Le scelte del tecnico a Napoli, certo, non sono sembrate azzeccate: ma sicuri che con David o Openda dal 1' le cose sarebbero andate meglio?

    La sensazione, insomma, è che la Juventus debba risolvere ben altri problemi per tornare non a vincere ma almeno a competere seriamente per grandi traguardi. Intanto però il treno che porta alla prossima Champions League rischia di scappare via con tutte le conseguenze che ne deriverebbero in termini sia sportivi che economici.

    L'unica consolazione restano così le frenate di Como, Bologna e Roma. Queste ultime, peraltro, prossime avversarie proprio della Juventus in due sfide assolutamente da non fallire. Ovvero quello che ai bianconeri riesce meglio ormai da troppo tempo.

0