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Real Madrid miles behind GFXGetty/GOAL

La lezione del PSG smaschera i limiti del Real Madrid: Galacticos anni luce dalle big d’Europa, a Xabi Alonso l’arduo compito di ricostruire

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Fabian Ruiz ha usato una parola sola: completezza. Dopo il 4-0 rifilato dal Paris Saint-Germain al Real Madrid, il centrocampista spagnolo sapeva perfettamente cosa avesse appena fatto la sua squadra.

È stata una vittoria netta, di quelle che raramente si vedono in una semifinale — figuriamoci contro una corazzata come il Real. Nessun episodio dubbio, nessuna svista arbitrale, nessun episodio isolato a giustificare il tracollo. Solo una squadra, il PSG, superiore in tutto e per tutto. I Blancos sono stati travolti senza appello.

Il risultato di mercoledì rappresenta uno snodo simbolico al termine di una stagione che di momenti chiave ne ha avuti parecchi. I parigini hanno ridicolizzato quasi tutte le big europee negli ultimi sei mesi. Per loro, il Real non è stato altro che l’ennesima vittima sul cammino verso una dominazione globale che sembra ormai solo questione di tempo.

Per il Madrid, invece, questa disfatta è lo specchio fedele della distanza siderale che li separa dalle migliori d’Europa. L’arrivo di Xabi Alonso al posto di Carlo Ancelotti, unito a qualche colpo mirato sul mercato, avrebbe dovuto mettere una pezza ai tanti problemi emersi nel corso della stagione 2024-25. Ma a New Jersey — non è certo la prima volta nell’ultimo anno — il Real è sembrato la brutta copia di una squadra di vertice: un cantiere aperto che cerca di competere con l’élite mondiale, e che puntualmente fallisce.

  • Trent Alexander-Arnold Real Madrid 2025Getty Images

    In campo per vincere tutto

    Alla vigilia del fischio d’inizio negli Stati Uniti, c’era la netta sensazione che il Mondiale per Club contasse più per il Real Madrid che per qualsiasi altra squadra. I Blancos arrivavano al torneo dopo una stagione complicata, in cui avevano incassato colpi duri sia in Liga — dove erano stati nettamente inferiori al Barcellona — sia in Champions League, dove erano riusciti a superare a fatica la fase a gironi per poi uscire ai quarti per mano dell’Arsenal. Per molti, questa competizione ha poco peso. Per il Madrid, invece, rappresentava l’occasione perfetta per riaffermarsi come la squadra più forte del calcio mondiale. E Florentino Pérez lo sapeva bene.

    Il presidente non ha perso tempo e ha voluto Xabi Alonso in panchina con largo anticipo rispetto all’esordio contro l’Al-Hilal. Ha poi cercato di sistemare una retroguardia spesso in affanno, andando a pescare in Premier League i difensori Dean Huijsen e Trent Alexander-Arnold. Per portare subito l’inglese a Madrid, Pérez ha anche sborsato 10 milioni di euro al Liverpool per liberarlo un mese prima dalla scadenza naturale del contratto. Nel frattempo, l’intervento alla spalla di Jude Bellingham è stato rinviato: meglio saltare l’inizio della prossima stagione che il Mondiale per Club. Anche due colonne come Luka Modric e Lucas Vázquez, in scadenza, sono state convinte a restare. Il messaggio era chiaro: il Madrid voleva arrivare al top assoluto per la vetrina estiva.

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  • FBL-WC-CLUB-2025-MATCH62-PSG-REAL MADRIDAFP

    Umiliati al MetLife

    Il 4-0 incassato mercoledì è stato più di una sconfitta: è stato un trauma psicologico. Il Real Madrid non è semplicemente uscito battuto: è stato spazzato via.

    La partita è durata appena cinque minuti. Poi, il disastro. Raul Asencio — in campo solo per via della squalifica di Dean Huijsen — si è attardato nei pressi dell’area piccola, permettendo a Ousmane Dembélé di scippargli il pallone e servire Fabian Ruiz, che ha infilato l’angolino. Tre minuti dopo, ancora difesa comica: Antonio Rüdiger sbaglia completamente un passaggio orizzontale verso lo stesso Asencio, spalancando la porta a Dembélé per il raddoppio.

    Il terzo gol, stavolta, è frutto del talento puro del PSG. Luis Enrique orchestra un’azione fulminea: Hakimi innesca Doué, che si gira e lancia nel corridoio proprio il marocchino. Scatto devastante, Fran García bruciato, palla in mezzo e tap-in di Ruiz per la doppietta. Minuto 24: è una lezione. Alla prima pausa per l’idratazione, il Madrid sembrava solo sollevato di poter respirare.

    Poco prima dell’intervallo, Kvaratskhelia sfiora il poker. Il Real riesce a contenere nella ripresa, ma c’è ancora tempo per l’ultimo schiaffo: Gonçalo Ramos, entrato dalla panchina, firma il 4-0. Massacro completo.

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  • Real Madrid fans 2025Getty Images

    Dalla speranza al crollo

    Prima del fischio d’inizio, l’atmosfera era elettrica. Il treno verso il MetLife Stadium era un fiume di maglie bianche, “Hala Madrid” riecheggiava ovunque. Un tifoso del PSG ha provato a intonare un coro, ma è stato zittito con sguardi taglienti.

    Faceva un caldo infernale, appiccicoso, ma lo stadio era un oceano bianco. Ogni giocatore del Real è stato accolto da un boato, mentre i parigini venivano fischiati uno a uno. Sembrava una partita in casa per i Blancos. Eppure, tutto questo entusiasmo si è presto trasformato in rabbia.

    Appena la squadra ha iniziato a vacillare, sono partiti i fischi. Asencio è stato bersagliato, Rüdiger irriso, persino Mbappé — simbolo del nuovo corso madridista — è stato deriso mentre faticava contro i suoi ex compagni.

  • Paris Saint-Germain v Real Madrid CF: Semi Final - FIFA Club World Cup 2025Getty Images Sport

    Un Real non all’altezza

    Non è facile provare pena per un club che spende più di chiunque altro e ruba i gioielli delle altre big europee senza battere ciglio. È il modello Galactico: comprare i migliori, ignorare tutto il resto.

    Eppure, vedendo il Real travolto da un PSG più veloce, più forte e più organizzato, il divario è apparso enorme. Il Real è ancora una squadra piena di talento, con individualità straordinarie, ma contro un PSG così, semplicemente, non basta.

    Luis Enrique aveva promesso che senza Mbappé il PSG sarebbe cresciuto. Promessa mantenuta. I parigini sono un collettivo armonioso, dominante a centrocampo, letale in avanti. Senza un centravanti di ruolo, hanno comunque segnato 176 gol in 64 partite (media 2,4). Merito di un allenatore che ha costruito un meccanismo perfetto.

    Contro il Real, tutto ha funzionato: pressing feroce, possesso palla fluido, movimenti sincronizzati. A fine gara, il PSG aveva completato quasi tre volte più passaggi del Madrid — e questo nonostante l’uscita di Ruiz, il metronomo, a metà ripresa.

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  • Xabi Alonso Real Madrid 2025Getty Images

    Xabi Alonso, prima vera disfatta

    Xabi Alonso ha meno di sei settimane per chiudere il gap. Contro il PSG, per la prima volta, ha avuto Mbappé e Vinicius entrambi disponibili per 90 minuti. Ma la scelta di schierarli entrambi insieme a Gonzalo García, in forma smagliante, si è rivelata disastrosa.

    Per far spazio a tutti, Vinicius è stato dirottato a destra, dove ha faticato tremendamente. Tocchi sbagliati, passaggi imprecisi: il brasiliano era fuori contesto, come se stesse giocando in un ruolo non suo (perché, in effetti, era così).

    A centrocampo, un Tchouaméni nervoso, un Güler in apnea e un Bellingham frenetico non sono mai riusciti a trovare equilibrio. Nessuno ha lesinato impegno, ma la confusione regnava sovrana. D’altronde, nessuna squadra è riuscita finora a fermare questo PSG. Figuriamoci un centrocampo assemblato in fretta per il primo vero test di livello.

    L’assenza di Alexander-Arnold — infortunato alla vigilia — ha complicato ulteriormente i piani. Dopo appena mezz’ora, Alonso ha accantonato l’idea iniziale, è passato al 4-4-2, chiedendo a García di coprire la fascia destra. Un tentativo disperato per limitare i danni.

  • FBL-WC-CLUB-2025-MATCH62-PSG-REAL MADRIDAFP

    Una frattura da colmare

    Il PSG ha mandato un messaggio chiarissimo: Mbappé non serve più. Hanno umiliato il loro ex giocatore davanti a un mondo che osservava. Hanno vinto, dominato e dettato legge.

    Per il Real, invece, questo è stato il colpo finale di una stagione da dimenticare. Modric ha salutato, così come Lucas Vázquez. Rodrygo è rimasto in panchina: anche per lui, probabilmente, l’ultima apparizione.

    Il futuro è incerto. García, dopo cinque partite da protagonista su sei nel torneo, merita un posto da titolare? E se sì, cosa ne sarà di Mbappé, Vinicius e del nuovo arrivato Franco Mastantuono? Possono convivere Güler, Tchouaméni e Bellingham nello stesso centrocampo? Servono altri rinforzi in difesa?

    A fine gara, Alonso ha promesso che il prossimo anno sarà diverso. Ha parlato di progetto, di tempo, di pazienza. Ma è difficile immaginare che Florentino Pérez non torni sul mercato — e non solo per prendere Álvaro Carreras dal Benfica.

    Questa sconfitta è sembrata un brusco risveglio: la ricostruzione del Real è ben lontana dall’essere completata. Anche chi non aveva mai visto il Madrid dal vivo ha capito che questa non è (ancora) una squadra all’altezza del vertice mondiale.

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