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La Giamaica prova a rialzarsi con il calcio: dopo l'Uragano Melissa può arrivare il Mondiale 2026

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Tra le Nazionali in piena lotta per accedere al più grande Mondiale di sempre, allargato a 48 squadre per il 2026, c'è anche la Giamaica. La rappresentativa dell'isola carabaica si trova al primo posto nel proprio girone CONCACAF in vista delle ultime due partite di qualificazione, pronta a fare la storia e giocare nuovamente il Mondiale dopo il glorioso e leggendario torneo del 1998.

Una qualificazione in Canada/Messico/USA sarebbe una manna dal cielo per una popolazione duramente colpita dal passaggio del terribile Uragano Melissa, che lo scorso ottobre ha causato danni per circa 7 miliardi di dollari. In questo periodo il calcio non è solo una valvola di sfogo per gli sfollati e le famiglie delle vittime, ma anche un aiuto per ottenere beni di prima necessità e aiuti economici.

L'approdo al Mondiale 2026 passa dalle ultime due gare del girone B, che vede la Giamaica a nove punti davanti al sorprendente Curacao, altra rappresentativa in corsa per il torneo. Praticamente escluso invece Trinidad and Tobago, che potrebbe comunque ottenere il secondo posto e la qualificazione ai playoff intercontinentali al pari di una tra Curacao e Giamaica.

  • LE PARTITE DI NOVEMBRE

    I pronostici sono tutti per la Giamaica? Non esattamente, considerando come Curacao dovrà affrontare Bermuda nel penultimo turno, mentre i ragazzi di Kingston far visita a Trinidad and Tobago in un match decisamente più complicato.

    La Giamaica è comunque favorita in virtù dell'ultimo match del girone, quello che vedrà i gialloverdi affrontare lo stesso Curacao in quel di Kingston. A Independence Park si deciderà la qualificata al Mondiale del gruppo B, a meno che la Giamaica non ottenga il pass matematico già nel match precedente contro Trinidad.

    Per far sì che la Giamaica si qualifichi alla prossima Coppa del Mondo con 90 minuti di anticipo dovrà battere Trinidad e sperare in un k.o di Curacao contro la rappresentativa di Bermuda.

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  • STADIO E AIUTI POST URAGANO

    Nelle ultime settimane le partite di calcio stanno aiutando la popolazione, considerando le raccolte di beni di prima necessità all'esterno degli stadi.

    La più grande iniziativa in questo senso è prevista proprio in occasione della partita contro Curacao del 18 novembre: la federazione chiede a tifosi e non di donare economicamente, ma anche forniture essenziali (cibo, abbigliamento, igiene e articoli per gli sfollati).

    Il passaggio dell'uragano Melissa ha portato a 32 morti e a migliaia di sfollati. Solamente a Black River è stato distrutto l'80 per cento degli edifici e il 90 per cento degli abitanti è sfollato.

    Black River si trova nella contea di Saint Elizabeth, la zona più colpita da Melissa: qui i cittadini sono stati aiutati dai proprietari dei supermercati, che hanno permesso l'ingresso negli stessi per usufruire dei prodotti in attesa degli aiuti nazionali ed internazionali.

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  • LA SQUADRA GIAMAICANA

    Quasi tutta la rappresentativa guidata dal ct Steve McClaren, inglese con un passato alla guida della Nazionale dei Tre Leoni, gioca proprio nel Regno Unito e in particolare nella seconda serie inglese.

    La stella è il romanista Leon Bailey, escluso però dalle ultime partite giamaicane causa infortunio. In Premier militano Pinnock ed Henry del Brentford, mentre il resto dei convocati in Championship. Tra i giocatori più importanti c'è l'ala Demarai Gray del Birmingham, Joel Latibeaudiere del Coventry e Bobby De Cordova-Reid del Leicester.

    Si tratta di un team relativamente giovane, con soli sei over trenta tra i convocati per le due partite decisive di novembre.

  • IL PENSIERO DI MCCLAREN

    Dopo aver lavorato come vice del Manchester United, aver passato un periodo da ct dell'Inghilterra ed aver allenato svariate squadre britanniche, Steve McClaren ha accettato la panchina della Giamaica nel 2024.

    “È totalmente diverso da qualsiasi cosa abbia fatto prima" afferma McClaren al sito ufficiale della FIFA. "Che esperienza. Le persone qui hanno un grande umorismo e creano una grande atmosfera. E sì, i giocatori sono stati fantastici”.

    McClaren si diceva fiducioso di poter raggiungere i Mondiali già la scorsa primavera. Un pensiero sincero, dato dall'unione con il popolo locale:

    "Non vogliamo essere visti come stranieri che vengono qui e basta, vogliamo che la gente del posto sappia che stiamo combattendo per il popolo giamaicano. La passione per il calcio qui è incredibile. I tifosi sono così orgogliosi, e creano un'atmosfera incredibile con la musica reggae e la batteria. Dobbiamo abituarci alla loro cultura, per unirci ad essa, piuttosto che pensare che ci seguiranno".

    Il mix tra l'esperienza dello staff britannico e l'entusiasmo dei giocatori giamaicani, unito all'allargamento del Mondiale, permette ai Reggae Boyz di guardare con fiducia agli ultimi 180 minuti. Il 1998 non è mai stato così vicino.

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