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Zinho VanheusdenGetty Images

L'ex Inter Zinho Vanheusden cede alla sfortuna: ha annunciato il ritiro dal calcio giocato a 26 anni

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Zinho Vanheusden ha detto stop. Il difensore belga, da oggi, è ufficialmente un ex: non solo ex Inter, ma soprattutto ex calciatore, dopo aver annunciato l'addio al calcio giocato all'età di 26 anni appena.

Vanheusden, prodotto delle giovanili dell'Inter, è stato martoriato negli ultimi anni da una serie incredibile di infortuni: tre le rotture del crociato in meno di un decennio, l'ultima un paio di settimane fa circa nella gara tra il Marbella, la sua squadra, e l'Alcorcon per la terza divisione spagnola.

Lo stesso Vanheusden aveva già paventato nei mesi precedenti l'ipotesi di ritirarsi precocemente, salvo rimettersi in gioco proprio col Marbella. L'ennesimo grave infortunio lo ha infine convinto a scrivere la parola fine, in maniera dolorosa quanto degna.

Un lungo e sentito post su Instagram: questo è il mezzo scelto dall'ex nerazzurro per annunciare il proprio addio al calcio giocato. In attesa di scoprire se potrà rientrarvi, magari con un altro ruolo.

  • "IL CALCIO MI HA RESO QUELLO CHE SONO OGGI"

    "Oggi prendo una decisione che non avrei mai pensato di dover prendere a questa età - ha scritto Vanheusden - Dopo 22 anni di calcio, dall'età di quattro anni fino ad oggi, la mia vita da calciatore professionista finisce.

    Il calcio mi ha reso quello che sono oggi. Mi ha dato una vita che da bambino non avrei mai potuto sognare. Da anni a tifare per la mia squadra del cuore con mio padre allo Sclessin, a giocare un centinaio di partite, segnare per gli Ultras e persino ricevere l'onore di essere capitano. Ma non è finita lì: ho avuto la possibilità di esordire in Nazionale e giocare in Serie A. Tutte cose che sembravano irreali all'inizio".

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  • "GLI ULTIMI ANNI SONO STATI DURI"

    Ma dopo la gloria degli esordi è arrivata la sofferenza, sotto forma di infortuni:

    "Oltre a tutto questo, gli ultimi anni sono stati duri. Molto più duri di quanto avessi mai lasciato intendere. Infortuni, interventi chirurgici, iniezioni, farmaci... Ho sempre dato tutto quello che avevo per tornare in forma, ma ogni volta è diventato più difficile. Cercavo costantemente di raggiungere il mio livello, giocavo troppo spesso con il dolore e vivevo dopo ogni allenamento o partita nell'incertezza su come il mio corpo avrebbe reagito il giorno dopo. Ho continuato a lottare per essere il giocatore che volevo essere, ma ogni volta si presentava una nuova battaglia".

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  • "VOGLIO POTER CAMMINARE SENZA DOLORE"

    "Nel mio cuore vorrò sempre rimanere un calciatore - prosegue il messaggio di Vanheusden - ma il mio corpo mi dice da tempo che ne ha abbastanza. Ed è per questo che, per rispetto di me stesso, della mia salute e della mia responsabilità di padre, sto prendendo questa decisione. Per quanto surreale possa sembrare scriverlo, voglio ancora poter camminare senza dolore, giocare con mio figlio e godermi la vita con la mia famiglia... Non so come sarà svegliarmi senza calcio, ma sto per scoprirlo".

  • I RINGRAZIAMENTI

    Per finire, Vanheusden ha elencato una lunga serie di persone e club a cui vanno i suoi ringraziamenti:

    "A tutti i club, gli allenatori e le persone che hanno sempre creduto in me. A tutti i miei compagni di squadra e agli amici che ho conosciuto nel calcio. A tutti i fisioterapisti e i medici che mi hanno aiutato in tutto. Ai giornalisti, agli analisti e a tutti coloro che sono coinvolti nel calcio. Alla mia famiglia, a mia moglie e a mio figlio. A tutti coloro che hanno continuato a sostenermi incondizionatamente, nei momenti belli e in quelli difficili. Senza di voi, non avrei mai potuto farcela. E a tutti i tifosi che mi hanno incoraggiato nel corso degli anni: non dimenticherò mai il vostro calore. Ai tifosi dello Standard, voglio dire qualcosa in più: grazie per come mi avete accolto nei vostri cuori. Mi sono sempre sentito parte di voi e il mio cuore rosso sarà per sempre pieno d'amore per lo Standard. Anche se mi sarebbe piaciuto essere di fronte a voi, vi rivedrò sicuramente sugli spalti per sostenerci a vicenda. Per me il calcio finisce come giocatore, ma vivrà sempre nel mio cuore. Farà sempre parte di ciò che sono e di ciò che diventerò. Grazie per questi 22 anni. Con tristezza, ma soprattutto con grande orgoglio, ripenso a ciò che ho potuto vivere".

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