La partita manifesto di una Juventus in caduta libera da mesi. E che, complicandosi incredibilmente la vita con una Salernitana retrocessa da settimane, riesce quasi persino a farsi sconfiggere in casa. Quarto posto – ora – con l’ennesimo rinvio della qualificazione in Champions League. Insomma, imbarazzo al potere.
Allegri non fa calcoli in vista dell’appuntamento degli appuntamenti con l’Atalanta. E opta per la miglior formazione possibile: Rugani dietro, a centrocampo i titolari, chance dall’inizio per Kean.
Colantuono risponde con il terzetto di difesa davanti a Fiorillo composto da Pierozzi, Pirola e Fazio. In attacco Ikwuemesi vince il ballottaggio con Weissman per il ruolo di unica punta.
Il primo tempo, sostanzialmente, fotografa alla perfezione la seconda parte di stagione dei bianconeri. Horror. Puro, purissimo. Con gli ospiti ad andare avanti grazie a una zuccata di Pierozzi. Pioggia di fischi per Madama che, al netto della traversa di Vlahovic (super Fiorillo) e due tentativi di Bremer e Cambiaso, dimostra di avere pochissime idee e ben confuse. Szczesny, in uscita, rischia il penalty.
Nella ripresa, da posizione più che favorevole, Vlahovic si divora la palla del pareggio. I bianconeri ci provano – ma quasi sempre di nervi – sbagliando molto dal punto di vista tecnico. Salernitana con linee strette, ordinata, gettando il cuore oltre l’ostacolo e onorando – alla grandissima – l’impegno. Milik – di testa – trova un gran intervento di Fiorillo. Legno di Miretti, zampata di Rabiot.




