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Walter Mazzarri Juventus Napoli 08122023Getty Images

Lo spirito? Sì, ma i risultati mancano: Mazzarri non ha cambiato marcia al Napoli

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C'è un dato di fatto che non può essere tralasciato, in premessa: le parole di Zambo Anguissa, rilasciate dopo la sfida persa al Bernabeu dal Napoli contro il Real Madrid, in Champions League.

"Ora si vede che la squadra gioca insieme, uno per tutti e tutti per uno".

Che, dopo una sconfitta per 4-2, può anche sembrare una frase stonata: al contrario, restituisce chiara la situazione legata sia al passato che al presente.

E questo è un fatto: al Napoli, con il ritorno di Walter Mazzarri, è cambiato lo spirito. I risultati, però, mancano, così come quel cambio di marcia che contribuirebbe a svoltare la stagione dei Campioni d'Italia. La gara dell'Allianz Stadium contro la Juventus ne è la conferma.

  • UN NAPOLI DIVERSO

    Persino la partita contro i bianconeri di Massimiliano Allegri rispetta il quadro delle sensazioni trasmesse dal Napoli dopo l'esonero di Rudi Garcia.

    La squadra sembra giocare meglio, sembra anche tornata una certa voglia a far "cose semplici", pilastro della costruzione tecnico-tattica di Luciano Spalletti.

    Gioco in verticale, con diversi lanci lunghi sfruttando la capacità di posizionamento di Victor Osimhen, e maggiore leggerezza. Manca il cinismo, però, e alcuni uomini peccano di sicurezza: Khvicha Kvaratskhelia ne è l'esempio.

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  • I RISULTATI MANCANO

    C'è, comunque, che quella contro l'Atalanta al Gewiss Stadium rimane la prima e unica vittoria dal ritorno di Walter Mazzarri sulla panchina del Napoli.

    Un match deciso col cinismo che, però, non ha saputo trasformarsi in "manifesto" per le successive sfide degli azzurri.

    Nelle quattro gare totali con Mazzarri in panchina, quindi, il Napoli ha vinto contro la Dea, ma perso contro Real Madrid in Champions League e Inter e Juventus in Serie A.

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  • RETI SUBITE E STRISCE DI SCONFITTE DA RECORD

    A colpire sono anche le reti subite in tutte e quattro le partite dal Napoli: in totale nove, quindi più di due a gara (certo è che il passivo del Bernabeu incide).

    Dal punto di vista realizzativo, per la seconda volta consecutiva gli azzurri non vanno in rete, fermandosi a uno score di quattro goal siglati in quattro impegni.

    E poi c'è la striscia da "record": l'ultima volta che, in tutte le competizioni, il Napoli aveva perso tre partite di fila risaliva all'ottobre del 2016, con Maurizio Sarri in panchina.

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  • GIOCHISTI O RISULTATISTI?

    Se da un lato le parole di Anguissa confermano l'impossibilità, anche legata allo spogliatoio, di proseguire con Rudi Garcia in panchina, bisogna interrogarsi sul percorso del Napoli Campione d'Italia, da qui in avanti.

    L'obiettivo minimo è quello di centrare nuovamente la qualificazione in Champions League (manca ancora quella agli ottavi nell'edizione in corso, ma dovrebbe essere una formalità, salvo psicodrammi): la classifica, però, è assai difficile.

    Il Napoli rischia di concludere la quindicesima giornata fuori dalla zona Europa e questo non è un fatto che va trascurato. Quanto vale, insomma, il clima ritrovato se poi i risultati non arrivano? La stagione è ancora lunga.

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