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Simone InzaghiGetty Images

Inter tra silenzio stampa e nervi tesi: lo Scudetto è sempre più lontano, ma c'è una finale di Champions da vincere

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Matematicamente non è ancora finita, ma di certo il pareggio subito al 90' contro la Lazio allontana di molto il bis Scudetto dell'Inter.

I nerazzurri ci hanno sperato a lungo e domenica sera, per alcuni minuti, avevano anche operato il momentaneo sorpasso sul Napoli in vetta alla classifica.

Poi l'ingenuità di Bisseck e il rigore del 2-2 trasformato da Pedro hanno gelato 'San Siro, spegnendo di fatto i sogni tricolori dei nerazzurri.

La società ha così deciso di restare in silenzio al termine di Lazio-Inter anche per evitare di disperdere ulteriori energie nervose. Ma la rabbia il giorno dopo è ancora tanta.

  • INTER IN SILENZIO STAMPA: IL MOTIVO

    Ma cosa c'è dietro la scelta di non presentarsi davanti a microfoni e telecamere dopo Lazio-Inter?

    Di certo la direzione del signor Chiffi non è particolarmente piaciuta alla società nerazzurra, così come la scelta di designare come Avar della partita il signor Guida, che qualche settimana fa aveva confessato di non voler digerire le partite del Napoli per evitare problemi ambientali.

    Il nervosismo dell'ambiente d'altronde era tangibile già in campo, come testimoniato dall'espulsione di Simone Inzaghi che non sarà in panchina a Como nell'ultima giornata, ma anche da alcuni battibecchi tra i giocatori nerazzurri.

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  • IL NERVOSISMO IN CAMPO

    Dopo il pareggio di Pedro su calcio di rigore, infatti, l'Inter si è gettata in avanti alla ricerca del 3-2 che peraltro era anche arrivato ma è stato giustamente annullato per la posizione di fuorigioco di Arnautovic.

    Proprio l'attaccante austriaco è stato il protagonista negativo degli ultimi minuti fallendo anche un facilissimo tap-in a portiere quasi battuto dopo una perfetta sponda aerea di Acerbi.

    Lo stesso Acerbi nel convulso finale avrebbe inoltre avuto un vivace scambio di battute prima con Zalewski, colpevole di aver crossato troppo tardi, e poi con Barella che ha chiesto al difensore di lasciargli il pallone invece di tirare.

    Un nervosismo palpabile e per certi versi comprensibile, dato che l'Inter si stava giocando le ultime speranze di confermarsi campione d'Italia.

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  • IL CONFRONTO NEGLI SPOGLIATOI

    Al termine della partita, dunque, la società ha preferito non mandare nessun tesserato davanti ai microfoni.

    Una scelta tesa a mantenere alta la concentrazione ed evitare di disperdere energie nervose in polemiche che, ormai, nulla porterebbero alla causa dell'Inter.

    La squadra è rimasta chiusa all'interno dello spogliatoio di San Siro con allenatore e dirigenza per circa un'ora.

    E lunedì mattina il gruppo si è già ritrovato ad Appiano Gentile per la prima seduta in vista della trasferta di Como che potrebbe ancora regalare clamorose sorprese in chiave Scudetto.

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  • SCUDETTO QUASI SVANITO MA C'È LA CHAMPIONS

    In realtà per confermarsi campioni d'Italia ora all'Inter servirebbe un mezzo miracolo, dato che i nerazzurri devono vincere a Como e sperare che il Cagliari già salvo strappi almeno un pareggio sul campo del Napoli.

    Difficile, molto difficile, anche se non impossibile. L'Inter di certo ci proverà fino alla fine per non lasciare nulla di intentato in campionato ma anche per preparare al meglio l'appuntamento che può salvare una stagione e consegnare la squadra di Inzaghi ai libri di storia.

    Stiamo ovviamente parlando della finale in programma il 31 maggio a Monaco di Baviera contro il PSG, quando l'Inter sogna di tornare ad alzare al cielo la Champions League sfumata nel 2023 e vinta per l'ultima volta nel 2010 con Mourinho in panchina.

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