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Inter Napoli Lazio eliminate ChampionsGOAL

Inter, Napoli e Lazio fuori: che cosa non ha funzionato per le italiane in Champions

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Dopo sette squadre su sette portate avanti nei gironi, nessuna delle tre italiane qualificate in Champions League - Lazio, Napoli e Inter - è riuscita a superare gli ottavi di finale.

Ciò è ancor più scioccante se si pensa che dopo le gare di andata, tutte giocate in casa, erano arrivate due vittorie e un pareggio. Risultati positivi che non sono serviti a nulla, rimontati all'estero e annullati da corazzate che sono apparse più forti, pronte, determinate.

Dopo la disfatta della Lazio in Baviera e il tentativo del Napoli a Barcellona, anche l'Inter alla fine si è sciolta in quel di Madrid, uscendo ai calci di rigore dopo una gara sofferta e giocata prevalentemente in difesa come non ci aveva abituato ormai da tempo.

  • Immobile Bayern LazioGetty

    COSA NON HA FUNZIONATO NELLA LAZIO

    La prima a uscire di scena è stata la Lazio, in casa del Bayern Monaco. La partita di andata dell'Olimpico, vinta 1-0 grazie al rigore di Immobile, sembrava già un grandissimo risultato. Il successo aveva caricato squadra e ambiente, che a metà percorso ha iniziato a credere davvero che l'impresa fosse possibile. Poi all'Allianz Arena il ciclone Bayern, per quanto la stagione dei tedeschi sia al di sotto delle aspettative, si è abbattuto sui biancocelesti: dopo il primo tempo la storia sembrava già chiusa, con i goal di Kane e Muller arrivati come una sentenza a ribaltare tutto, arrotondati nella ripresa dalla doppietta dell'ex Tottenham. Qualche rimpianto resta: se la palla di Immobile fosse entrata, la partita sarebbe cambiata. Ma la potenza del Bayern sarebbe rimasta. Come ha detto Sarri, uno che non ama giri di parole: "È passata la squadra più forte".

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  • Cubarsi Osimhen Barcelona NapoliYouTube

    COSA NON HA FUNZIONATO NEL NAPOLI

    Poi è stato il turno del Napoli, a Barcellona. L'andata era stato meno dolce: il pareggio al Maradona era arrivato in rimonta, grazie ad uno scivolone di un difensore blaugrana e all'unico tiro in porta della squadra di Calzona in tutta la partita. Di buono si era preso lo spirito, la rimonta, il fatto di essere ancora in gara. A Barcellona, nonostante non si giocasse al Camp Nou e nonostante la squadra di Xavi fosse decimata dagli infortuni, i catalani hanno subito messo le cose in chiaro: dopo 17' i goal di Lopez (20 anni) e Yamal (16 anni), figli di tutt'altra filosofia rispetto a quella italiana, avevano già ribaltato la situazione, proprio come era accaduto alla Lazio in Germania. La reazione del Napoli c'è stata, con il goal di Rrahmani che ha riaperto tutto e con diverse occasioni non sfruttate per il pareggio, su tutte quella di Lindstorm. Col passare dei minuti il Napoli è diventato meno rinunciatario, ma con fatica non è riuscito ad agguantare un pareggio che avrebbe comunque soltanto prolungato la gara. Aggrapparsi al presunto rigore su Osimhen non basta: "Era la partita dell'anno", diceva Calzona. E allora serviva un primo tempo diverso.

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  • Marcus Thuram Atletico InterGetty

    COSA NON HA FUNZIONATO NELL'INTER

    Chi ha più rimpianti, delle tre italiane, è sicuramente l'Inter, dominatrice assoluta della Serie A e fuori agli ottavi di finale di Champions League da vice-campione in carica e contro un'avversario alla portata. I 180 (anzi, 210) minuti totali contro l'Atletico Madrid, infatti, non hanno stabilito un rapporto di forza netto e schiacciante tra le due squadre. L'unica differenza nel doppio confronto è stata che, mentre l'Inter a San Siro ha fatto fatica nello sbloccare la gara e concretizzare le occasioni, l'Atletico al Metropolitano è stato più feroce, cinico, spietato. Fino all'87esimo minuto dei tempi regolamenti i nerazzurri erano ai quarti, ma la gara era già a senso unico da un po' e la sensazione che i Colchoneros potessero far male era davvero nell'aria, tant'è che Riquelme si è divorato il goal-qualificazione appena prima dei supplementari. All'Inter restano i rimpianti di due occasioni sprecate: più che il tiro di Barella, è quello di Thuram che grida vendetta, ma si sa, il calcio da sempre è fatto di episodi, specialmente quando il livello si alza e si appiana sempre di più. L'Inter, in Serie A, non ha mai avuto un avversario "allenante" come l'Atletico e al Metropolitano ha sofferto senza riuscire a proporre quel gioco offensivo e spensierato a cui ci aveva abituato. Dopo ben 13 vittorie di fila, la prima sconfitta, arrivata nel finale, è la più pesante di tutte.

  • Dybala 2-1Getty

    RESTANO EUROPA E CONFERENCE LEAGUE

    Alle italiane, insomma, dopo la brillante Champions dello scorso anno, adesso restano "soltanto" Europa e Conference League, competizioni minori ma nelle quali, come abbiamo dimostrato nelle ultime stagioni, abbiamo pochi rivali. Negli ottavi di Europa League, gare di andata, la Roma di De Rossi ha schiantato il Brighton di De Zerbi, il Milan ha ottenuto un netto vantaggio sullo Sparta Praga e l'Atalanta ha pareggiato e sprecato tante occasioni in quel di Lisbona. In Conference, invece, la Fiorentina ha vinto in trasferta col Maccabi Haifa. In Europa, insomma, ci siamo, e questo è importante anche per il ranking. Ma se c'è una cosa che la Champions League ci insegna, è che le gare di andata, per quanto positive possano sembrare, restano pur sempre soltanto la prima (e non decisiva) parte della doppia sfida.

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