Pavard e Frattesi? Non ancora: l'Inter-Derby di Inzaghi si baserà sulle certezze

Partiamo dal fatto che cambiare proprio alla vigilia di un Derby, o proprio per un Derby, è sempre un'idea assai rischiosa: poi, aggiungiamo, ci troviamo di fronte a un allenatore, Simone Inzaghi, che punta molto sulle sue certezze.

Al netto degli arrivi che sono stati impiegati in maniera inevitabile, ovvero Yann Sommer e Marcus Thuram, che hanno sostituito André Onana e Romelu Lukaku (ed Edin Dzeko), gli altri componenti delle formazioni schierate da Inzaghi sono gli stessi che hanno permesso all'Inter di compiere la cavalcata dello scorso anno, verso la finale di Istanbul.

Con qualche eccezione, sì, dovuta a problemi fisici: Francesco Acerbi è stato sostituito per il momento da Stefan de Vrij, ecco. Però, Darmian e Bastoni sono lì. La linea di centrocampo è la stessa: Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan e Dimarco. E in attacco c'è capitan Lautaro Martinez. Poco è cambiato.

Poi va ricordato l'ultimissimo periodo di Pavard e Frattesi: quello relativo agli impegni in Nazionale. Il francese è sceso in campo sia contro l'Irlanda che contro la Germania, pur in maniera differente.

Nel primo caso è entrato nel finale, giocando largo a destra in una gara comunque disputata in propensione offensiva: contro la Germania, sempre a destra, ha sofferto e non poco il gioco dei tedeschi, lasciando il campo al 65' per far posto a Jules Koundé. Non proprio una grandissima prestazione, quella di Pavard.

Per Frattesi, com'è noto, il discorso è diverso: con la sua doppietta, e la sua prova, l'Italia è riuscita a battere l'Ucraina, compiendo un passo importantissimo verso EURO 2024.

A pochi giorni dal Derby tra Inter e Milan, per concludere, la sensazione è che Simone Inzaghi continui con la formazione "classica" e intrisa di certezze.

A gara in corso, però, non è da escludere l'impiego dei due giocatori arrivati dal calciomercato estivo: soprattutto di Frattesi in mediana, visto il gioco delle rotazioni operato spesso da Inzaghi. Al posto di Mkhitaryan, magari, riproponendo con Nicolò Barella la coppia di mezz'ali già vista con Luciano Spalletti in Nazionale. Il risultato dell'esperimento? Già passato alla storia.