La notizia è arrivata martedì, come un colpo di grazia: il Lione, istituzione del calcio francese, sette volte campione di Francia, è stato retrocesso amministrativamente in Ligue 2 dalla Direction Nationale du Contrôle de Gestion (DNCG).
Un terremoto. Uno shock. Per i tifosi, per la città, per l'ecosistema calcistico francese. Il club, impantanato in difficoltà finanziarie sotto la guida del proprietario John Textor e della sua holding Eagle Football, ha ora una settimana, sette miseri giorni, per presentare un ricorso credibile e trovare i circa 70 milioni di euro che mancano per garantire la sua sopravvivenza nell'élite.
Il conto alla rovescia è iniziato. Il compito sembra titanico, quasi insormontabile alla luce degli errori del passato. Eppure, in questo marasma, permangono alcuni barlumi di speranza, per quanto fragili. Tra iniezioni di denaro provvidenziali, vendite affrettate di giocatori, riorganizzazione della governance e sottigliezze procedurali, l'OL sta attivando tutte le leve possibili.
Ma questi sforzi dell'ultimo minuto saranno sufficienti per evitare il precipizio? L'analisi di una settimana in cui l'ottimismo si mescola a un'angoscia palpabile.











