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Con Frattesi l'Inter ha il centrocampo più forte d'Italia?

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All'indomani della finale di Champions League disputata all'Ataturk di Istanbul, il rammarico generato dalle occasioni offensive non trasformate in rete, e di conseguenza dall'opportunità "mancata" (per un soffio, davvero) di ritornare sul tetto d'Europa, ha lasciato presto spazio in casa Inter alla definizione della lista delle priorità legate al calciomercato.

I nerazzurri, forti delle consapevolezze acquisite nel corso di una stagione assai "particolare" (con una piazza che, a un certo punto, si è posta più volte l'interrogativo riguardante un possibile esonero di Simone Inzaghi), si sono così trovati ad affrontare alcuni step necessari al miglioramento della propria rosa, già comunque completa in più reparti.

A centrocampo, il "pacchetto" sicuramente più assortito della squadra di Inzaghi, l'obiettivo primario, sbandierato e confermato, in più occasioni, dalla stessa dirigenza, è sempre stato Davide Frattesi. C'è una ragione che muove l'interesse dell'Inter per il centrocampista che a breve vestirà ufficialmente la maglia nerazzurra: con lui la linea mediana e il sistema di gioco dell'allenatore ex Lazio possono raggiungere il livello definitivo.

  • COSA MANCAVA AL CENTROCAMPO DELL'INTER?

    Quando Szymon Marciniak fischia il calcio d'inizio della finale contro il Manchester City, la situazione del centrocampo dell'Inter è la seguente: con Dumfries e Dimarco esterni, Inzaghi schiera Nicolò Barella, Marcelo Brozovic e Hakan Calhanoglu titolari. Con ogni probabilità, però, si è trattata di una scelta "forzata" dallo stato fisico di Henrikh Mkhitaryan, non al meglio e con pochi minuti sulle gambe.

    Se l'armeno fosse stato pienamente a disposizione, il centrocampo dell'Inter sarebbe stato (quasi certamente): Barella, Calhanoglu (spostato in regia) e Mkhitaryan, con Brozovic pronto a subentrare.

    La questione relativa al croato, tra l'altro, trova facile spiegazione in ciò che è accaduto nelle prime settimane di calciomercato: la cessione di Brozovic all'Al-Nassr (al netto delle polemiche generate successivamente, delle foto e dei commenti ai saluti ufficiali) è stato un chiaro segnale di come il faro del centrocampo nerazzurro sia cambiato nel corso del tempo.

    La soluzione trovata da Inzaghi, più per necessità che altro, spinta dall'infortunio di Brozovic e dalle caratteristiche di Calhanoglu, ha trasformato quella che avrebbe potuto (e dovuto) essere semplicemente una "pezza" nella chiave del gioco del centrocampo dell'Inter. E con il turco in cabina di regia, e gli anni che passano per Mkhitaryan, l'innesto di un'altra mezz'ala è parso essere logico. Frattesi nasce da qui.

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  • I PERCHE' DI FRATTESI ALL'INTER

    Intercettato all'uscita della sede dell'Inter, dopo la firma del contratto coi nerazzurri, l'amministratore delegato del Sassuolo, Giovanni Carnevali, si è lasciato andare a un commento per nulla scontato su Davide Frattesi.

    "E' un centrocampista diverso dagli altri".

    Quel che colpisce, e che ha trasformato parte della platea calcistica italiana in "Frattesers", è la differenza in termini di approccio del ruolo di mezz'ala: qualcosa che, in breve, finora si era visto sì, ma in altri contesti, altri campionati, altre Nazioni.

    Sicuramente, la prima qualità che salta all'occhio, il primo impatto, insomma, con il "mondo Frattesi", riguarda la sua capacità di inserimento, per certi versi (ma questo è da verificare) superiore rispetto a quella già notata e apprezzata in Nicolò Barella, ormai "diviso" tra le due fasi (il Barella "difensivo" è una forma più matura del precedente).

    In quasi tutte le reti messe a segno nella passata stagione di Serie A (le uniche eccezioni possono essere rappresentate dai goal al Milan e alla Cremonese), Frattesi riesce a inserirsi facendo totalmente perdere i riferimenti in marcatura agli avversari.

    Frattesi SassuoloDAZN

    Un'altra caratteristica di Frattesi, poi, è la capacità di concludere in diverse maniere: arrivando in corsa, si tratta di una delle doti più importanti del centrocampista. Di testa, da posizione defilata, incrociando. Questo è qualcosa in più, rispetto agli altri giocatori dell'Inter.

    L'ultimo "perché" riguarda il modo di interpretare il gioco di Simone Inzaghi: uno dei più classici esempi dell'impiego delle mezz'ali in fase offensiva della formazione nerazzurra è offerto, chiaramente, dal goal di Mkhitaryan contro il Milan, nella semifinale di Champions League d'andata. Proprio l'armeno in quella circostanza (gli esempi, comunque, non manca) ci suggerisce che sì, la questione legata al "piede" non è un problema: Frattesi può giocare da mezz'ala sinistra con Barella a destra. A piede invertito. Senza nessun problema.

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  • IL CENTROCAMPO PIU' FORTE D'ITALIA?

    Già nelle scorse due stagioni si è ragionato sulla qualità del pacchetto mediano dell'Inter, che ancora oggi deve essere definito: nonostante l'addio di Marcelo Brozovic, la formazione di Simone Inzaghi con l'arrivo di Davide Frattesi potrebbe aver migliorato la sua situazione.

    Esclusi i "quinti", Hakan Calhanoglu ha il suo "doppione" in Kristjan Asllani, che rimarrebbe nel ruolo di "vice" (sperando in un minutaggio superiore). Manca, rispetto all'anno scorso, una pedina, visto l'addio di Roberto Gagliardini, ma il mercato è appena iniziato.

    L'Inter, però, si presenta all'avvio di luglio con un pacchetto di mezz'ali composto da Nicolò Barella, Henrikh Mkhitaryan e Davide Frattesi: tre per due posti, che sarebbero titolari anche in altre Big d'Italia.

    Rispetto alla Juventus, ad esempio, i nerazzurri hanno più certezze (considerando lo stato di forma di Pogba), e lo stesso vale per il confronto con il Milan (che si trova a dover rifondare di sana pianta la mediana).

    Discorso a parte merita il Napoli campione d'Italia, che ha perso solo Tanguy Ndombele e che può contare su un assetto già rodato (Anguissa-Lobotka-Zielinski o Elmas). In attesa dell'ultimo tassello e del mercato: con Frattesi, l'Inter è riuscita in una piccola impresa. Migliorare un reparto già completo. Resta da verificare, sul campo, se si ha di fronte il centrocampo più forte d'Italia o meno. Ma di questo potrà parlare solo il futuro.

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