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Rasmus Hojlund Rasmus HøjlundGetty

Fiducia, organizzazione tattica e l'intesa con De Bruyne: come sta rinascendo Hojlund al Napoli

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Accostato all'Inter, inseguito per settimane dal Milan, alla fine Rasmus Hojlund è tornato in Serie A grazie al Napoli.

L'attaccante danese d'altronde era esploso proprio nel nostro campionato con la maglia dell'Atalanta, prima di spiccare il volo dopo una sola stagione direzione Manchester United.

All'Old Trafford però Hojlund era stato almeno in parte inghiottito dal buco nero in cui sono caduti molti giocatori dei Red Devils nelle ultime, disgraziate, stagioni.

Da qui la scelta di ritornare in Italia dove gli sono bastate poche settimane per tornare decisivo.

  • TRE GOAL DECISIVI IN POCHI GIORNI

    Quella che si è appena conclusa è stata la settimana perfetta di Hojlund.

    In realtà, contro il Milan, non era iniziata benissimo dato che il danese non aveva brillato ed era arrivata anche la prima sconfitta del Napoli in campionato.

    Pochi giorni dopo però ecco il prontissimo riscatto con la doppietta decisiva in Champions League che ha permesso agli azzurri di battere lo Sporting.

    Quindi, schierato ancora e sempre titolare contro il Genoa, Hojlund ha firmato il goal della vittoria nel finale di gara regalando tre punti d'oro al Napoli che resta così in vetta al campionato.

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  • Hojlund Napoli SportingGetty Images

    L'EFFETTO CONTE E L'INTESA CON DE BRUYNE

    Di certo dietro la rinascita di Hojlund al Napoli ci sono soprattutto due nomi: Antonio Conte e Kevin De Bruyne.

    Il primo è l'allenatore che sta puntando su di lui rimettendolo al centro di un progetto fin dal primo giorno. La fiducia, d'altronde, non è un dettaglio per un ragazzo ancora giovanissimo e reduce dalle montagne russe vissute al Manchester United nelle ultime stagioni.

    Lo spartito tattico inoltre al Napoli è chiarissimo, dunque Hojlund sa bene come muoversi in campo per farsi trovare dai compagni e rendersi pericoloso. In tal senso l'intesa tra l'attaccante danese e Kevin De Bruyne sembra crescere con il passare delle settimane. 

    Il belga, infatti, ha servito a Hojlund due assist contro lo Sporting quando ha poi speso parole importanti nei confronti dell'ex United scomodando un paragone eccellente: "Somiglia a Haaland anche se a lui piace venire un po' più incontro. Per lui è stata una grande serata e ci aiuterà a fare tanti altri goal".

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  • COSA HA DETTO HOJLUND

    "Non sono cambiato tanto, sto facendo il mio lavoro. E lavorando cerco di fare sempre meglio per portare punti alla mia squadra. Cosa mi ha detto Conte? Mi ha visto stanco e mi ha detto: "Mettici la testa". Avevo bisogno anche di questo per darmi una rinfrescata e tornare in partita. E' stata una grande settimana ma devo continuare a crescere" ha detto Rasmus Hojlund al termine di Napoli-Genoa.

    Parole di un ragazzo che a soli 22 anni sa bene di avere ancora ampi margini di miglioramento. Come lo sa bene Antonio Conte, ovvero colui che lo ha fortemente voluto per sostituire l'infortunato Romelu Lukaku al centro dell'attacco del Napoli.

    Il tecnico dopo la partita su Hojlund ha dichiarato: “È un ragazzo di 22 anni, che al Manchester United era in disparte. Ha margini di crescita importanti, deve lavorare perché ha la possibilità di diventare un crack e lo sta dimostrando”.

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  • COM'ERA ANDATO AL MANCHESTER UNITED

    Già, il Manchester United. Ma com'è andata davvero l'esperienza inglese di Hojlund?

    La prima stagione del danese in Inghilterra, in realtà, non era stata del tutto negativa. Per lui infatti erano stati quindici i goal segnati in trentasei presenze tra Premier e Champions League.

    Numeri tutto sommato importanti per un ragazzo poco più che ventenne, reduce da un solo campionato di Serie A con l'Atalanta.

    Le cose sono andate decisamente peggio l'anno scorso, quando Hojlund di goal in Premier League ne ha segnati solo quattro in 32 presenze. Ovvero quelli già realizzati col Napoli tra campionato e Champions in sei partite.

    Il danese aveva però segnato molto in Europa League, dove era andato in rete sei volte in quindici presenze contribuendo alla conquista della finale poi persa contro il Tottenham.

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