L'idea di Fabregas parte da un 4-2-3-1 offensivo tra Conte e Guardiola, entrambi suoi allenatori da calciatore. Il tecnico chiede corsa e intensità, ma allo stesso tempo ama il possesso, il palleggio e continue triangolazioni in stile Pep.
Idea che non ha mai abbandonato, neanche nei momenti più difficili: "Io se devo andare in Serie B, vado in Serie B con la nostra idea. Ci saranno alti e bassi, chi non lo accetta sbaglia. Se qualcuno la pensa diversamente, allora abbiamo fatto il primo step per andare giù".
In una recente intervista concessa al 'Corriere dello Sport', Fabregas ha raccontato di aver rafforzato le sue convinzioni dopo una cena con Fabio Capello: "Dopo aver vinto la B mi ritrovai a cena a Trento con Pecchia e Capello. Fabio mi disse: “Cesc, adesso non puoi più giocare così eh, adesso ti devi difendere di più”. Insistette sulla difesa, difesa, difesa. Quella sera andai a dormire più convinto che mai che avrei seguito la mia filosofia".
E ancora: "Ci sono tanti modi di fare calcio e non se ne può escludere uno. Simeone vince alla sua maniera, Guardiola alla sua, così come José e Conte. Sono tutti stili differenti, però è calcio vero. È importante credere in quello che si fa. Potrei tranquillamente dire ai miei dài, andiamo a giocare palla lunga e conquistiamo la seconda palla. Ma non saprei come allenare la squadra, nel senso che non credo in quel calcio, non potrei mandare il messaggio giusto al giocatore. Il giocatore intelligente ti guarda in faccia, ti analizza".