Pochi club al mondo hanno una filosofia così strettamente legata a un sistema di gioco come il Barcellona: il 4-3-3 fa parte del DNA blaugrana. Tuttavia, nell'ultimo anno e mezzo, il Barça si è avvicinato ai canoni del 4-4-2 in modo da avere maggior presenza nella zona centrale del campo. Paradossalmente, a spingere verso questo cambiamento è stato proprio Xavi, che in carriera ha sempre giocato in un centrocampo a tre.
Con una rosa di qualità inferiore a quella dei tempi d'oro, tre sconfitte consecutive nel corso della stagione, hanno spinto il tecnico blaugrana a cambiare modulo per aggiungere maggiore fisicità in mezzo al campo. L'eliminazione nella fase a gironi della Champions League con una giornata d'anticipo e la schiacciante sconfitta per 3-1 al Bernabeu nel Clasico hanno spinto l'ex giocatore di Terrassa a togliere un esterno dal proprio undici titolare andando invece ad aggiungere un centrocampista.
Una soluzione che ha pagato, visto che pochi mesi dopo il Barcellona è diventato campione di Spagna. Tuttavia, nel corso dell'attuale stagione la musica è cambiata, soprattutto perché, dei quattro interpreti di quel centrocampo su cui si è basato il trionfo dello scorso anno, uno ha lasciato il club e un altro si è infortunato dopo soli tre mesi dall'inizio della stagione. E ora, in vista del ritorno degli ottavi di Champions League contro il Napoli, Xavi dovrà affrontare la partita che vale una stagione rispolverando il tradizionale DNA blaugrana.


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