La storia del Manchester City ha un pre e un post: l’arrivo dei petrodollari a metà del primio decennio dei 2000 han cambiato la prospettiva del club, che già negli anni ’60 viveva giorni di gloria e aveva grandi giocatori.
Ed è proprio a cavallo di queste due epoche che gli Sky Blues hanno avuto i loro migliori giocatori, raccolti nella top XI di GOAL: il Dream Team dei Citizens ha grandi campioni, ma non tutti. Summerbee o Lee, Sterling o Tevez: per loro non c’è posto.
Il portiere più forte della storia del Man City è stato il tedesco Bert Trautmann, il quale ha una storia particolare: era un prigioniero di guerra, prima di essere un portiere. E nel 1956 ha vinto la FA Cup giocando la finale con il collo rotto. 545 presenze con gli Sky Blues, 11 i trofei vinti in carriera.
Non è stato il più dotato tecnicamente passato dal City, ma è stato il capitano e simbolo dello scorso decennio. Arrivato poco prima degli sceicchi, è stato titolar per 9 anni e ha vinto due titoli, segnando anche un goal nel mitico 3-2 contro il QPR.
La sua statua campeggia fuori dall’Etihad Stadium. E basterebbe questo. 12 trofei in 11 anni, la maggior parte da capitano. Solo gli infortuni lo hanno fermato. E ha timbrato il titolo del 2019 con una sassata dai 30 metri col Leicester: indimenticabile.
Rifiutò la prima offerta del City nel 2016, accettò la seconda un anno e mezzo dopo. Fondamentale nello scacchiere di Guardiola, per la difesa e l’attacco. E ha ancora tanto tempo davanti.
Debuttante a 15 anni nel club, è un eroe di culto della squadra degli anni ’60 che vinse la Premier League, Coppa delle Coppe ed FA Cup. Dovette pure stare fermo due anni con una gamba rotta, ma rientrò. È scomparso nel 2020.
Arrivato a 28 anni, era già considerato molto vecchio, specie per la cifra di oltre 30 milioni di euro sborsata. Ma il brasiliano è stato una chiave per i successi della squadra: 5 Premier League vinte, una figura essenziale in spogliatoio e uomo di fiducia di Pep.
L’unico giocatore del Man City a cui è stata intitolata una tribuna e forse il più grande di sempre, leader della squadra degli anni ’60. 501 presenze in 13 anni. Morto nel 2021, la prima maglia del City di quest’anno è dedicata a lui.
Arrivato come un centrocampista con caratteristiche difensive, al Man City si è trasformato in un giocatore totale. Nel 2014 contribuì al titolo con 20 goal, era quasi incontenibile. E non fu solo quell’anno…
Da quando è arrivato nel 2015, dopo un’annata fantastica con il Wolfsburg, l’ex talento che aveva deluso al Chelsea è diventato una star planetaria. Più volte giocatore dell’anno, può diventare il miglior assistman di sempre iniziato Premier.
Basterebbe un urlo: “Aguerooooo”. Quel goal al 94’ contro il QPR, valso il titolo del 2012 all’ultima giornata lasciando lo United a bocca asciutta, è storia. Ne ha segnati altri 260: migliore di sempre per il club.
La mente dietro a 10 anni di successi del City in Premier League. Il soprannome ‘El Mago’ dice tutto. Visione, tecnica, compostezza. E ha vinto tutto anche in nazionale.
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