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Dovbyk e la Roma escono tra i fischi dell'Olimpico: la squadra di Gasperini ha frenato, terza sconfitta nelle ultime quattro

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La Roma cade ancora all’Olimpico e questa volta lo fa tra i fischi assordanti dei tifosi, che accompagnano anche l’uscita dal campo di Artem Dovbyk. L’attaccante ucraino ha vissuto un’altra serata da dimenticare, sostituito nel secondo tempo dopo una prova opaca e priva di incisività. 

L’unico lampo nella sua partita contro il Viktoria Plzen, persa per 2-1 dalla squadra di Gasperini, è arrivato nei primi minuti, con un tiro centrale da fuori area: troppo poco per un giocatore chiamato a trascinare un reparto che continua a non funzionare. L’ex Girona continua a vivere un momento molto complicato, tra le critiche per la scarsa vena realizzativa e le attese non rispettate dopo un investimento importante due estati fa.

Dovbyk ha segnato finora una sola rete, contro il Verona, e la sua difficoltà a imporsi si intreccia con quella di un’intera squadra che ha smarrito la via del goal. 

All’Olimpico contro il Viktoria Plzen è arrivato il terzo K.O. consecutivo in casa, un 2-1 che complica il cammino in Europa League e conferma i problemi già evidenziati nelle ultime settimane.

  • LA ROMA NON SEGNA PIÙ

    L’attacco giallorosso vive un periodo di sterilità preoccupante. Nelle 10 partite ufficiali disputate finora tra campionato ed Europa League la Roma ha realizzato appena 10 goal, una media di uno a gara, ben lontana dagli standard abituali delle squadre di Gian Piero Gasperini. 

    Dati che si riflettono anche sul rendimento dei singoli: tolti i tre goal di Soule e il rigore trasformato da Dybala contro il Viktoria Plzen, nessun altro attaccante è riuscito a incidere in modo determinante. Ferguson è ancora a secco e Dovbyk resta fermo a una sola marcatura. Persino Gianluca Mancini, difensore, ha segnato quanto il centravanti ucraino, andando a segno contro il Nizza.

    Numeri che spiegano la difficoltà di una Roma che fatica a costruire occasioni pulite e a concretizzarle.

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  • LA RICERCA DI SOLUZIONI

    Alla vigilia della partita con il Viktoria Plzen, il direttore sportivo della Roma Frederic Massara aveva anticipato il problema ai microfoni di Sky Sport

    Sono numeri di cui dobbiamo prendere atto ed evidentemente lavorarci. L’allenatore sta cercando di lavorare su questa fase che non riguarda solo i centravanti ma tutta la squadra”, aveva aggiunto il direttore sportivo, sottolineando la necessità di un intervento collettivo.

    Il reparto offensivo continua a deludere. In Europa League, il goal di Dybala dal dischetto è servito solo a interrompere la serie nera dagli undici metri dopo i tre rigori falliti contro il Lille, ma non a cambiare l’esito del match. 

    La Roma resta ferma a 3 punti dopo tre giornate europee e fatica a ritrovare equilibrio e identità in fase d’attacco.

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  • TRE SCONFITTE DI FILA ALL'OLIMPICO

    Per una Roma che con Gasperini era attesa a un gioco aggressivo e produttivo, i numeri attuali rappresentano un campanello d’allarme: tre sconfitte nelle ultime quattro gare e quattro K.O. stagionali, tutti arrivati in casa. 

    Il tecnico di Grugliasco eguaglia un record negativo che durava da oltre 14 anni: la Roma ha perso tre partite casalinghe di fila in tutte le competizioni per la prima volta dall'aprile 2011 sotto la guida di Vincenzo Montella.

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  • SQUADRA SENZA MORDENTE E CAMBI

    Gasperini ha provato a scuotere i suoi durante il match, ma la squadra ha mostrato ancora limiti mentali e fisici. La manovra resta prevedibile, i movimenti degli attaccanti scollegati e la fiducia ai minimi. 

    Anche la spinta dei cambi – con El Shaarawy, Pisilli e Bailey – non ha portato gli effetti sperati, seppur con qualche segnale positivo rispetto, se non dal punto di vista del rendimento almeno per quanto riguarda l’atteggiamento.

    L’attacco, cuore pulsante del progetto tecnico, è diventato il principale punto debole. E mentre l’Olimpico fischia Dovbyk, simbolo di un attacco inceppato, la Roma è chiamata a ritrovare goal, fiducia e soluzioni per non vedere sfumare, già in autunno, le proprie ambizioni europee.

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