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Nedved Agnelli Arrivabene Cherubini JuventusGetty Images

Le dimissioni del CDA e le indagini in corso: i rischi della Juventus

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Il terremoto avvenuto in casa Juventus dopo le dimissioni rassegnate dall'intero Consiglio di Amministrazione ha sollevato non pochi dubbi sugli scenari che seguiranno in futuro.

Posto e premesso che giustizia ordinaria e giustizia sportiva seguono percorsi differenti, bisognerà riaggiornarsi su tutto ciò che può accadere proprio nel secondo ambito.

Agli addii di Andrea Agnelli, Pavel Nedved e Maurizio Arrivabene, rispettivamente presidente, vicepresidente e amministratore delegato della Juventus, avvenuti nel corso di un'assemblea straordinaria, è seguita una domanda, su tutte, ripensando alle indagini che riguardano il club bianconero: cosa rischia la Juve?

  • INDAGINE PRISMA E PLUSVALENZE

    Prima di addentrarci su quanto può rischiare il club bianconero, facciamo un passo indietro: nel maggio del 2021 è partita l'indagine "Prisma", condotta dalla Procura di Torino con attività tecniche di intercettazione di comunicazioni e con il supporto di un consulente esperto in bilancio.

    Lo scorso 25 novembre 2021 è stata disposta la prima perquisizione nella sede bianconera, a opera della Guardia di Finanza: tra gli indagati ci sono Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Stefano Cerrato (responsabile dell'area finanza) e alcuni ex dirigenti, tra cui Fabio Paratici. Seguono, quindi, diverse convocazioni da parte dei magistrati, tra cui quella di Maurizio Arrivabene, e altre perquisizioni.

    Sono due i filoni principali dell'indagine "Prisma": le plusvalenze e la "manovra stipendi" (quest'ultima citata anche nella nota delle dimissioni del CDA della Juventus). Nel primo caso sono state 62 le operazioni finite nel mirino della Covisoc, 42 delle quali riguardanti Madama (prosciolta).

    Tuttavia la Procura della FIGC ha disposto la riapertura del processo, con il procuratore federale Giuseppe Chiné che ha formalmente richiesto la revocazione della sentenza che aveva portato all’assoluzione dei club e dei dirigenti inizialmente deferiti.

    Notifica alla quale la Juventus ha risposto attraverso un comunicato ufficiale, sicura di poter dimostrare la legittimità del proprio operato:

    "Juventus Football Club S.p.A. (“Juventus” o la “Società”) comunica di aver ricevuto questa sera, unitamente ad altre 8 società di calcio italiane e relativi soggetti apicali all’epoca dei fatti, dalla Procura Federale presso la F.I.G.C. una “impugnazione per revocazione parziale, ex art. 63, del C.G.S., della decisione della Corte Federale di Appello, Sezioni Unite, n. 0089/CFA-2021-2022 del 27 maggio 2022, divenuta definitiva”.

    Con la decisione impugnata la Corte Federale di Appello aveva rigettato il reclamo proposto dalla Procura Federale avverso la decisione del Tribunale Federale Nazionale che, a sua volta, aveva prosciolto Juventus e gli altri soggetti deferiti per insussistenza di qualsiasi illecito disciplinare in ordine alla valutazione degli effetti di taluni trasferimenti dei diritti alle prestazioni di calciatori sui bilanci e alla contabilizzazione di plusvalenze.

    La Società potrà articolare le proprie difese nei termini previsti dal codice, confidando di poter ulteriormente dimostrare la correttezza del proprio operato, l’assenza di elementi nuovi sopravvenuti rilevanti per il giudizio rispetto alla decisione della Corte Federale di Appello e la carenza dei presupposti dell'impugnazione proposta".

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  • LA "MANOVRA STIPENDI"

    Il secondo filone è quello della "Manovra stipendi", ovvero tutto ciò che riguarda gli accordi tra club e calciatori nel periodo del Covid, inerenti al taglio degli stipendi (con presunta evasione dell'IVA): entrambi i temi dell'indagine "Prisma", comunque, conducono all'accusa di "falso in bilancio".

    Attraverso una nota della Procura, il 24 ottobre 2022 viene notificato ai componenti dell'allora CDA della Juventus l'avviso di conclusione delle indagini preliminari, partite nel 2021. I reati presi in esame sono quelli di "falso nelle comunicazioni sociali" e "false comunicazioni rivolte al mercato" per fatti tra il 2019 e il 2021.

    "Il quadro probatorio acquisito consente di delineare, ad avviso di questo Ufficio, una attività di alterazione delle poste di bilancio (e quindi dei risultati di esercizio) quale conseguenza, in primo luogo, di un anomalo ricorso ad operazioni di scambio dei diritti alle prestazioni sportive di un elevato numero di atleti, operazioni, per altro, nel complesso distoniche nel panorama nazionale. Operazioni di scambio che, non generando flussi finanziari di sorta, risultano, sempre secondo l'impostazione dell'accusa, concluse a valori stabiliti dalle parti in modo arbitrario e con lo scopo di far fronte alle necessità di bilancio del momento: tali operazioni sono state ritenute fittizie, anche alla luce del contenuto di conversazioni registrate nel corso delle indagini".

    Sulla questione stipendi ha provato a far luce anche la Consob: potrebbe esserci stata una gestione irregolare della manovra. La Juventus, proprio nel periodo del Covid, ha annunciato circa 90 milioni di risparmio per le mensilità "tagliate", in attesa della ripresa del campionato. Con quest'ultima gli stipendi sono stati pagati, ma sono stati contabilizzati in una maniera ritenuta irregolare dalla Consob e dalla Procura, con un risparmio minore. Quel che può avere rilevanza dal punto di vista sportivo deriva quindi dalla possibile alterazione dei bilanci del club.

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  • IL PERCHÈ DELLE DIMISSIONI DEL CDA

    Rimane però l'importanza delle dimissioni in blocco: queste, come spiegato da Marco Bellinazzo, giornalista de "Il Sole 24 ORE", sarebbero avvenute per togliere pressione sulla società e sugli indagati.

    "Il CDA rimanendo in carica avrebbe potuto magari secondo la Procura manomettere determinate prove, ripetere i reati e questo creava una pressione molto forte sia sulla società, sia su chi è indagato. Dimettersi significa togliere pressione sulla società e togliere in gran parte pressione sugli indagati, perché sarà complicato chiedere misure cautelari e l'arresto per Andrea Agnelli", ha spiegato a Sportitalia Marco Bellinazzo.

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  • INCHIESTA UEFA: SALTA IL SETTLEMENT AGREEMENT?

    La UEFA ha deciso di non attendere l'esito dell'indagine della Procura di Torino ma di procedere in parallelo.

    Questo significa che gli inquirenti collaboreranno scambiandosi documenti e informazioni. E non è escluso - secodo La Gazzetta dello Sport - che la UEFA prenderà provvedimenti prima della FIGC se dovesse ravvisare violazioni.

    Il pericolo sanzione deriva dall'ipotesi di alterazione con dolo dei conti. La Juve in deficit ha firmato un 'Settlement Agreement' con l’UEFA: multa di 23 milioni, ridotta però a 3,4 milioni se entro tre anni (2024-25) i conti torneranno in regola. Inoltre, limitazioni alle rose (fino all'annata 2025/2026 solo 23 giocatori in lista) e al mercato (a meno che il saldo sia positivo). Infrazioni più serie, però, porterebbero all’annullamento dell’accordo e a sanzioni più pesanti.

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  • COSA RISCHIA LA JUVENTUS

    Solo dopo aver accertato i fatti che, al momento, rimangono solo accuse e presunti illeciti, la giustizia sportiva può fare il suo corso, facendo riferimento all'articolo 31 del Codice di Giustizia Sportiva della FIGC.

    "Costituisce illecito amministrativo la mancata produzione, l'alterazione o la falsificazione materiale o ideologica, anche parziale, dei documenti richiesti dagli organi di giustizia sportiva, dalla COVISOC e dagli altri organi di controllo della Federazione nonché dagli organismi competenti in relazione al rilascio delle licenze UEFA e FIGC, ovvero il fornire informazione mendaci, reticenti o parziali".

    Questo perché se il falso in bilancio porta a ricevere l'ok per "l'iscrizione a una competizione cui non avrebbe potuto essere ammessa", la società rischia dalla penalizzazione di uno o più punti in classifica alla retrocessione all'ultimo posto in classifica del campionato di competenza, o l'esclusione dallo stesso.

    Gli unici club finora sanzionati per il caos plusvalenze sono stati il Chievo Verona e il Cesena (tre punti di penalizzazione per i veneti, ma destino diverso per il club bianconero, fallito prima del giudizio).

    L'indagine della UEFA potrebbe portare a scenari diversi, come sottolinea 'La Gazzetta dello Sport'. A livello europeo, la lista di sanzioni è ampia: penalizzazioni, trattenuta premi Uefa, limiti alla rosa e al mercato, squalifica dai tornei (in teoria anche in corso).

    Non resta che attendere gli sviluppi delle indagini in corso per comprendere meglio quali possono essere gli scenari ordinari e sportivi della giustizia, legati alla situazione della Juventus.

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