Prima di addentrarci su quanto può rischiare il club bianconero, facciamo un passo indietro: nel maggio del 2021 è partita l'indagine "Prisma", condotta dalla Procura di Torino con attività tecniche di intercettazione di comunicazioni e con il supporto di un consulente esperto in bilancio.
Lo scorso 25 novembre 2021 è stata disposta la prima perquisizione nella sede bianconera, a opera della Guardia di Finanza: tra gli indagati ci sono Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Stefano Cerrato (responsabile dell'area finanza) e alcuni ex dirigenti, tra cui Fabio Paratici. Seguono, quindi, diverse convocazioni da parte dei magistrati, tra cui quella di Maurizio Arrivabene, e altre perquisizioni.
Sono due i filoni principali dell'indagine "Prisma": le plusvalenze e la "manovra stipendi" (quest'ultima citata anche nella nota delle dimissioni del CDA della Juventus). Nel primo caso sono state 62 le operazioni finite nel mirino della Covisoc, 42 delle quali riguardanti Madama (prosciolta).
Tuttavia la Procura della FIGC ha disposto la riapertura del processo, con il procuratore federale Giuseppe Chiné che ha formalmente richiesto la revocazione della sentenza che aveva portato all’assoluzione dei club e dei dirigenti inizialmente deferiti.
Notifica alla quale la Juventus ha risposto attraverso un comunicato ufficiale, sicura di poter dimostrare la legittimità del proprio operato:
"Juventus Football Club S.p.A. (“Juventus” o la “Società”) comunica di aver ricevuto questa sera, unitamente ad altre 8 società di calcio italiane e relativi soggetti apicali all’epoca dei fatti, dalla Procura Federale presso la F.I.G.C. una “impugnazione per revocazione parziale, ex art. 63, del C.G.S., della decisione della Corte Federale di Appello, Sezioni Unite, n. 0089/CFA-2021-2022 del 27 maggio 2022, divenuta definitiva”.
Con la decisione impugnata la Corte Federale di Appello aveva rigettato il reclamo proposto dalla Procura Federale avverso la decisione del Tribunale Federale Nazionale che, a sua volta, aveva prosciolto Juventus e gli altri soggetti deferiti per insussistenza di qualsiasi illecito disciplinare in ordine alla valutazione degli effetti di taluni trasferimenti dei diritti alle prestazioni di calciatori sui bilanci e alla contabilizzazione di plusvalenze.
La Società potrà articolare le proprie difese nei termini previsti dal codice, confidando di poter ulteriormente dimostrare la correttezza del proprio operato, l’assenza di elementi nuovi sopravvenuti rilevanti per il giudizio rispetto alla decisione della Corte Federale di Appello e la carenza dei presupposti dell'impugnazione proposta".