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Manchester City Napoli 2011-2025 Champions League GFXGOAL

Dal City al City 14 anni dopo: il Napoli torna a Manchester da grande

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In 14 anni cose e persone cambiano, in un senso o nell'altro. La vita scorre, gli eventi prendono il sopravvento, gioie e dolori si mescolano entusiasmandoti e/o buttandoti giù. Succede nel quotidiano, accade nel lavoro, si verifica nel calcio.

Lo sa bene Aurelio De Laurentiis, pronto a godersi il suo Napoli  - nel ricordo della prima in Champions League della propria era - nuovamente nella tana del Manchester City: occhi diversi, consapevolezze rivoluzionate e ribaltate da denaro investito, idee lungimiranti e successi ottenuti tra passaggi a vuoto e ostacoli complicati da superare. Gioie e dolori, appunto.

L'Etihad - bypassando il precedente del 2017/2018 con Maurizio Sarri, conclusosi 2-1 per i britannici - riaccoglie gli azzurri dopo avergli steso il red carpet nel 2011, pronto stavolta a trasformarsi nel teatro di un incrocio con ben altri contenuti.

  • DA ACERBO A GRANDE

    Il Napoli è diventato grande, da giocattolo acerbo si presenta al cospetto di Guardiola con big e sicurezze acquisite dentro e fuori dal campo su cui sta apponendo la ceralacca Mr. Antonio Conte, fautore dello step che serviva per proiettare la Partenope del pallone definitivamente in alto.

    Da quel 14 settembre 2011 è trascorsa un'eternità servita ad ADL per apprendere, studiare, integrarsi in un mondo per lui ignoto e porre le basi di un futuro che oggi rappresenta un presente pensato e agognato, creato mattone dopo mattone all'insegna di pazienza e visioni.

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  • SEE YOU AGAIN

    La casa del City apre per la terza volta le porte al Napoli dunque, dando vita all'originario remake del match che inaugurò i gironi della Champions di 14 stagioni fa in cui gli interpreti fungevano da cocktail tra gioielli e gregari.

    Walter Mazzarri in panchina, il trio terribile Hamsik-Lavezzi-Cavani a suonare la carica e sprigionare talento, alzando il livello tecnico di una squadra in ascesa ma - se parliamo dell'Europa dei grandi - inesperta. Eppure quel Napoli, al cospetto di una rivale piena di denaro e top player, uscì dall'Etihad facendo un figurone.

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  • IL LAMPO DEL MATADOR

    City-Napoli del 2011 sancì il ritorno degli azzurri sul palcoscenico continentale più prestigioso dopo 20 anni di assenza: l'ultima apparizione risaliva infatti al 1990/91, nella cara vecchia Coppa dei Campioni.

    La 'banda' Mazzarri dimostrò coraggio e spaventò la squadra allora guidata da Roberto Mancini con ripartenze, carattere e una solidità che le consentirono addirittura di portarsi in vantaggio: con chi, se non col Matador?

    Grande merito a Christian Maggio, fedelissimo del mago Walter, che con un coast to coast palla al piede offrì a Cavani il pallone che l'uruguagio depositò in fondo al sacco sotto le gambe di Hart.

    Una prova di forza, un guanto di sfida, adrenalina e idee: peccato che dopo 5' il lampo di Edi si rivelò illusorio, perché a pareggiare i conti ci pensò Aleksandar Kolarov. Poco male: Napoli fuori dall'Etihad tra gli applausi.

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  • IL TABELLINO DI MANCHESTER CITY-NAPOLI 1-1 DEL 2011

    MANCHESTER CITY-NAPOLI 1-1

    Marcatori: 69' Cavani (N), 74' Kolarov (M)

    MANCHESTER CITY (4-2-3-1): Hart; Zabaleta, Kompany, Lescott, Kolarov (76' Clichy); Yaya Touré, Barry; Silva, Aguero, Nasri (76' Johnson); Dzeko (81' Tevez). All. Mancini.

    NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Aronica; Maggio, Inler, Gargano, Zuniga; Hamsik (89' Santana), Lavezzi (58' Dzemaili); Cavani (83' Pandev). All. Mazzarri.

    Arbitro: Eriksson (Svezia)

    Ammoniti: Maggio (N), Zabaleta (M), Cannavaro (N), Aronica (N), Inler (N)

    Espulsi: nessuno

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  • QUEL NAPOLI ELIMINÒ IL CITY

    Il biglietto da visita europeo di Hamsik & co., giornata dopo giornata, divenne qualcosa di ben più clamoroso: il Napoli riuscì a superare un girone proibitivo, battendo 2-1 il City al San Paolo (per gli inglesi in goal Balotelli) e chiudendo secondo alle spalle del Bayern e davanti ad Aguero e compagni clamorosamente spediti a casa a braccetto col Villarreal.

    Un'impresa in piena regola poi infrantasi sul muro Blue del Chelsea, agli ottavi, al culmine di un doppio confronto non adatto ai deboli di cuore: anche in quel caso, però, a dispetto dell'eliminazione soltanto 'chapeau'.

  • UN ALTRO NAPOLI

    Quell'amarezza, a distanza di tempo, ha rappresentato un tassello cruciale nell'ascesa del progetto De Laurentiis: farsi male per rialzarsi più forti, consci che le battute d'arresto si rivelano spesso preludio per qualcosa di bello.

    Nel frattempo il Napoli ha rispolverato e arricchito la sua bacheca, giocando ogni anno le Coppe eccezion fatta per il 2024/2025: eccola la curiosità, con la terza reunion col City a certificare il ritorno degli azzurri sul maggior palcoscenico continentale come avvenne nel 2011.

    Due Scudetti, tre Coppe Italia, una Supercoppa Italiana, fuoriclasse e nomi di spicco transitati, scommesse scovate, coltivate e rivendute a peso d'oro: il tutto fino a giungere all'apice dell'era ADL, con Conte in panchina e big a trainare una nave tricolore laureatasi modello europeo da prendere come esempio.

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  • ALL'ETIHAD CON DUE SIMBOLI DI MANCHESTER

    Per far capire quanto sia cresciuto e come sia proiettato al vertice il Napoli, basta rimarcare come i leader corrispondano a due nomi che hanno scritto pagine importanti della Manchester del pallone: Kevin De Bruyne, per un decennio fuoriclasse e bandiera del City, fiancheggiato da Scott McTominay, prodotto dell'Academy dello United su cui - visti DNA ed exploit - ad Old Trafford non hanno creduto a dovere. Da rivali nel derby a compagni in azzurro, pronti ad affrontare Guardiola e Haaland a viso aperto ergendosi a garanti della scalata partenopea.

  • ESAME DOPO LO SHOW DI FIRENZE

    Quello di Manchester, per il Napoli, assume il sapore di un esame di maturità: sabato scorso al Franchi è andata in scena la miglior versione dell'abito Contiano, in grado di far collimare senso di superiorità, personalità e trame di gioco per larghi tratti spumeggianti.

    E se gli elogi per l'ascesa si sprecano, aver visto all'opera una squadra così 'totale' rende obbligatorio confermarsi anche contro il City. Sì, perché il Napoli ammirato a Firenze può davvero pensare in grande anche in Champions.

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