Da Pulisic a Hojlund, da Gaetano a Lautaro Martinez: la Top 11 della 14ª giornata di Serie A

Quante parate all'Olimpico. Vola più volte per impedire alla Lazio di andare a segno, specialmente nel secondo tempo su Guendouzi. Lo batte solamente Isaksen, e anche lì il portiere del Bologna aveva detto di no a Zaccagni.

Segna contro l'Atalanta il secondo goal di fila dopo quello di Genova, stavolta utile per i tre punti, e sulla destra è semplicemente impossibile da fermare. Apre pure l'azione del tris di Bernede. Degno erede di Tchatchoua al Verona.

Non si fa tradire dall'emozione dell'ex contro il Lecce, guidando con leadership e potere fisico la difesa della Cremonese e consentendo ai grigiorossi di tenere la porta chiusa.

Gran partita anche per lui. In difesa chiude tutto dopo l'iniziale vantaggio viola e in attacco è decisivo: è lui a segnare la rete del 2-1, quella che di fatto cambia il match costringendo la Fiorentina all'ennesima sconfitta.

Due assist, una rete annullata, la solita corsa su e giù per la fascia sinistra. Uno dei grandi protagonisti della goleada dell'Inter sul Como.

Fa ammattire la fascia sinistra della Juventus, formata da Cabal e Koopmeiners, confermandosi uno degli uomini più in spolvero del rinato Napoli. Vedere per credere l'azione che porta al momentaneo 1-0 di Hojlund: metà del merito è sua.

Torna a segnare, irrobustisce la propria candidatura per i primi posti della classifica cannonieri e col Como offre una prestazione di qualità in mezzo al campo.

Il man of the match del Cagliari, che fa il colpaccio e si porta a casa tutti e tre i punti in palio contro la Roma. Il tutto nonostante Pisacane gli abbia concesso appena i 20 minuti finali più recupero.

Per fortuna aveva la febbre. Alla fine non solo gioca nonostante i punti interrogativi della vigilia, ma con una strepitosa doppietta trascina il Milan alla rimonta, alla vittoria e al primo posto assieme al Napoli.

Non segnava da una vita, si è sbloccato in una delle partite più sentite e importanti. Prima un guizzo da bomber puro, poi il colpo di testa che manda in estasi il Maradona. Determinante.

Serve assist ai compagni, va a segno con una zampata da rapace ben servito da Luis Henrique. Se a Pisa aveva ritrovato fiducia, col Como l'ha mantenuta. Peccato solo che nella ripresa si divori la doppietta.

(4-4-2): Ravaglia; Belghali, Baschirotto, Muharemovic, Dimarco; Neres, Calhanoglu, Gaetano, Pulisic; Hojlund, Lautaro Martinez.