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Rocco CommissoGetty Images

Commisso accusato di usare un account Twitter falso per insultare i capi di MLS e Federazione: "Non è da me"

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Rocco Commisso è al centro di un caso poco piacevole negli Stati Uniti: come emerso durante un processo, il presidente della Fiorentina ha utilizzato anni fa un account Twitter (oggi X) fake per attaccare altri dirigenti del calcio statunitense.

Nel mirino di Commisso, in particolare, sono entrate due figure di spicco del pallone a stelle e strisce: il commissioner della MLS Don Garber e il presidente della Federazione USA (USSF) Sunil Gulati.

I due sarebbero stati attaccati via social da Commisso nell'ambito di una querelle tra la NASL - che ai tempi era presieduta proprio dall'attuale patron della Fiorentina e rappresentava in pratica la seconda divisione del calcio statunitense - la MLS e la USSF.

  • GLI ATTACCHI SOCIAL

    Gli attacchi social di Commisso, come rivela il sito Front Office Sports, risalgono alla fine del 2017. In quel periodo era già sorto il contenzioso con protagonista la NASL e la Federazione: quest'ultima aveva respinto la richiesta della controparte di rinnovare la propria licenza come seconda divisione, decretandone in pratica il crollo e il fallimento e provocando la rabbia dell'imprenditore.

    Commisso avrebbe così creato un account Twitter fake, con il nome Global Soccer Fan e lo username @fan_global. L'intento? Quello di diffamare Gulati e Garber, ovvero i capi di USSF e MLS.

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  • I PARAGONI CON WEINSTEIN

    Commisso, in alcuni tweet, ha paragonato Garber e Gulati ad Harvey Weinstein, il produttore cinematografico statunitense che nel 2020 è stato condannato per violenza sessuale su diverse donne dello spettacolo.

    In un altro post social, ancora Commisso ha paragonato la MLS a una prostituta, scrivendo che "ci riesci solo se paghi".

    Lo stesso presidente della Fiorentina ha ammesso tutto durante il processo in corso per la causa antitrust intentata dalla NASL nei confronti di MLS e Federazione: processo durante il quale queste ultime hanno contrattaccato, portando alla luce i tweet dell'epoca riconducibili proprio a lui.

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  • L'AMMISSIONE DI COMMISSO

    "Penso che lei sia d'accordo con me nell'affermare di aver capito l'orrore assoluto di equiparare qualcosa o qualcuno allo stupro: corretto?" ha chiesto Brad Ruskin, avvocato della MLS, a Commisso. E questi ha risposto di sì.

    Ruskin ha proseguito chiedendo a Commisso se avesse "scelto di equiparare qualcuno allo stupro rispetto a un reclamo aziendale in cui non ha ottenuto ciò che voleva", aggiungendo se fosse "stato allora che aveva deciso di farlo". E anche in questo caso il massimo dirigente viola ha risposto di sì.

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  • "NON È DA ME"

    "Non sto bene, perché non è da me - ha detto Commisso in Tribunale, come scrive ancora Front Office Sports - Ho chiuso l'account Twitter, non ho scritto tweet per cinque o sei anni e sono felice di aver chiuso tutta quella roba sui social".

    Quando il giudice, Hector Gonzalez, gli ha detto che poteva farsi da parte, Commisso ha chiesto: "Ora posso andare a casa?". E quando Gonzalez gli ha risposto affermativamente, ha ribattuto: "Oh mio Dio. Grazie giuria. Grazie giudice".

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