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Cristiano Giaretta PafosGetty Images

Chi è Cristiano Giaretta, il ds italiano del Pafos che sfida la Juventus: dal Veneto a Cipro, ha scoperto Bruno Fernandes

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C'è un po' d'Italia nel Pafos che questa sera, a partire dalle 21, sfiderà la Juventus all'Allianz Stadium nella sesta giornata del girone di Champions League. Non in campo oppure in panchina: dietro a una scrivania.

Il nostro connazionale è Cristiano Giaretta, ed è il direttore sportivo del Pafos. Ovvero del piccolo club cipriota che 11 anni fa nemmeno esisteva, e che poche settimane fa, dopo aver superato una serie di turni preliminari, ha conquistato contro il Villarreal il primo successo nella più importante competizione continentale.

Chi è dunque, l'italiano che torna in Italia da avversario? La storia di Giaretta, che partendo dal Veneto è diventato un giramondo non solo d'Italia, ma anche d'Europa.

  • IL PASSATO DA CALCIATORE

    Vicentino di nascita, ma trasferitosi in tenera età a Monza per il lavoro del padre, Giaretta è stato per lungo tempo un calciatore. Anche se gli appassionati d'élite non hanno un ricordo così nitido di lui e delle sue giocate.

    Faceva il difensore centrale, l'attuale dirigente del Pafos. Ma non lo ha fatto ad altissimi livelli. Al massimo è arrivato in Serie B, dove nel 1988/89 ha collezionato una quindicina di presenze, ma per il resto ha suddiviso la propria carriera tra Serie C1 e Serie C2.

    Proprio il Monza ha rappresentato la maglia più indossata in carriera: un iniziale triennio proveniente dal settore giovanile, quindi un altro quadriennio dal 2002 al 2006, dopo qualche esperienza con Carrarese, Pro Sesto e Lecco. Alla Pro, nel 2006, ha infine chiuso la carriera da professionista.

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  • HA SCOPERTO BRUNO FERNANDES E CEDUTO ORSOLINI ALLA JUVE

    Iniziata la carriera di direttore sportivo proprio alla Pro Sesto, Giaretta si è messo in luce al Novara. Dove ha ad esempio scoperto un giovanissimo Bruno Fernandes, oggi capitano del Manchester United e stella del Portogallo, portandolo successivamente con sé anche all'Udinese.

    Tra il Friuli e il Watford, altro club della famiglia Pozzo dove ha prelevato Joao Pedro (oggi al Chelsea), Giaretta è stato anche all'Ascoli e al CSKA Sofia. Nelle Marche ha incrociato la strada di Riccardo Orsolini, giovane talento del vivaio bianconero, cedendolo alla Juventus nell'estate del 2016: un matrimonio che, di fatto e quindi sul campo, alla fine non si è mai celebrato davvero.

    "Fu una grande cessione - ha ricordato Giaretta martedì in un'intervista a Tuttosport - ci avevano visto lungo, poi non se n’è fatto nulla. Ma Riccardo è ancora di quel livello lì, è solo esploso più tardi. È che all’inizio non è mica facile, però le qualità si vedevano. Tornando ai dati: Orsolini in quelli fisici è una bestia, è un giocatore che è a quel livello lì".

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  • L'AVVENTURA AL PAFOS

    Giaretta è il direttore sportivo del Pafos dal dicembre del 2023. In precedenza era stato proprio al Watford. Lo "strano" matrimonio ha funzionato: dopo il suo arrivo il club ha vinto la Coppa di Cipro, primo storico trofeo della propria storia, e poi anche il campionato locale. Con la stella David Luiz - ex Chelsea, PSG, Arsenal - che da qualche mese ricopre il ruolo di uomo immagine.

    "All’inizio ero abbastanza preoccupato per la difficoltà di attrarre i calciatori - ha raccontato al Giornale di Vicenza a settembre - Ma credo che la proprietà mi abbia scelto proprio per questo: grazie al mio network sono riuscito a spiegare agli agenti e poi ai giocatori la validità del progetto, loro mi hanno seguito e ascoltato. Poi una volta che arrivano qui rimangono molto volentieri: qui c’è una vita molto lenta, sempre all’aperto, c’è il sole per almeno 11 mesi all’anno, con temperature molto gradevoli. Ci sono scuole internazionali e quindi anche per le famiglie è il posto ideale".

    Prima del cammino in Champions League, prima del leggendario approdo alla Fase Campionato, Giaretta e il Pafos avevano già vissuto un'esperienza di rilievo nel 2024/2025: il percorso in Conference League si era interrotto solo agli spareggi per mano del Djurgarden. Nel girone era arrivata una sconfitta in casa della Fiorentina, ma di misura (3-2) e onorevolissima.

    "Abbiamo portato il calcio di alto livello a Pafo - ha detto ancora Giaretta a Tuttosport - E in generale il calcio di quest’isola è arrivato in tanti parti d’Europa. Ricordo la partita di Firenze, ad esempio. E già aver portato la squadra in Italia è stata fonte di grande orgoglio".

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  • LA SFIDA ALLA JUVENTUS

    Giaretta ha già affrontato la Juventus da direttore sportivo, quand'era all'Udinese. Ma questa volta sarà diverso: si giocherà in Champions League, con quella musichetta che fa venire i brividi e l'atmosfera di quelle notti che rimarranno impresse nei ricordi per tutta la vita.

    "Innanzitutto ai miei ragazzi dirò di vivere questo appuntamento nel miglior modo possibile - ha detto il dirigente vicentino al Bianconero dopo il sorteggio di fine agosto - anche perché per molti di loro potrebbe essere una prima e ultima volta. È una sfida da pelle d'oca, il blasone e il contesto possono togliere il respiro, ma vogliamo giocarcela".

    Come si ferma la Juventus? "Sarà un'impresa difficilissima ma sicuramente cercheremo di portare sempre in campo la nostra identità, quella di una squadra veloce e briosa, dinamica soprattutto sugli esterni. Credo che queste partite vadano giocate con intelligenza, senza presunzione ma anche senza paura".

    Il classico "comunque vada sarà un successo", insomma. O quasi: perché il Pafos fin qui ha perso solo col Bayern, ha battuto il Villarreal, ha pareggiato tre partite su cinque. Insomma, è una squadra vera. Anche grazie al lavoro dell'italiano Giaretta.

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