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Caprile NapoliGetty Images

Caprile racconta il segreto di Conte al Napoli: "Lui come Bielsa, anche due ore e mezzo in campo"

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Elia Caprile avrebbe potuto laurearsi campione d'Italia col Napoli, ma a gennaio ha deciso di trasferirsi al Cagliari.

Una scelta di cui il portiere, intervistato da 'Cronache di Spogliatoio', non si dice affatto pentito.

Caprile inoltre racconta alcuni dettagli degli allenamenti vissuti nei sei mesi con Antonio Conte, paragonandolo a Marcelo Bielsa.

  • Caprile CagliariGetty Images

    CAPRILE E LO SCUDETTO SALVEZZA

    II portiere spiega cosa lo ha spinto a lasciare Napoli per trasferirsi al Cagliari: "Il ragionamento è stato semplice: volevo giocare. È un bisogno fisico che ho. Il campo e lo stadio pieno, decidere le sorti della partita… sono cose impagabili a cui non voglio rinunciare. A Napoli ho giocato 6 partite, in quei 6 mesi sono stato benissimo, sia con il gruppo - pieno di bravissime persone e che non avevo dubbi avrebbe vinto il campionato - che con la piazza. Stavamo bene insieme. Ma personalmente a un certo punto, a dicembre, mi sono guardato allo specchio dicendo: ‘Ok, forse vincerai lo Scudetto, ma riesci a reggere altri 6 mesi senza praticamente giocare?’. Ho fatto la scelta più giusta: è vero, il Napoli ha vinto e non sono campione d’Italia, ma sono andato a Cagliari, in una piazza importante e storica del nostro calcio.Avevo detto che per me lo Scudetto sarebbe stato salvare il Cagliari. Sono contentissimo di questa scelta: ho trovato un altro gruppo di persone fantastiche, anche chi lavora con la squadra".

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  • IL SEGRETO DI CONTE

    Quando gli si chiede come Conte abbia portato il Napoli dal decimo posto allo Scudetto, Caprile sottolinea: "Non avendo vissuto la passata stagione, mi sono fatto raccontare alcune cose. Posso dirti che quello che ho visto nei primi 6 mesi di questa stagione a Napoli è simile a quello che mi ha fatto vedere Bielsa quando ero a Leeds: cura dei dettagli maniacale. Con Conte, come con Bielsa, finché la cosa non esce perfetta in allenamento, si rimane in campo a provarla.Non c’è altra strada. Si rimane lì finché non viene. Senza lamentele e senza niente: quello che fai bene il mercoledì te lo ritrovi la domenica. Questo è stato il segreto del Napoli: non avere problemi ad accettare un mister che ti fa rimanere in campo anche due ore e mezzo perché le cose devono venirti bene e te le ritrovi in partita.E poi lui riesce davvero a entrare dentro ai calciatori a gamba tesa, nel senso positivo: riesce a tirarti fuori, come un dono, quello che altri non riescono. La prima volta che ci siamo sentiti gli chiesi di essere sempre diretto, anche se avesse dovuto dirmi una cosa brutta: lo è sempre stato, infatti, e nutro un profondo rispetto per lui".

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  • IL PARAGONE CONTE-BIELSA

    Caprile ricorda il periodo con Bielsa al Leeds: "Era l’allenatore della prima squadra del Leeds. Conosceva tutto ciò che riguardava il club dall’u-18 in poi e il preparatore dei portieri gli tagliava tutti i goal dei top-5 campionati europei. Si vedeva una cosa come 200 goal segnati al giorno e aveva preso una stanza dentro al centro sportivo. Con lui si rimaneva in campo fino a quando un esercizio non veniva perfetto, un po’ come Conte a Napoli: è la loro forza".

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  • LA CRESCITA DI MCTOMINAY

    Infine il portiere spiega anche cosa ci sia dietro l'esplosione di McTominay al Napoli: "Scott mi ha detto: ‘Non mi sono mai allenato così tanto come con Conte’. Mi aspettavo che avrebbe avuto questo impatto sulla Serie A. Da lui, ma come da tutti i nuovi: Kvara… McTominay, Buongiorno, Di Lorenzo, Lobotka che secondo me è il centrocampista più forte in Italia con le sue caratteristiche. Sembrava di essere al parco giochi. Abbiamo parlato con McTominay e Gilmour della cultura in inglese, mi informavo come era la vita allo United e al Brighton, ci confrontavamo con la mia esperienza al Leeds e poi in Italia".

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