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3X3 13a giornata

C'è davvero un problema di arbitri in Serie A? Cosa servirebbe per ristabilire la calma? Il mondo Inter è troppo critico con Lautaro Martinez? La Fiorentina rischia sul serio di retrocedere in Serie B? Il 3X3 di GOAL

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  • C'è davvero un problema di arbitri in Serie A? Cosa servirebbe per ristabilire la calma?
  • Il mondo Inter è troppo critico con Lautaro Martinez?
  • La Fiorentina rischia sul serio di retrocedere in Serie B?

Tre domande a tre giornalisti di GOAL dopo le partite della tredicesima giornata di Serie A: le risposte di Antonio Torrisi, Stefano Silvestri e Marco Trombetta nel nostro 3X3.

  • Var Serie AGetty Images

    C'è davvero un problema arbitri in Serie A?

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  • “Anziché fermare l'arbitro di turno si scelga definitivamente una linea da seguire, per il bene di tutti"

    Antonio Torrisi - In una situazione in cui sembrano aver ragione tutti, a giro, tra i rappresentanti delle squadre di Serie A ritorna prepotentemente in mente l’intervento di Carlo Ancelotti in uno dei più iconici momenti di confronto tra allenatori e arbitri della “prima epoca” VAR. Perché un periodo così denso di polemiche per le linee guida dello stesso VAR, in effetti, il massimo campionato lo ha già vissuto nel 2019, quando al culmine di mesi abbastanza tesi (eufemismo) i dirigenti della classe arbitrale e i tecnici si sono riuniti al Parco dei Principi a Roma con l’intento di far chiarezza, una volta per tutte, sulla direzione da seguire. Ci sono riusciti? Spoiler: no.

    O, almeno, se ci troviamo a questo punto no. “Chi arbitra le partite?”, era la domanda di Ancelotti, in un botta e risposta con Rizzoli che ha avuto, tra i passaggi principali, “il Var non nasce per eliminare ogni errore” e, ancora, “c’è un problema di comunicazione”. E qui, invece, torna in mente l’intervento di Rocchi a Open VAR dopo la giornata del Derby di Milano e di Fiorentina-Juventus. “Il VAR può intervenire su tutto”. Non ce ne voglia Rocchi, ma così sì che si fa confusione.

    Perché dall’introduzione del VAR, nel 2017, e dalle successive riunioni, quella del 2019 che abbiamo citato, sono passati tanti anni e che ritrovarsi, adesso, di nuovo, a commentare episodi “dubbi” e interpretabili in alcuni casi e meno “dubbi” e interpretabili in altri, pur essendo simili (o, alcune volte, identici come nel caso del fuorigioco geografico) potrebbe risultare problematico. Proprio il caso del fuorigioco geografico ci racconta un’applicazione delle regole che si evolve col passare degli anni. Ma si può davvero adattare il regolamento a campionato in corso?

    E, soprattutto, si può pretendere calma in un contesto del genere? Le decisioni, poi, dei vertici arbitrali di fermare questo o quell’arbitro non aiutano: sbagliare è umano come umani sono i direttori di gara. Salde, invece, dovrebbero essere le regole: quelle, con dei parametri oggettivi da applicare e senza troppe revisioni. O interpretazioni. Rigore è se si commette fallo e il fallo viene deciso in base a determinati casi già stabiliti dal regolamento. Una volta chiarita la linea si deve seguire. Una volta seguita, poi, scompariranno anche polemiche e confusioni. E vivremo tutti felici e contenti.

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  • FBL-ITA-SERIEA-PISA-INTERAFP

    Il mondo Inter è troppo critico con Lautaro?

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  • “Dipende da come lo si considera: è un campione o un fuoriclasse?”

    Stefano Silvestri - Ma Lautaro Martinez è “solo” un ottimo giocatore, è un campione, è un fuoriclasse? Perché è da qui che deve partire tutta l’analisi. Se è “solo” un ottimo giocatore, allora forse sì, le critiche dopo ogni periodo di magra realizzativa possono anche essere considerate comprensibili se non giuste. Ma se il mondo Inter lo considera un campione se non un fuoriclasse, probabilmente è meglio abbassare un pochino le aspettative nei suoi confronti.

    La verità sta nel mezzo: il capitano nerazzurro è ovviamente e palesemente uno dei calciatori migliori della Serie A, nonché l’uomo simbolo della squadra vice campione d’Europa in carica, ma allo stesso modo non è nemmeno un fuoriclasse. Il che non è un demerito, bene precisarlo: questa è un’etichetta che può essere appiccicata solo a pochissimi calciatori al mondo. Kylian Mbappé ed Erling Haaland, ad esempio. O Lamine Yamal. E prima di loro gli alieni Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, comunque fuori categoria. Gente con una continuità di rendimento ad altissimi livelli che l’argentino - pur bravissimo, ripetiamo - fatica da sempre a mantenere.

    Lautaro va a strappi, alterna un periodo dorato a uno in cui mette il muso e non segna più. In questa stagione ha segnato quasi solo alle squadre della parte destra della classifica: Torino, Cagliari, Cremonese e Pisa in campionato, Slavia Praga, Union SG e Kairat in Champions League. Con l’unica eccezione del guizzo vincente contro la Lazio, formazione che lotterà per l’Europa. Negli scontri diretti, invece, non ha mai fatto bene: gli ultimi due contro Milan e Atletico Madrid, culminati con altrettante sostituzioni. Per cui, in questo senso è giusto che l’ambiente Inter pretenda di più da lui. Ma con aspettative un po’ più realistiche.

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  • Fiorentina players Fiorentina AEK Conference LeagueGetty

    La Fiorentina rischia davvero la retrocessione?

  • "Non si tratta di rischio, ma di ipotesi reale"

    Marco Trombetta - Un anno fa, a questo punto del campionato, la Fiorentina aveva 28 punti, era a -1 dalla vetta e aveva vinto 8 partite su 13, perdendone soltanto una. Oggi a Firenze il mondo si è capovolto. Ultimo posto in classifica al pari del Verona, appena 6 punti e ancora nessuna vittoria. Il fallimento immediato del progetto Pioli e la scelta di affidarsi a Vanoli che sin qui non ha invertito una tendenza ormai preoccupante.

    Non si tratta soltanto di sensazioni negative, ma anche di statistica. Nell'era dei tre punti, nessuna squadra è poi riuscita a salvarsi dopo una partenza del genere. Parliamoci chiaro, la rosa della Fiorentina non è ovviamente da ultimo posto, ma proprio per questo motivo ritrovarsi in questa situazione, a lottare per la salvezza, rischia di tramutare tutto in un maxi psicodramma. Perché i giocatori non sono abituati, perché la piazza è di quelle che pesa più di altre quando le cose vanno male, perché subentra la paura di sbagliare, di riscrivere la storia al contrario.

    Negli anni, anche all'estero, abbiamo visto squadre partire con ben altri obiettivi e finire clamorosamente per retrocedere. Non si tratta, dunque, solo di un rischio. Ma di un'ipotesi reale. La Fiorentina può finire in Serie B eccome. Oggi lo meriterebbe anche. Questo deve essere chiaro nella testa dei giocatori, ma anche dei tifosi. Dzeko l'ha capito ed ha provato già a spiegarlo dopo la sconfitta in Conference e quella successiva di Bergamo. La Fiorentina dell'anno scorso deve essere cancellata il primo possibile, perché quella di quest'anno deve lottare per salvarsi. 

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