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Luciano Spalletti NapoliGetty Images

C'è chi fischia e c'è chi applaude: Spalletti-Napoli, reunion divisiva

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Trentatré anni. Trentatré anni senza ebbrezza tricolore, col volto di Diego stampato nei pensieri e sui muri della città.

Tanto era passato dall'ultimo Scudetto vinto dal Napoli, un tabù che Spalletti due stagioni e mezza or sono è riuscito a sfatare. Big Luciano sovrano azzurro, condottiero e capopopolo capace di scacciare i fantasmi di un digiuno di successi high profile, confezionando un'annata da sogno.

Ora però lo scenario risulta ribaltato, col tecnico di Certaldo che torna a sedersi su una panchina del Maradona ma al timone della Signora - calcisticamente, sia chiaro - più odiata da Partenope: la Juventus.

Una scelta seguita al disastro Nazionale e figlia di una voglia di riscatto probabilmente grande quanto la sete di vittorie covata dal 1990 dal popolo napoletano, che domenica sera si appresta a ritrovare il grande ex con addosso panni fino a pochi mesi fa impronosticabili.

Spalletti di nuovo al Maradona, sì, ma da avversario: una prima volta che alimenta curiosità e dibattiti su quella che sarà l'accoglienza riservata all'uomo del trionfo una volta varcate scalette e soglia della pista d'atletica che dalla Posillipo conduce al prato verde. Una mezza idea, respirando atmosfera e sensazioni della città, è possibile farsela.

  • TRA RANCORE E GRATITUDINE

    Su un simbolo del Napoli che passa alla Juve, la croce nera è pressoché scontata. Lo si è visto in tempi recenti coi vari Quagliarella (prima che venisse fuori la tremenda vicenda di stalking), Higuain, Sarri e c'è chi si appresta e trasferire le medesime vibes su Spalletti: sì, perché chi sceglie Madama dopo aver fatto grandi gli azzurri indossa automaticamente i panni del 'Giuda', di colui che rinnega quanto fatto e sbandierato sotto al Vesuvio.

    Una visione limitata e limitante che più d'un tifoso partenopeo possiede senza controllo, sversandola ogni qualvolta un personaggio amato e idolatrato si ripresenta a Fuorigrotta con un'altra maglia o panchina invise.

    Ma a fronte di ciò si registra - per fortuna - chi non fa prevalere inutili e superficiali rancori ed è pronto ad applaudire l'allenatore del terzo Scudetto, garantendogli eterna riconoscenza e gratitudine per l'impresa compiuta e griffata il 4 maggio 2023.

    Da "traditore" a "grazie lo stesso" il passo è breve, il gap è sottile, le menti spaziano a caccia di una linea emotiva da seguire: Spalletti al timone della Juve a molti fa male quanto fecero male il resto degli ex volati - seduta stante o dopo un lasso di tempo - a Torino sponda bianconera, mentre la gente che non dimentica (pur con qualche macchia legata allo step scelto dal diretto interessato) lascia immutato il ricordo di quel biennio culminato in un campionato che Napoli non celebrava dall'era Maradona.

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  • SENTIMENTI E CARRIERA DA SEPARARE

    Una città divisa tra fastidio/delusione e sentimenti intatti dunque, biglietto da visita di un Napoli-Juve che promette spettacolo e vibrazioni pulsanti. Per uniformarsi basterebbe comprendere come sentimenti e lavoro non sempre possono camminare di pari passo, in quanto tranciate da necessità professionali che non per forza significano "vado lì, quindi voi per me non siete stati nulla". Tutt'altro.

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  • SPALLETTI 'CUORE AZZURRO' A PRESCINDERE

    Lo dimostrano le dichiarazioni di Spalletti nella marcia d'avvicinamento al match, uno che quel tricolore ha deciso di imprimerselo sulla pelle scatenando anche qui ilarità e dubbi nel momento in cui ha sposato la Signora:

    "Il mio ritorno a Napoli? Già immagino la felicità che avrò nel rientrare in quello stadio: il comportamento dei tifosi non so quale sarà, ma il mio sarà facilissimo".

    "Sarà un'emozione incandescente, lì ho moltissimi amici e tanti bambini che mi aspettano".

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  • FISCHI E APPLAUSI PRONTI A MESCOLARSI

    La colonna sonora del Maradona, alle 20:40 circa, offrirà il perfetto mix tra fischi ed applausi: su un versante la fetta di pubblico che non digerisce e mai accetterà chi si veste di bianconero dopo aver alimentato l'azzurro, sull'altro l'equilibrio di chi riesce a scindere il percorso lavorativo da ciò che condisce matrimoni e legami extra-campo. Nessun "tradimento": Spalletti, anche se oggi ha scelto la Juve, ama e amerà sempre Napoli.

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