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Kompany BurnleyGetty

Il Burnley torna in Premier League: un percorso "scritto dalle stelle", e da Kompany

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"Scommetto quello che vuoi, ne sono convinto: tornerà": il senso e il tono delle parole di Pep Guardiola, delle sue interviste spesso affabili a tal punto da risultar finte, ragionate, convenienti, potrebbero aver avuto un senso legato, questa volta, alla realtà. Vincent Kompany, un giorno, potrebbe davvero allenare il Manchester City. E questo non perché lo dice Guardiola, ma perché lo racconta il suo percorso da allenatore, culminato all'apertura del weekend di Pasqua con la promozione del Burnley in Premier League.

Un campionato, quello dei Clarets, dominato dopo un anno dalla retrocessione in Championship: idee chiare, bel gioco. Tutto molto solido e compatto, volto a impreziosire una stagione che per la formazione dell'ex capitano del Manchester City è stata anche quella del confronto proprio contro i Citizens in FA Cup, ai Quarti di finale. Un 6-0 con tripletta di Haaland che rimane impresso più come punto di partenza che altro.

Al Burnley, sul campo del Middlesbrough, sono bastati due goal: quelli di Barnes e Roberts, rimasti ai Clarets dopo la retrocessione e protagonisti del giorno della festa. E della storia.

  • LA COSTRUZIONE DI UN'IDEA

    Per Kompany è, effettivamente, la prima gioia da allenatore: all'Anderlecht, sua prima avventura, a raggiunto un quarto e un terzo posto, ma ciò che ha colpito della sua avventura in Belgio, partita dopo il suo ritiro da calciatore, è stata l'importanza nella crescita di alcuni giovani calciatori, tra cui Zirkzee, attualmente al Bologna.

    C'è anche da dire che dalle parti di Turf Moor le aspettative erano già piuttosto alte: il ritorno in Premier League non era solo il primo obiettivo, ma anche una sorta di passaggio obbligato, tanto che il club ha permesso all'ex difensore belga di costruire la sua squadra. Prime richieste, tre giocatori provenienti dall'Academy del Manchester City: Arijanet Muric, CJ Egan-Riley (poi ceduto) e Taylor Harwood-Bellis.

    A questi, si aggiunge la colonia proveniente dal campionato belga, che Kompany ha visto da vicino: Al-Dakhil, Zaroury, Vitinho, Bastien (ma anche Hedilazio) e Cullen, che aveva con sè all'Anderlecht. Tra l'altro, rendendo molti tra questi delle colonne importantissime del suo progetto.

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  • PARTIRE COL FRENO A MANO, FINO ALLA GLORIA

    La stagione del Burnley, però, non è partita nel migliore dei modi: una sola vittoria nelle prima cinque gare, con la sconfitta contro il Watford che ha gettato delle nubi sulle idee di Kompany.

    Rispetto a Pep Guardiola, suo mentore, l'ex difensore belga lascia più il possesso agli avversari (con una media del 43% a partita all'inizio dell'anno), ma ha un'altissima percentuale di passaggi a gara, fino a pochi mesi fa solo dietro allo Swansea.

    In termini numerici, risalta all'occhio sia il miglio attacco, con 76 goal siglati, che la miglior difesa, con 30 goal subiti: dati che rendono il progetto del Burnley di Kompany ancora più solido, e che lo esaltano nonostante i paragoni e le premesse. Anzi, le promesse: quelle di Pep, miste a una scommessa. Un giorno sarà di nuovo al Manchester City: per ora, però, si gode la festa al Burnley.

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