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Cellino BresciaGetty Images

Brescia nel baratro: Cellino non paga, salta l’intesa con gli investitori e rischio ripartenza dai dilettanti

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Il Brescia è virtualmente fuori dal calcio professionistico. Come riportato da 'Il Giornale di Brescia', entro le ore 15 di oggi non sono stati versati poco più di 3 milioni di euro per saldare stipendi, contributi e la prima rata del debito fiscale, ragion per cui il club non potrà iscriversi al prossimo campionato.

Una situazione drammatica che si è trascinata da giorni, tra trattative fallite, sfiducia reciproca e tensioni crescenti.

L’accordo con il gruppo di investitori Scuola-Marroccu è saltato, mentre il presidente Massimo Cellino, isolato e ostinato, non ha completato le operazioni necessarie per mettere in sicurezza la società.

Nel frattempo, la città osserva con crescente angoscia lo sgretolarsi di una storia lunga 114 anni.

  • SCADENZA OLTREPASSATA

    La sopravvivenza del Brescia era appesa alla disponibilità immediata di oltre 3 milioni di euro.

    Era questo l'importo necessario per rispettare le scadenze fiscali e contributive previste dalla normativa FIGC per l’iscrizione al prossimo campionato. Nella giornata di ieri, riferisce BresciaOggi, non risultava ancora visibile alcun movimento sui conti del club.

    Il termine ultimo per effettuare i bonifici era fissato alle 15 di oggi.

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  • NIENTE INVESTITORI

    La trattativa tra Massimo Cellino e gli investitori del gruppo Scuola-Marroccu si è bloccata in un clima di profonda sfiducia reciproca.

    Cellino aveva proposto di farsi anticipare dalla banca la somma necessaria per l’iscrizione, chiedendo in cambio la presentazione di un deposito cauzionale.

    Gli investitori, al contrario, avevano accettato di rimborsare l’importo solo dopo la conferma ufficiale dell’avvenuta iscrizione, in base ad accordi pregressi formalizzati via PEC.

    Nessuna delle due parti ha voluto fare il primo passo, e lo stallo è rimasto tale, con accuse incrociate di inaffidabilità.

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  • MURO CONTRO MURO

    Lunedì sembrava che una soluzione fosse vicina: informalmente, entrambe le parti avevano fatto trapelare che una bozza d’intesa era stata raggiunta.

    Ma già nelle ore successive è riemersa una diffidenza profonda.

    Cellino attendeva un atto notarile come garanzia dei fondi, mentre il gruppo Scuola-Marroccu chiedeva il rispetto degli impegni presi. Nessuno ha ceduto. Il muro contro muro ha generato un’impasse che, con il passare delle ore, si è rivelata fatale.

    Le comunicazioni si sono progressivamente interrotte e il clima si è fatto sempre più teso.

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  • MANCATI VERSAMENTI

    Un’apertura positiva si era registrata nella giornata di ieri, con la firma da parte dell’Agenzia delle Entrate di un accordo che prevede la riduzione e la rateizzazione del debito fiscale del club.

    L’importo, inizialmente vicino ai 4 milioni, è stato ridotto a 2,4 milioni da versare in cinque rate da 480.000 euro ciascuna.

    Tuttavia, il Brescia non ha controfirmato l’accordo e non ha saldato la prima rata, che rappresentava un requisito necessario per rendere operativo il piano.

    Anche in questo frangente, Cellino ha preferito non intervenire con immediatezza, lasciando crescere l’incertezza.

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  • CELLINO E IL CLIMA IN CITTÀ

    Il presidente del Brescia ha assunto negli ultimi giorni un atteggiamento sempre più isolato.

    Secondo quanto riportato da BresciaOggi, Cellino avrebbe interrotto i rapporti con numerosi collaboratori e avrebbe nuovamente espresso il proprio risentimento verso il sistema calcio, la città e vari interlocutori ritenuti responsabili delle difficoltà attuali.

    In alcuni sfoghi privati, avrebbe ribadito la richiesta di una deroga alla FIGC per le scadenze di pagamento, sostenendo che la società si trovi in una situazione di “limbo”.

  • SITUAZIONE DISPERATA

    Nel frattempo, sono in corso le trattative portate avanti dalla sindaca Laura Castelletti per garantire alla città di Brescia una squadra presente all'interno del calcio professionistico nella prossima stagione.

    L'intenzione è quella di trovare una società che cambierebbe denominazione e marchio: tentativi falliti con Feralpisalò e Lumezzane, mentre resta viva quella con l'Ospitaletto, squadra appena promossa in Serie C.

    Questo eviterebbe al Brescia di ripartire dai dilettanti, spettro plausibilissimo qualora anche l'ultima trattativa non dovesse andare a buon fine.

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