Questo evento di prova arriva dopo un anno tumultuoso di battute d'arresto per il progetto Espai Barca, che è stato afflitto da ritardi e polemiche senza fine.
Il piano originale, dichiarato dal presidente Joan Laporta, prevedeva il ritorno della squadra in un Camp Nou parzialmente aperto in occasione del 125° anniversario del club nel novembre 2024. Tale scadenza è stata mancata di quasi un anno intero, con il progetto che, secondo quanto riferito, a metà ottobre 2025 era in ritardo di 317 giorni rispetto al programma.
I ritardi del progetto sono stati esaminati insieme a un "rapporto esplosivo" riguardante la selezione dell'impresa di costruzioni turca Limak.
Secondo il rapporto, gli esperti tecnici del Barcellona hanno valutato l'offerta di Limak, pari a 960 milioni di euro, come la peggiore opzione, assegnandole un punteggio inferiore a 50 su 100. Si è classificata all'ultimo posto dietro alle offerte concorrenti di Ferrovial e FCC, con gli esperti interni che hanno espresso preoccupazioni sulla capacità di Limak di giustificare il suo programma di costruzione e la sua richiesta di 200 milioni di euro di finanziamento iniziale, rispetto ai soli 12 milioni di euro dei concorrenti.
La dirigenza del club, guidata dal direttore dell'Espai Barça Joan Sentelles, avrebbe ignorato questa relazione tecnica "non vincolante". La decisione avrebbe causato significative tensioni interne, portando alle dimissioni del membro del consiglio di amministrazione Jordi Llaurado, che riteneva il processo "privo di trasparenza".
Il motivo principale per la scelta di Limak, nonostante la recensione interna negativa, è stato il "calendario aggressivo" dell'azienda. Limak era l'unico offerente a garantire il ritorno al Camp Nou entro la scadenza di novembre 2024, una data che i concorrenti avrebbero descritto al club come "impossibile".
Ora che quella scadenza "impossibile" è stata superata, il club non avrebbe applicato le penali finanziarie previste dal contratto per i ritardi. I funzionari hanno attribuito le battute d'arresto a fattori esterni come la carenza di materiali, nonostante una clausola contrattuale che stabilisce che "qualsiasi ritardo dovuto alla mancanza o al ritardo nella fornitura dei materiali" è responsabilità dell'appaltatore.