L'Atalanta ribalta tutto nel segmento finale di partita e strappa la prima vittoria del suo percorso in Champions League: davanti al pubblico della New Balance Arena, la Dea si impone 2-1 sul Brugge capitalizzando i suoi primi tre punti della League Phase.
Nella serata delle grandi sorprese, la più grande riguarda ovviamente Lookman, in campo dal primo minuto. Il nigeriano, dopo un'estate ricca di tensione e condita da un trasferimento sfumato all'Inter, torna a giocare una partita da titolare con la maglia dell'Atalanta: non succedeva dall'ultima giornata dello scorso campionato. Il numero 11 della Dea, dunque, completa il tridente insieme a Pasalic e Krstovic.
Nell'undici che Ivan Juric oppone al Brugge trova spazio dall'inizio anche Ederson, anch'egli alla prima da titolare in stagione dopo aver smaltito i recenti problemi fisici. Il brasiliano affianca De Roon in mezzo al campo, mentre sulle fasce il tecnico della Dea conferma Bernasconi a sinistra, già titolare a Parigi, con Bellanova ad agire sul versante opposto. In difesa, a protezione di Carnesecchi, scelte praticamente obbligate: Hien al centro, Kossounou e Ahanor braccetti.
Buon approccio da parte dei nerazzurri che spingono forte sull'acceleratore e dopo tre minuti mandano a referto la prima conclusione, griffata proprio da Bernasconi, la cui volée si spegne non di molto a lato rispetto alla porta di Jackers. Si tratta, di fatto, del tentativo più pericoloso di marca nerazzurra di una prima frazione dove la Dea sembra in totale controllo del match, ma a sette minuti dall'intervallo arriva la doccia gelata: errore di De Roon, Forbs e Tresoldi apparecchiano per Tzolis che, dopo aver mandato fuori tempo Djimsiti, la piazza all'angolino più lontano dove Carnesecchi non può arrivare.
Nella seconda frazione di gioco l'Atalanta torna in campo con Zappacosta al posto di Bellanova, che nel primo tempo aveva accusato un piccolo fastidio all'altezza dell'inguine. Come se non bastasse, dopo una manciata di minuti si ferma anche Kossounou, costretto a sua volta a lasciare il campo: al suo posto Musah. All'imbocco della mezz'ora finale Juric toglie anche Ederson e Lookman (che si becca anche qualche fischio) e getta nella mischia sia Sulemana che Samardzic. Cambi che, di fatto, risultano decisivi perché l'impatto del numero 7 dona nuova linfa alla manovra nerazzurro ma soprattutto è proprio Samardzic a trasformare il calcio di rigore procurato da Pasalic: pallone da una parte e Jackers dall'altra. Finita qui? Ovviamente no, perché i nerazzurri colpiscono ancora a tre dal novantesimo: corner di Samardzic, spizzata di Musah e incornata di Pasalic che fa esplodere il popolo nerazzurro.




