A quasi 28 anni, che compirà il prossimo 15 maggio, Ousmane Dembelé ha finalmente raggiunto tutto quello che ci si aspettava da lui.
Per anni l'attaccante francese si è trascinato nel calcio europeo tra polemiche extra-campo, prestazioni leziose, interviste grottesche, episodi da rockstar divenuti leggendari tra i social e le chiacchierate tra amici.
Stagione dopo stagione, tra le ultime di Dortmund, le altalentanti di Barcellona e infine quelle di Parigi, ci siamo trovati di fronte al massimo del vorrei ma non posso. Non poteva andare oltre il suo personaggio quasi comico, perché probabilmente non ne aveva abbastanza voglia, desiderio.
Detto che nessuno è obbligato a fare carriera arrivando al top del proprio mestiere, alla fine Dembelé è realmente arrivato al massimo, chiudendo nel cassetto dei ricordi le camere da migliaia di danni, le partite a FIFA infinite, il suo caracollare sgraziato.
Sembra incredibile che quel giocatore messo fuori squadra all'inizio del 2024/2025 per quel suo solito atteggiamento che il calcio moderno non ha nessuna intenzione di accettare ora sia uno dei tre candidati al Pallone d'Oro, decisivo nella semifinale d'andata contro l'Arsenal e trascinatore di un PSG mai così realmente favorito per la conquista della Champions League.


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