Subito dopo il saluto delle squadre, le telecamere rivolgono il proprio "sguardo" all'uomo su cui il Manchester United ripone le sue aspettative per il futuro: Bruno Fernandes, icona dei Red Devils, con la fascia da capitano addosso, ereditata da Harry Maguire. Ma è solo uno dei temi della sfida tutta inglese contro l'Arsenal disputata al MetLife Stadium di New York, stracolmo.
La curiosità generata, invece, dai vicecampioni d'Inghilterra allenati da Mikel Arteta è giustificata dal mercato condotto e finalizzato al ritorno al successo, questa volta davvero, in Premier League: è un'amichevole, questa, sia chiaro. Il fatto che le principali occasioni siano arrivate da quello che lo scorso anno è stato uno dei fari, ovvero Gabi Martinelli, non è un caso però.
A proposito delle chances: palla tagliata di Saka, destro di prima del brasiliano e prima respinta di Heaton: tap-in ancora una volta di Martinelli e parata di Heaton. E Onana osserva da Manchester, intanto.
Poi sale in cattedra Bruno Fernandes: pensate, dal Novara a capitano del Manchester United. Alla mezz'ora si incarica di una conclusione dal limite che inganna Ramsdale e porta in vantaggio i Red Devils. Tra gli applausi di ten Hag che lo ha scelto come "guida" della sua squadra. Non male come inizio.
Il raddoppio dello United, arrivato sette minuti più tardi, è la sintesi di tutti i guai che hanno portato l'Arsenal a perdere la Premier l'anno scorso: "spazzata" classica dalla difesa, da parte del Manchester, e liscio clamoroso di Gabriel, ultimo difensore, che apre un'autostrada per Sancho che, ovviamente, non sbaglia.
I tempi regolamentari finiscono 0-2 per i Red Devils: nel post-match c'è spazio per una lotteria dal dischetto che finisce 3-5. Un'amichevole, nulla più, che fa bene allo storytelling del momento di due squadre che vogliono tornare a vincere in Premier League.
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