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Curve Inter MilanGetty/GOAL

ANSA - Caso ultras, la Procura della FIGC chiede le carte: cosa rischiano Inter e Milan

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Il terremoto che ha scosso il tifo organizzato di Inter e Milan potrebbe coinvolgere anche i due club.

La Procura di Milano, secondo quanto riporta l'ANSA, ha aperto un procedimento nei confronti delle società milanesi.

Inter e Milan non risultano indagate dalla magistratura ma dovranno fornire spiegazioni sui rapporti con i rispettivi ultras.

  • IL PROCEDIMENTO VERSO INTER E MILAN

    Come detto, secondo quanto riporta l'ANSA, Inter e Milan non sono indagate dalla Procura di Milano ma dovranno dimostrare in un contraddittorio, di aver reciso i legami con il mondo ultrà, soprattutto sul fronte della gestione dei biglietti.

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  • LA MOSSA DELLA FIGC

    Sempre secondo quanto appreso dall'ANSA, nella tarda mattinata di lunedì 30 settembre il Procuratore federale Giuseppe Chinè avrebbe mosso i primi passi sul caso ultras che coinvolge Inter e Milan chiedendo le carte dell'inchiesta ai magistrati.

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  • COSA RISCHIANO INTER E MILAN

    Se le due società non dovessero riuscire a dimostrare quanto richiesto dalla Procura di Milano, si potrebbe arrivare davanti alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale che potrebbe adottare un provvedimento di amministrazione giudiziaria.

    Tutta da verificare, invece, la situazione a livello sportivo con la Procura federale che dovrà prima analizzare le carte in arrivo da Milano.

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  • NESSUN DIRIGENTE INDAGATO

    Il Procuratore Marcello Viola, in conferenza stampa, ha confermato che dirigenti o tesserati di Inter e Milan non sono indagati ma anzi le due società risultano come "soggetti danneggiati" da quella che è stata definita dal Procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo una "deriva criminale degli stadi italiani".

    Quella registrata durante l'inchiesta sarebbe "una forma di sudditanza e non di complicità".

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  • IL PROVVEDIMENTO DEL GIP

    Nel provvedimento con cui il GIP ha disposto il fermo per 19 ultras di Inter e Milan, riportato da 'Calcio e Finanza', si legge che le indagini "hanno evidenziato che la Società interista si trova in una situazione di sudditanza nei confronti degli esponenti della Curva Nord, finendo, di fatto, per agevolarli seppur obtorto collo".

    In particolare, riguardo ai biglietti per la finale di Champions League 2023 contro il Manchester City, uno degli ultrà fermati "non aveva esitato ad esternare forti pressioni sullo Slo (Supporter Liaison Officer) dell’Inter" ma anche "su vecchi calciatori (Materazzi, Zanetti), sull’allenatore (Inzaghi) chiedendo la ratio della scelta societaria".

    Durante l'inchiesta è stato documentato un incontro tra Luca Lucci, storico capo ultrà del Milan, ed il capitano rossonero Davide Calabria in un bar di Cologno Monzese.

    Nell'ordinanza del GIP si legge che "delle immagini captate dagli investigatorisi ritiene di poter asserire che il soggetto in questione, indicato nella conversazione telefonica di cui sopra, sebbene dal contenuto inequivocabilmente criptico, sia da identificare in Davide Calabria, calciatore e capitano del Milan".

  • L'INCHIESTA SUGLI ULTRAS

    Un'operazione condotta dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato nel corso della mattinata di lunedì 30 settembre ha portato all'arresto di diversi esponenti del mondo ultras legati alle curve di Inter e Milan.

    Le accuse mosse nei confronti delle persone nei confronti delle quali sono scattate le misure cautelari vanno dall'associazione per delinquere, con l'aggravante del metodo mafioso fino all'estorsione, lesioni ed altri gravi reati.


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  • LA POSIZIONE DEL MILAN

    Il Milan, tramite l'ANSA, ha preso posizione sull'inchiesta fornendo massima collaborazione: "In merito alle indagini che coinvolgono esponenti delle tifoserie organizzate, il Club rossonero si è immediatamente reso disponibile a collaborare con gli inquirenti, per fornire qualsiasi documentazione e informazione richiesta".


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