Quella di domenica sarebbe dovuta essere una giornata da assaporare per i tifosi del Manchester United. L'Old Trafford era illuminato da un sole splendente, la tifoseria aveva appena vissuto uno dei momenti più belli degli ultimi anni con la rimonta contro l'Athletic Club e tutti erano già in attesaa la finale di Europa League. Come se non bastassero, i Red Devils erano chiamati ad affrontare un avversario contro il quale non perdevano in casa da 18 anni e è stato protagonista di una stagione se possibile peggiore della loro.
Il West Ham si è tuttavia dimostrato troppo forte e Ruben Amorim, dopo il triplice fischio finale, non ha fatto nulla per nascondere la sua rabbia, riservando ai suoi giocatori parole schiette e severe. Dopo aver espresso senza mezzi termini il suo pensiero nelle prime settimane in Inghilterra, definendo la sua squadra la peggiore nella storia del club e facendo dichiarazioni sbalorditive su Antony e Marcus Rashford, nelle ultime settimane Amorim sembrava essersi ammorbidito. Le sue conferenze stampa erano diventate normali, non erano più dei veri e propri eventi mediatici. Ma domenica è parso furioso e non più disposto ad accettare certe cose.
Amorim ha puntato il dito contro i suoi giocatori, accusandoli di aver mostrato abbastanza bravura né nel difendere né nell'attaccare. Ha dichiarato che lo United aveva dimenticato cosa vuol dire essere un grande club, poiché era troppo pronto ad accettare la sconfitta. Ha esortato il club a essere "davvero forte, coraggioso in estate", cosa che si è tradutta in una richiesta velata a Sir Jim Ratcliffe di lasciargli rinnovare la squadra. Ha anche avvertito che se le cose non fossero migliorate nella prossima stagione avrebbe potuto dimettersi. Questo, sempre che non venga licenziato prima.
Parole le sue che hanno sollevato una domanda: Amorim è in grado di avere successo allo United o se ne andrà entro la fine dell'anno, diventando la settima vittima dell'era post-Sir Alex Ferguson?








