Ricordate l'Italia campione d'Europa sotto la guida di Roberto Mancini? Sono passati appena tre anni, ma sembrano essere parecchi di più. Non nei ricordi, ancora così vividi e dolci, quanto negli uomini che resero possibile quel trionfo.
Mancini stesso, intanto, non c'è più. Se n'è andato dall'Italia dopo aver bucato la qualificazione a un Mondiale, preferendo emigrare in Arabia Saudita. Al suo posto, ecco Luciano Spalletti. Che ha proseguito nella propria opera di demancinizzazione - passateci il termine - operando una rivoluzione che si sta notando a tutti i livelli.
Il nome non conta. Conta se giochi, se fai bene, se sei in forma. Altrimenti salti un giro, oppure due, oppure tre. Oppure tutti, come è capitato a più di un campione d'Europa mai chiamato dal nuovo commissario tecnico.
Il problema è che ora si entra nella fase davvero decisiva delle scelte. Venezuela ed Ecuador rappresentano gli ultimi test prima della partenza per la Germania. Chi c'è c'è, chi non c'è rischia davvero di non salire sull'aereo per gli Europei.
Per dire: dei magnifici 26 che nel luglio del 2021 hanno portato l'Italia sul tetto d'Europa, 11 non ci sono più. Diventano 12 con Giorgio Chiellini, che si è ritirato dal calcio. Non c'è più Salvatore Sirigu, che in ogni caso era il terzo portiere e oggi ha pur sempre 37 anni. E non ci sono più tanti nomi pesanti, esclusi da un ct che non guarda in faccia davvero nessuno.
.jpg?auto=webp&format=pjpg&width=3840&quality=60)


.jpg?auto=webp&format=pjpg&width=3840&quality=60)

.jpg?auto=webp&format=pjpg&width=3840&quality=60)


.jpg?auto=webp&format=pjpg&width=3840&quality=60)


