Berlino, 2006, finale di Coppa del Mondo, e il ct dell'Italia Marcello Lippi deve scegliere cinque uomini per i calci di rigore.
Andrea Pirlo, Marco Materazzi, Daniele De Rossi, Alessandro Del Piero e un altro...
Gli attaccanti Luca Toni e Vincenzo Iaquinta sono le opzioni più ovvie, ma c'è anche il capitano Fabio Cannavaro, che sta vivendo l'anno della sua vita.
Lippi, però, ha scelto Fabio Grosso. Anche il terzino sinistro rimase sorpreso. Infatti, Lippi ricorda ancora l'espressione stupita di Grosso che esclamò: "Ma perché proprio io?".
Lippi ne era certo.
Era stato Grosso a conquistare il rigore che aveva assicurato la vittoria contro l'Australia agli ottavi.
Era stato Grosso a sbloccare la situazione al 119esimo minuto della partita più importante del torneo, la semifinale contro la Germania.
E sarebbe stato Grosso a tirare il quinto calcio di rigore dell'Italia .
Non importava che non avesse più tirato un rigore dai tempi in cui militava in Serie C2 con il Chieti; Grosso ne aveva fatta di strada da allora.
Il solo fatto che stesse giocando una finale di Coppa del Mondo era sbalorditivo.
Aveva lasciato il Chieti per il Perugia nel 2001, assicurandosi un primo assaggio di calcio di alto livello, ma nonostante avesse impressionato a livello di club tanto da guadagnarsi la prima convocazione con l'Italia nell'aprile 2003, nel gennaio successivo fu ceduto al Palermo, in Serie B.
Il trasferimento in Sicilia a metà stagione, però, si rivela la svolta per Grosso.
Getty/GOALContribuisce alla promozione del Palermo ed è diventa uno dei migliori terzini sinistri della Serie A nelle due stagioni che precedono i Mondiali del 2006.
Tuttavia, non ci si aspettava che Grosso avrebbe giocato in Germania, essendo essenzialmente il sostituto di Gianluca Zambrotta.
Tuttavia, parte titolare contro il Ghana dopo che lo juventino era stato messo da parte per uno stiramento alla coscia.
Nel successivo incontro con gli USA viene relegato in panchina, ma dopo l'autogoal da incubo di Cristiano Zaccardo schierato al suo posto, Lippi ha deciso di cambiare le cose.
Grosso viene schierato come terzino sinistro per l'ultima partita della fase a gironi, mentre il versatile Zambrotta viene spostato sulla fascia destra per riempire il vuoto lasciato da Zaccardo.
Con Grosso nel reparto arretrato l'Italia resta a porta inviolata ancora una volta.
Naturalmente, il suo contributo in attacco rimane un argomento delicato tra i tifosi australiani, che ancora sostengono che si sia tuffato per conquistare il rigore che Totti ha trasformato portando l'Italia ai quarti.
Grosso, da parte sua, ha dichiarato che, pur avendo "accentuato" un po' il contatto, era stato chiaramente toccato da Lucas Neill.
Niente da dire invece sul suo tiro a giro decisivo contro la Germania in semifinale.
Un goal degno di una delle più belle partite che la Coppa del Mondo abbia mai visto, e anche i festeggiamenti non sono stati male.
In Italia, infatti, gli istanti immediatamente precedenti e quello successivi al goal di Grosso sono diventati parte della memoria collettiva.
Getty/GOALIn primis, il commentatore Fabio Caressa riesce a cogliere perfettamente il modo Pirlo riceve palla al limite dell'area di rigore e aspetta, aspetta e aspetta prima di decidere di giocare un pallone no-look sulla traiettoria di Grosso.
"C'è Pirlo.... Pirlo... Pirlo... Ancora Pirlo..."
Grosso è sempre stato ottimista sul fatto che il suo compagno di squadra lo avrebbe notato smarcato sul lato destro dell'area di rigore.
"Quando ho visto che Andrea aveva la palla ai piedi, le possibilità che arrivasse a me aumentavano", ha spiegato a La Repubblica. "A volte non ti guarda, ma spesso trova il momento perfetto per passartela".
"Avevo la sensazione che sarebbe arrivata a me, e così è stato. Ho mirato all'angolo senza guardare la porta, immaginando dove fosse l'angolo. Per fortuna l'ho immaginato bene".
Naturalmente era ancora sbalordito dal fatto che avesse segnato, e si è messo a correre gridando "Non ci credo! Non ci credo! Non ci credo!".
"Tutto quello che avevo dentro è uscito fuori in quel momento", ha poi raccontato a La Repubblica. "Mai avrei potuto sognare di giocare in una partita così importante".
Tuttavia, il suo goal - seguito quasi immediatamente da quello di Del Piero - ha fatto sì che Grosso giocasse, pochi giorni dopo, una partita ancora più importante... la più importante.
E incredibilmente, ancora una volta, il terzino sinistro del Palermo si rivelerà decisivo.
Il cartellino rosso di Zidane avrebbe potuto dominare i titoli dei giornali, ma fu Grosso a prendersi tutta la scena. Proprio come Lippi sospettava, ai rigori.
Getty/GOALQuando Grosso stesso ha chiesto perché fosse stato scelto come quinto, il suo allenatore ha risposto: "Perché sei l'uomo dell'ultimo minuto".
Dopo quello che era successo contro l'Australia e la Germania, a Lippi sembrava destino. E anche se Grosso è rimasto sorpreso dalla decisione di Lippi, non ha avuto alcun timore.
Al contrario, ha accolto con favore la responsabilità.
"Durante la camminata verso il dischetto", ha rivelato, "c'era il desiderio di andare lì e, con quel tiro, prendere qualcosa che ci meritavamo".
E così ha fatto, trovando con sicurezza l'angolo alto della rete con un rigore che ha mandato in tilt Fabien Barthez.
Ancora una volta, si è messo a correre; per andare dove, non ne aveva idea. Non è riuscito nemmeno a fermarsi.
Anzi, dice che il suo unico rimpianto è stato quello di non essere corso direttamente ad abbracciare il suo amico Gigi Buffon, con il quale ha trascorso la maggior parte di quelli che ha definito i suoi "50 giorni da fenomeno" nell'estate del 2016.
"Ho cercato di descrivere, e continuerò a farlo, quello che ho provato", ha riflettuto di recente, "ma nessuno capirà mai com'era la realtà".
Ancora oggi, Fabio Grosso non riesce a crederci.
