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Ansu Fati, il sedicenne debuttante del Barcellona che ha rifiutato il Real

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Ad appena 16 anni, 11 mesi e cinque giorni, Ansu Fati è sceso in campo domenica al Camp Nou per fare si suo debutto con il Barcellona. Solo un giocatore, Vincenc Martinez Alama nel 1941, è riuscito a fare meglio di lui indossando in età ancor più giovane la mitica maglia blaugrana in una partita della Liga. In Catalogna sono tanti adesso a ritenere che sia nata una stella.

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Considerato da molti il miglior talento attualmente presente nella famosa Masia del Barça, Fati è stato fin dalla tenera età un predestinato. In un periodo nel quale gioielli come Sergio Gomez e Xavi Simons decidono di voltare le spalle al club campione di Spagna a causa della mancanza di opportunità in prima squadra, Fati rappresenta una rassicurazione per i tifosi e per coloro che ritengono che i ragazzi che affinano le proprie qualità ne La Masia possano ancora avere la possibilità di essere promossi in una delle squadre più importanti del pianeta.

Tutto questo rappresenta un mondo ben diverso da quello che Fati ha conosciuto da bambino. Ha trascorso i suoi primi anni di vita nella nativa Guinea-Bissau a calciare calzini arrotolati che fungevano da palloni improvvisati. Cresciuto con sua madre Maria, ha incontrato suo padre Bori solo dopo aver compiuto sei anni.

Bori aveva lasciato la sua terra nel 2001 con la speranza di costruire una nuova vita per se e per la sua famiglia nel sud della Spagna. Ha svolto diversi lavori prima di diventare l’autista di Juan Manuel Sanchez Gordillo, il sindaco di Marinaleda, un piccolo comune vicino Siviglia. E’ stato proprio Gordillo ad aiutare Bori a ricongiungersi con moglie e figli ed è così che Ansu ha avuto la possibilità di incontrare suo padre e di mostrare per la prima volta quelle che erano le sue abilità calcistiche.

“Sapevo che gli piaceva il calcio, così come piace ad ogni bambino africano, ma nono pensavo che fosse così bravo!”, ha detto Bori all’emittente iberica COPE dopo il debutto del figlio contro il Betis. Le abilità di Ansu attirarono rapidamente l’attenzione dei suoi nuovi vicini e venne iscritto alla Scuola Peloteros, che aveva una compagine giovanile ad Herrera, una cittadina situata a circa un’ora dal centro di Siviglia.

Non passò molto tempo prima che le società professionistiche si accorgessero di lui e nel 2010 i suoi genitori ricevettero una telefonata da Pablo Blanco, il capo del settore giovanile del Siviglia, che invitò Anso e suo fratello maggiore, Braima, ad unirsi al club. Schierato da attaccante centrale, in poche settimane ha attirato su di se le attenzioni di Real Madrid e Barcellona che, insieme ad altre squadre della Liga, si misero in fila per un bambino che non aveva ancora compiuto 10 anni.

I genitori di Fati hanno visitato i settori giovanili di Real e Barça per vederli da vicino e valutare quale sarebbe stato migliore per l’educazione dei loro figli e, proprio come fece la famiglia di Andres Iniesta 20 anni prima, presero la decisione di optare per i blaugrana.

“Il Real Madrid ci ha offerto molti più soldi, ma quando sono andato a Valdebebas (il centro sportivo del Real Madrid), ho visto che non c’era una residenza per i bambini. Anche se ci avessero offerto una casa, abbiamo scelto il Barcellona perché c’era tutto per i ragazzi”, ha rivelato Bori, svelando come anche il direttore sportivo del Siviglia, Monchi, gli abbia offerto più dei catalani al fine di convincerlo a far restare Fati in Andalusia. La decisione era stata presa. Fati è stato quindi costretto a restare fuori un anno nel 2011, perché il Siviglia si rifiutava di schierarlo in partita, ma nel 2012 diventò un membro de La Masia.

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Promosso direttamente nella squadra Alevin A, o Under 12, è diventato rapidamente uno dei giocatori di punta, sebbene giocasse con bambini più grandi di lui. Ha composto con Takefusa Kubo una coppia letale capace di realizzare, alla loro prima stagione insieme, qualcosa come 130 goal.

Nel 2014 il Barcellona è stato punito dalla FIFA con un blocco dei trasferimenti e Kubo si è trasferito in altre società perché non poteva essere tesserato. Il talento nipponico, soprannominato allora il ‘Messi giapponese’ è poi tornato in Spagna per unirsi al Real Madrid ed essendosi trasferito in prestito al Maiorca per la stagione 2019-2020, potrebbe anche ritrovarsi a sfidare Fati in campo nei prossimi mesi.

Fati è rimasto al Barcellona, ma non è riapparso in campo fino al 2015, quando è stato finalmente registrato di nuovo. Il suo rientro è stato in realtà tutt’altro che felice visto che in un derby contro l’Espanyol si è rotto la tibia ed è stato costretto ad un ulteriore stop di 10 mesi.

Messo alle spalle l’infortunio, si è unito alla compagine Juvenil B, dimostrando ancora una volta di avere un talento nettamente superiore rispetto a quello dei suoi coetanei. E’ in questo periodo che il suo allenatore, l’ex centrocampista del Barça Jose Mari Bakero, propose a Fati di abbandonare il ruolo di centravanti per provare a giocare da ala sinistra, in modo da sfruttare meglio il suo dribbling. Da esterno si conquista subito l’approdo nella Juvenil A, vincendo il titolo di capocannoniere.

Quanto fatto ha spinto Fati a chiedere di più, sognava approdare in seconda squadra, ben sapendo che raramente salgono in prima ragazzi che non hanno giocato nel Barcellona B. Non avendo ancora 17 anni e non avendo firmato contratti professionistici, Fati poteva anche trasferirsi altrove per una cifra irrisoria.

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Su di lui avevano puntato gli occhi Manchester United e Borussia Dortmund, ma alla fine è arrivato il rinnovo del contratto, all’interno del quale è stata inserita una clausola rescissoria da 100 milioni, che lo lega ufficialmente al club fino al 2022. La sensazione è quella che, visto che ormai è salito alla ribalta, presto l’accordo verrà rivisto.

Fati, cosa che non è riuscita a molti, è riuscito ad approdare in prima squadra senza essere passato per la compagine riserve, visto che Ernesto Valverde gli ha concesso prestissimo la sua chance.

“Ha molta fiducia in se stesso, si butta nello spazio, va nell’uno contro uno”, ha detto Valverde. “E’ il giocatore più giovane ad avere debuttato, ma proprio come per i più esperti, noi guardiamo le prestazioni, sappiamo cosa può darci e per questo l’abbiamo schierato”. La reazione di Fati è poi diventata virale il giorno dopo il suo esordio.

Lionel Messi ha pubblicato su Instagram una foto che lo ritrae negli spogliatoi del Camp Nou al termine della partita, con il giovane talento che lo abbraccia. Il fuoriclasse argentino ha assistito al suo debutto dagli spalti, visto che è ancora in attesa di recuperare da un infortunio, e a quanto pare è rimasto molto impressionato da ciò che ha visto.

Messi è stato a sua volta un talento estremamente precoce, ed è cresciuto sotto l’ala protettiva di Ronaldinho. Chissà che quello con Fati non possa ora essere un passaggio di testimone di colui che per oltre un decennio è stato la stella di prima grandezza dei blaugrana.

Solo il tempo dirà se il Barcellona ha trovato l’erede di Messi, per il momento siamo solo all’inizio di una storia della quale verranno scritti molti capitoli ancora.

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