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Vlahovic McKennie Kostic gfxGOAL

Vlahovic, McKennie e Kostic centrali, la Juventus riparte da tre giocatori in scadenza: chi può restare

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Luciano Spalletti è stato ufficializzato come nuovo allenatore della Juventus otto giorni fa, si è presentato una settimana fa, si è seduto in panchina per la prima volta sei giorni fa a Cremona. Insomma, tutto è ancora molto fresco.

Però qualche indicazione dalla prima settimana bianconera dell'ex allenatore del Napoli e della Nazionale si può trarre. Per esempio, che al momento di stilare la formazione di partenza non guarda ai contratti e a quando scadranno: solo al campo, a quel che dicono gli allenamenti.


Non che il suo predecessore Igor Tudor non lo facesse, ma con Spalletti questa tendenza è diventata ancora più evidente. Ed è proprio da diversi elementi che al termine della stagione vedranno scadere il proprio contratto che la Juventus sta ripartendo ed è ripartita.

Dusan Vlahovic su tutti, naturalmente. Ma anche Weston McKennie e Filip Kostic. Tutti e tre sono o sono diventati centrali in una Juventus che sabato vuole proseguire la propria rimonta in campionato nel derby contro il Torino. E tutti e tre, a meno di sorprese, nella stracittadina saranno di nuovo titolari.

  • dusan vlahovic(C)Getty Images

    VLAHOVIC NUOVO PUNTO FERMO

    Il nuovo punto fermo dell'attacco è Dusan Vlahovic. Contro l'Udinese il serbo è stato il migliore in campo ed è andato a segno su rigore, contro la Cremonese si è confermato non dal punto di vista della prestazione anche se non realizzativo, contro lo Sporting ha risposto al fendente iniziale di Araujo.

    Spalletti, insomma, pare aver sciolto il costante ballottaggio offensivo che dall'inizio della stagione aveva tolto il sonno a Tudor. Vlahovic, oggi, è nettamente davanti al fin qui deludente David. Il che non significa che le giocherà tutte, naturalmente: significa che sta facendo meglio, che il nuovo punto fermo del reparto offensivo della Juventus è diventato lui, in attesa di nuove conferme sempre necessarie.

    "Dusan è un pochino avvantaggiato perché sa che cos'è la Juventus, cosa ci si aspetta - ha detto Spalletti qualche giorno fa - È abituato alle pressioni, le insidie. Mi è capitato di parlarci, è uno di quelli con cui ho parlato in questi 2-3 giorni: lui è felicissimo, sarebbe felicissimo di rimanere qui. Non lo va a impensierire il fatto del contratto, lui vuole giocare a calcio".

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  • JOLLY MCKENNIE

    Quanto a McKennie, beh, è il solito McKennie: uno che dove lo metti sta. Che sia in mezzo al campo, a fare il terzino sinistro, l'esterno a tutta fascia sia a destra che a sinistra, perfino il trequartista: sempre a disposizione dell'allenatore di turno.

    Per questo l'ex Schalke 04, che ogni anno sembra destinato a salpare verso altri lidi, ogni anno rimane incollato alla Juventus: perché piace agli allenatori. Piaceva ad Allegri, è piaciuto ai suoi successori. E piace anche a Spalletti, che contro Cremonese e Sporting non ha perso occasione di confermargli quella maglia da titolare che già lo statunitense si era preso con Tudor.

    Anche McKennie, come Vlahovic, ha il contratto in scadenza al termine della stagione. L'americano è arrivato un po' prima del compagno: nel 2020, l'anno di Andrea Pirlo. A qualcuno piace, ad altri no: normale, non è un giocatore da copertina. Ma fa quel che gli si chiede e spesso lo fa pure bene, e per un allenatore questo conta.

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  • Kostic Cremonese JuventusGetty Images

    SORPRESA KOSTIC

    Kostic sì, è una sorpresa. Alla fine della fiera, si è guadagnato spazio quando un po' tutti si erano dimenticati di lui. Strano il mondo: Tudor lo aveva elogiato in estate ma non ha dato seguito alle proprie parole, tanto da evitare di schierarlo anche nelle due partite (Genoa e Inter) in cui Cambiaso era squalificato. E anche se a Marassi il serbo aveva prodotto l'assist decisivo per Vlahovic.

    "Per me Kostic è una bella sorpresa - dichiarava l'ex allenatore alla fine di giugno, nella conferenza stampa di presentazione di Juventus-Manchester City del Mondiale per Club - Non lo avevo ancora allenato, mi piace e può far bene. È disponibile e professionale ed ha anche gamba e tecnica. Mi piace".

    Alla fine, però, Kostic sta trovando spazio con il successore di Tudor, ovvero Spalletti. E contro la Cremonese è pure andato a segno, aprendo il risultato dopo una manciata di secondi proprio nel giorno del proprio compleanno. Solo 19 minuti contro lo Sporting, ma anche lui è in piena corsa per giocare dall'inizio il derby di sabato.

  • IL CASO MILIK

    In scadenza, infine, va anche Arek Milik. Ma qui la situazione è ben nota: nonostante la stima di Spalletti, l'ex napoletano non scende in campo ormai da più di un anno e pare non riuscire a scorgere la fine del tunnel. Una previsione sul suo rientro ancora non c'è.

    Ironia della sorte, Milik è andato a segno (su punizione) nella sua ultima partita con la Juventus: 3-3 a Bologna, maggio 2024. Come a dire che le potenzialità, forse, ci sarebbero ancora. Ma purtroppo per lui e per i colori bianconeri è il fisico a essere venuto meno.

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  • CHI PUÒ RESTARE ALLA JUVENTUS?

    Quel "sarebbe felicissimo di rimanere" pronunciato da Spalletti è la conferma del fatto che qualcosa potrebbe essere cambiato. E dunque che sì, Vlahovic potrebbe rimanere alla Juventus anche nella prossima stagione. Lo stesso serbo non ha mai chiuso allo scenario.

    Certo, sarebbe necessario uno sforzo di entrambe le parti dal punto di vista economico. Ma soprattutto di Vlahovic, che dovrebbe accettare di ridurre i 12 milioni di euro netti percepiti in questa stagione: un ingaggio fuori portata per la Juventus, che non a caso in estate ha cercato acquirenti senza trovarli, ragionando addirittura sulla risoluzione consensuale per risparmiare sul suo stipendio.

    McKennie avrebbe dovuto prolungare fino al 2028, come Daniele Rugani, ma nel suo caso l'accordo è saltato. Oggi i dialoghi sono di nuovo in alto mare, ma un prolungamento non è escluso. Anche perché l'americano si sta confermando centrale anche con Spalletti.

    Discorso diverso per quanto riguarda Kostic, il cui addio al termine della stagione sembrava certo e scontato. Sembrava, appunto. Perché ora qualcosa potrebbe essere cambiato, anche se si rimane più sul no che sul sì. Solo che in misura minore rispetto a qualche settimana fa. Potenza del campo, ancora una volta.