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Luciano Spalletti ItaliaGetty Images

Spalletti torna sul caso Acerbi: "Sono sempre di più quelli che trovano scusanti per non prendersi responsabilità"

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Ultimo giorno del Festival dello Sport di Trento, che in questi giorni ha ospitato grandi nomi del calcio mondiale: da Michel Platini a Zlatan Ibrahimovic, passando per Roberto Mancini e Patrick Vieira.

Nella mattinata di domenica è intervenuto anche l’ex CT Luciano Spalletti, che - come riportato da Sky Sport - ha rilasciato un'intervista parlando della sua esperienza sulla panchina azzurra - ma non solo.

Tra i temi affrontati anche quello legato al mancato arrivo di Francesco Acerbi in vista del big match contro la Norvegia: “Lo svolgimento della cosa è andato diversamente da come è stato raccontato.”

  • "AI GIOCATORI SERVE ESSERE LEGGERI"

    "Avrei preferito non fare la brutta figura con la Nazionale. In Nazionale ho commesso l’errore di trasferire troppo questo mio sentimento e amore per il calcio. Lì forse ho sbagliato, perché li ho un po’ intasato dal punto di vista delle cose richieste. Ai calciatori serve essere leggeri, perché le pressioni sono tante. Arrivare alla partita e sentire musica nello spogliatoio…“.

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  • "HO SBAGLIATO CHIEDENDO TROPPO"

    "Noi dobbiamo sempre domandarci con quali orecchie ascoltano le cose. Io devo sapere come arriverà e come loro percepiamo questo mio messaggio. Questa è una domanda che l’allenatore deve sempre farsi e io me la sono sempre fatta. Probabilmente ho sbagliato in queste dosi di cose da dire“.

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  • "ACERBI? SEMPRE DI PIÙ QUELLI CHE CERCANO SCUSANTI"

    "Sono sempre di più quelli che trovano delle scusanti o delle motivazioni per non assolvere i propri impegni e per non prendersi delle responsabilità importanti. Sono sempre meno quelli che ci mettono la faccia. C’è una pre-convocazione, tu aderisci e il giorno prima della convocazione ti telefono: ‘Avevi ragione tu, perché devi sempre considerare il campo’. E il campo ha detto che lui era uno dei più forti. Gli ho detto questo: ‘Il campo ha detto che tu sei ancora un leader e avevo pensato di convocarti’. Lui mi ha risposto, dopo averlo chiamato più volte. Mi ha detto ‘Sei lei dice così, mi fa piacere e vengo’, sono passati 3/4 giorni, mi ha mandato un messaggio e mi ha detto ‘Io non vengo più’. Lo svolgimento della cosa è andata diversamente da quello che racconta“.

  • "LA NAZIONALE COME UN PARADISO PER ME"

    "La Nazionale per me era come essere in paradiso. Quando succede qualcosa di non corretto, io non lo dimentico in poco tempo. Quanto mi ha fatto male? Io sono generoso, ma mi fido anche di me stesso. Nessuno mi ha mai regalato niente, non ho mai avuto un procuratore. Se tu mi fai allenare, io sono a posto. Io non ho bisogno di altro. Nell’Italia non mi mancava niente. Secondo me ci sono 20 calciatori con cui costruire una squadra competitiva. Donnarumma e Di Lorenzo sono dei top. Bastoni è un grande calciatore. Barella ha geometrie e ti può anche giocare davanti alla difesa“.

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  • "PIO ESPOSITO MI RICORDA VIERI"

    "Pio Esposito ti dà la convinzione che avremo un padrone dentro l’area di rigore. Ieri sera ha fatto un goal pazzesco per dove l'ha messa e come ha tirato. Chi mi ricorda? Forse Bobo Vieri. Qualsiasi cosa gli tiravi addosso te la restituiva pulita e risistemata".