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HANDA HDGOAL

Samir Handanovic aka "come l'umorismo social demolisce i giocatori"

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Che poi un giorno qualcuno riuscirà a spiegare, senza intoppi, come abbia fatto il linguaggio dei "bomberoni" a diventare uno dei principali riferimenti per decodificare, decifrare e leggere di conseguenza le prestazioni di uno o l'altro giocatore, segnandone il futuro e il destino.

Andrebbe spiegato, sì, ma soprattutto compreso perché un Paese calciofilo e (nella pratica) religiosamente calcistico riesca troppo spesso a mettere da parte la propria conoscenza del calcio in favore di una più facile e rapida gogna mediatica "da social", celata da un umorismo che, a quanto pare, pur scontato fa ancora presa. Il perché, si ripete, non è dato saperlo.

Bisognerebbe conoscerlo il calcio, prima di discuterne, direbbe qualcuno: ma persino l'italiano-medio, che il calcio lo sa leggere meglio di qualsiasi altro cittadino del mondo, sarebbe capace di distinguere un buon giocatore da un giocatore normale. Figuriamoci se dotato di giusta misura e raziocinio.

Non si riesce, per questo e altri motivi, a comprendere, insomma, come abbia fatto l'Italia a liquidare in fretta uno dei migliori portieri del suo tempo, senza voltarsi e riconoscere che sì, ci sono stati colleghi più forti, ma che Samir Handanovic non è mai stato "la sedia" (per citare una delle etichette conferitagli dai "bomberoni" di tutto il Paese) che è stata raccontata.

  • UNA GENERAZIONE CHE NON SA RICONOSCERE IL TALENTO

    Il "caso Handanovic", ed è questa la premessa del nostro discorso, non può tramontare come se niente fosse e, anzi, ci permette di ricordare che, attualmente, il "bomberismo", che altro non è che l'espressione di una generazione (qualcuna in più) che non sa più riconoscere il talento, miete altre vittime.

    In Italia, ad esempio, si è fatto in fretta a salire sul carro di Roberto D'Aversa dopo l'incredibile inizio di stagione del Lecce: questo, però, dopo aver pronosticato un suo esonero in poche partite e dopo aver detto e scritto di lui le consuete, semplicistiche e "ironiche" (tra virgolette) sentenze che lo hanno reso, mediaticamente, un allenatore già superato, nonostante sia stato il principale autore della doppia scalata del Parma dalla Serie C alla Serie A tra il 2016 e il 2018. Attualmente, per gli stessi, è uno dei migliori tecnici della massima serie.

    Un discorso più complesso, che meriterebbe di essere affrontato in un'altra sede, è quello relativo a Harry Maguire: può non valere gli 87 milioni di euro che il Manchester United ha versato nelle casse del Leicester nel 2019, ma non è il disastro che i social hanno contribuito a creare. Non lo è: ma, anche in questo caso, o le partite le si guarda con attenzione (soprattutto quelle in Nazionale - e no, amici, non basta un autogoal per liquidarlo a "brocco" -) o si fa brutta figura.

    Solo due casi, questi: il resto è pane quotidiano di chi ha preferito la via dell'ironia all'analisi fedele delle prestazioni. Pazienza.

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  • Samir Handanovic UdineseGetty Images

    HANDANOVIC, UNO DEI MIGLIORI

    Samir Handanovic, comunque, non è stato solo il portiere e, per diversi anni, capitano dell'Inter: è stato, come già sostenuto, uno dei migliori della sua generazione.

    Quando arriva in nerazzurro, nel 2012, è reduce da cinque stagioni "filate" all'Udinese (che nel 2004 lo ha portato in Italia, prima di girarlo al Treviso, alla Lazio e al Rimini) ed è, anche, uno dei principali protagonisti della qualificazione dei friulani ai preliminari di Champions League, nonché il migliore in campo in entrambe le sfide, poi perse, contro l'Arsenal.

    Per comprendere meglio come l'Udinese riuscì ad accedere ai Playoff di Champions, bisogna ripercorrere parte della stagione 2010/11 di Handanovic, citando un dato: 704 minuti consecutivi di imbattibilità in Serie A (striscia iniziata a inizio febbraio contro il Bologna e interrotta dal Lecce a inizio aprile) con 6 rigori parati su 8 (fischiati contro). A fine anno verrà nominato portiere nella squadra dell'anno AIC. Poco da dire.

    Più in generale, stiamo pur sempre parlando del miglior para-rigori della storia della Serie A, con 32 penalty sventati, davanti a Gianluca Pagliuca (32), Andrea Consigli (22) e Gianluigi Buffon (21).

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  • IL PESO DELLA FASCIA

    Non ha battuto ciglio, Samir Handanovic, quando a inizio 2019 l'Inter, tramite un Tweet entrato nella storia nerazzurra, gli affida una fascia da capitano resa ancor più pesante dalla situazione riguardante Mauro Icardi, in una stagione che lo vedrà vincere il premio come miglior portiere della Serie A per il terzo anno (è stato nominato anche nel 2013).

    Ha sempre parlato poco: forse il giusto, anche nelle stagioni vissute al di sotto delle aspettative (perché, inutile precisare, non di sole lodi è fatta la nostra analisi), ma da perfetto "equilibratore" all'interno dello spogliatoio.

    Come, ad esempio, al termine di una delle giornate più difficili della gestione di Simone Inzaghi: la sconfitta contro l'Udinese per 3-1 che sembrava aver compromesso, dopo un mese di campionato, l'avvio e le ambizioni stagionali dell'Inter tra il 2022 e il 2023.

    "Poche chiacchiere".

    Che, poi, coincide con un momento complicatissimo, per lo sloveno: l'inizio del dualismo con André Onana. L'ultimo capitolo.

  • HandanovicGetty Images

    I (TROPPI) RIMPIANTI DI HANDANOVIC

    "Io non sono un problema, ma una soluzione".

    Dopo la sconfitta contro l'Udinese, il clima in casa Inter richiede una svolta decisa e decisiva per non essere catapultati nel vortice di eventi negativi che ha caratterizzato diverse tra le stagioni nerazzurre post-Triplete. La svolta è arrivata, il resto non è accaduto.

    Resta un filo di malinconia, però, per com'è terminata l'avventura all'Inter di Handanovic e per quella lettera che ha sostanzialmente dato in pasto ai social.

    "Essere se stessi per me conta più di tutto nel nostro mondo (calcistico intendo) degli ipocriti, ho cercato di essere uomo prima di calciatore".

    L'unico passaggio "poco lucido" della carriera dello sloveno è arrivato proprio alla fine: pur comprensibile, avrebbe potuto utilizzare una via migliore per esprimere il suo dissenso.

    Nel corso degli ultimi anni, a più riprese, di Handanovic si è parlato, a sproposito, in termini di "parata laser" e di "sedia": troppo semplice, troppe interazioni social. Meno facile, invece, ricordare che tra il 2014 e il 2015, in un periodo in cui l'Inter si trovava schiacciata da una difficilissima ricostruzione, il suo nome è stato accostato a club come Manchester United e Real Madrid.

    Non va bene per i "bomberoni" dei social, precisarlo: se va fatto un appunto, forse, è che non sapremo mai cosa sarebbe diventato Handanovic se avesse lasciato il club nerazzurro in quegli anni. Sappiamo, però, cos'è diventato e come si è ritirato: da capitano silenzioso, contro il becero umorismo social.

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