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Can Madrid avoid another crushing ClasicoGetty

Real Madrid in difficoltà: nessun segnale che possa far pensare a una vittoria sul Barcellona nel 'Clasico' di Coppa del Re

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Non doveva andare così: la stagione non sta procedendo secondo i piani per il Real Madrid. I 'Blancos' stanno attraversando un periodo di forte declino: sono fuori dalla Champions League, stanno perdendo terreno in Liga e riescono a strappare vittorie di misura solo grazie a sporadici momenti di brillantezza e a qualche colpo di fortuna.

In più, questo fine settimana sarà quello del 'Clasico' contro il Barcellona: una sfida sempre importante, caratterizzata da una intensa rivalità. Questo, però, ha un certo peso. Non c'è solo un trofeo in palio, ma anche la sensazione che le due squadre si trovino in momenti diversi. Il Real Madrid è in caduta libera, caduto proprio quando avrebbe dovuto dominare la stagione. Il Barcellona, invece, è in ascesa e può solo migliorare.

E dopo tutte le chiacchiere pre-campionato su come il Real Madrid fosse la squadra da battere e il Barcellona fosse destinato al fallimento, la finale di sabato potrebbe finire per dimostrare quanto Carlo Ancelotti e i suoi uomini abbiano fatto passi indietro.

  • Real Madrid v FC Barcelona: Spanish Super CupGetty Images Sport

    NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA

    Un tempo il 'Clasico' era Cristiano Ronaldo contro Lionel Messi, Mourinho contro Guardiola: le due migliori squadre d'Europa che si affrontavano. Certo, ci sono state delle sconfitte pesantipassate alla storia, ma soprattutto c'era suspense: non si sapeva davvero chi avrebbe vinto, le differenze erano minime. Tutto dipendeva dalla tattica, dalla mentalità e dalla forma fisica dei giocatori.

    Ma quest'anno non è stato affatto così. Il Barcellona non ha solo battuto il Real Madrid, lo ha schiacciato, due volte. La prima batosta è arrivata in Liga, con i blaugrana a travolgere i rivali con un 4-0 nel primo 'Clasico' di Mbappé. La seconda è stata ancora più pesante: 5-2 nella finale della Supercoppa di Spagna, che ha portato Ancelotti a criticare la sua squadra per "non aver giocato a calcio". Ha anche detto di essere "triste e deluso", prima di scusarsi con i tifosi.

    "Siamo molto tristi e delusi. Ma questo è il calcio. La nostra tristezza è la stessa dei tifosi. Siamo davvero dispiaciuti".

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  • Rudiger Arsenal Real MadridGetty Images

    DIFESA TUTT'ALTRO CHE IMPENETRABILE

    Non ci vuole un genio per guardare il risultato e attribuire tutto questo a problemi di natura difensiva. Subire nove goal in due partite non è certo un bel risultato, farlo contro i propri acerrimi rivali assume i tratti dell'imbarazzo. E la formula è abbastanza semplice: il centrocampo del Real Madrid crolla, Pedri - o chi per lui - si fa strada tra i difensori, palla a Lamine Yamal o Raphinha che a loro volta servono l'assist per il centravanti. Il Real Madrid, in pratica, ha subito ogni volta una versione simile dello stesso goal.

    Ancelotti ha ammesso che il suo centrocampo non è stato all'altezza nelle ultime settimane: dopo aver sperimentato un 4-3-3, fatto a pezzi nel 'Clasico' dello scorso autunno, è tornato a un 4-4-2 più ortodosso. Quella formazione, che richiede l'esclusione di Rodrygo e la riduzione del ruolo offensivo di Jude Bellingham, è l'unica che funziona.

    "Il mio sistema preferito è il 4-4-2 perché penso che difendiamo meglio, ci sono molto affezionato perché difensivamente è il sistema migliore", ha detto dopo la vittoria di misura del fine settimana contro l'Athletic Bilbao, una partita che i 'Blancos' hanno avuto la fortuna di non perdere.

    Ci sono ovviamente altri problemi. La difesa richiede sistemi intelligenti, la giusta configurazione dei giocatori, ben bilanciati per garantire un'unità compatta e solida. Se si tolgono i singoli giocatori di spicco, quell'equilibrio viene alterato. Gli infortuni di Dani Carvajal, Eder Militao e, ora, David Alaba non hanno aiutato. Lucas Vazquez è stato un valido sostituto nel ruolo di terzino destro, ma è un'ala convertita. Raúl Asencio si è inserito bene, ma ha ancora commesso degli errori. Il Real Madrid, insomma, è vulnerabile.

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  • Kylian MbappeGetty

    IL PROBLEMA MBAPPÉ

    E poi, ovviamente, c'è il problema dell'attaccante. Le statistiche di Mbappé sono piuttosto buone: Con qualche prestazione convincente, raggiungerà i 40 goal nella sua prima stagione al Real Madrid. Non c'è modo di interpretarlo come un fatto negativo, ma c'è la sensazione piuttosto diffusa che potrebbe andare meglio. È semplice: Kylian Mbappé non è un numero 9. Può occupare le zone centrali quando necessario, ma si tratta di uno spostamento forzato, piuttosto che di un cambiamento radicale di stile. Mbappé ha insistito sul contrario a gennaio, sostenendo che il suo periodo di adattamento al Real Madrid fosse terminato.

    "Sono davvero felice. Mi sono adattato alla squadra e posso giocare come voglio, con i miei compagni, con personalità. Ci stiamo divertendo tutti", aveva affermato a gennaio.

    E forse è vero. Forse ha imparato a spostarsi dalla sua posizione ideale a una che preferisce meno. Ma continua a non comportarsi come un attaccante. Mbappé non ha le corse istintive di un numero 9: quando Vinicius scatta verso la linea di fondo e cerca un cross sul primo palo, Mbappé di solito è fermo, lontano dalla porta.

    Non è nemmeno un vero e proprio centravanti, come ha imparato bene lo stesso Real Madrid in occasione degli oltre 30 cross tentati contro l'Arsenal, nessuno dei quali ha prodotto occasioni concrete.

    Dire che Mbappé abbia peggiorato il Real Madrid è troppo, ma di certo non lo ha migliorato in maniera evidente.

  • FC Barcelona v RC Celta de Vigo - La Liga EA SportsGetty Images Sport

    CANDIDATI AL PALLONE D'ORO, MA NON CON LA MAGLIA DEL REAL

    Ironia della sorte, prima dell'inizio della stagione, il Real Madrid sembrava essere la squadra con più candidati al Pallone d'Oro. Vinicius, Mbappé e Bellingham erano tutti in lizza per lo stesso titolo e avevano buone possibilità di vincerlo. Tuttavia, nessuno dei tre ha ora possibilità concrete. Forse una doppia vittoria, con un finale di stagione miracoloso, seguita dal trionfo nella Coppa del Mondo per club, potrebbe aumentare le possibilità di Mbappé. Anche Bellingham potrebbe, con un po' di fortuna, inserirsi nella rosa dei candidati.

    Ma i veri contendenti giocano nell'altra squadra. Ed entrambi sono incredibilmente pericolosi. Lamine Yamal potrebbe non essere il prossimo Lionel Messi, ma è senza dubbio il miglior giocatore del calcio mondiale in questo momento: i suoi 16 goal e 21 assist in tutte le competizioni sono un ottimo risultato. Tuttavia, sono altre qualità a fare la differenza. Yamal gioca con una maturità superiore alla sua età, terrorizza i difensori con le sue finte, capisce gli angoli e le linee di passaggio che giocatori molto più anziani ed esperti non riescono a cogliere. Sarebbe bello per lui vincere il Pallone d'Oro, e in futuro potrebbero anche essercene altri

    Sfortunatamente per il Real Madrid, e forse anche per Yamal, c'è un altro giocatore sull'ala opposta che ha buone possibilità di vincere il titolo. Raphinha si è reinventato sotto la guida di Hansi Flick: è diventato più letale, fa di più con meno tocchi al pallone. Se Yamal è il dribblatore e Lewandowski è il finalizzatore, allora Raphinha è il tocco in più. Prende una squadra molto buona come il Barcellona e la rende eccezionale. E sarà un incubo assoluto per Vazquez.

    Yamal, dal canto suo, ha insistito che il Pallone d'Oro non lo riguarda. Potrebbe anche essere vero, ma il punto è che uno dei due probabilmente lo vincerà.

    "Non ne abbiamo parlato. Se vinceremo i titoli che abbiamo davanti, uno di noi lo vincerà, chiunque sia. Sono molto felice per Raphinha, gli dico sempre che il suo cambiamento è stato incredibile e che si sta divertendo molto. Il Pallone d'Oro non mi preoccupa", ha detto.

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  • Getafe CF v Real Madrid CF - La Liga EA SportsGetty Images Sport

    NIENTE DA PERDERE

    La scorsa settimana è stata diffusa la notizia che molti tifosi del Real Madrid speravano di sentire: Ancelotti non allenerà la squadra nella prossima stagione. In un certo senso, è piuttosto triste: è un grande allenatore che ha vinto tutto e ha guidato l'evoluzione da corazzata piena di stelle a una squadra più equilibrata e sensata. A quanto pare, però, questo cambiamento è stato troppo difficile da digerire. Ancelotti non può più lasciare il segno in questa squadra.

    Il calcio è ciclico. Gli allenatori, anche i migliori, vedono la loro influenza diminuire col tempo. L'era di Ancelotti al Real Madrid potrebbe essere finita, ma questo potrebbe significare che c'è ancora qualcosa per cui lottare in questa finale. Negli ultimi mesi c'è stato un po' di pessimismo intorno ai 'Blancos': l'allenatore non ha "perso lo spogliatoio", ma l'atmosfera non è delle migliori.

    Forse, quindi, questa è un'occasione per cambiare le cose. Due sconfitte nel Clásico sono piuttosto pesanti: una terza, in una finale con un trofeo in palio, sarebbe davvero devastante. E al momento le cose non possono davvero peggiorare. Sono proprio queste le partite che il Real Madrid sembra apprezzare, che esaltano le qualità nei momenti di estrema sofferenza. Dopo aver già ceduto in diverse occasioni in questa stagione, è giunto il momento di un miracolo: e il 'Clasico' calza a pennello.