In Giappone esiste una filosofia secondo cui ogni persona ha tre facce. La prima è quella che mostri al mondo, quella su cui vieni giudicato e su cui costruisci la tua immagine pubblica. La seconda è quella che mostri alle persone più vicine a te. La terza è quella che tieni per te, la tua vera essenza e personalità, che non riveleresti mai agli estranei.
Sabato, a Siviglia, il Real Madrid si è strappato la terza faccia come una maschera e l'ha tenuta alta, con orgoglio o meno, come se fosse Simba sollevato da Rafiki nella sequenza iniziale de "Il re leone". Anni, mesi, settimane e giorni di tensioni sono venuti alla luce prima, durante e dopo la sconfitta contro il Barcellona, il suo più grande rivale, nella finale della Coppa del Re.
È già abbastanza brutto essere battuti dai catalani in una giornata normale. Solo che questa era tutt'altro che normale. Quello che è successo nel sud della Spagna questo weekend rimarrà nella storia come un momento triste della storia dei Blancos, indipendentemente da come si cercherà di cancellarlo dalla memoria.







