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women 4 Football EventGetty Images Sport

Parla Gravina "Se vado via io che succede, l'Italia vince il Mondiale e spariscono i problemi?"

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Parla Gabriele Gravina. Il presidente della FIGC ha concesso una lunga intervista al Corriere dello Sport, trattando i temi che nelle ultime settimane sono stati maggiormente dibattuti dopo il secondo posto nel girone delle Qualificazioni.

Dalla scarsità di talenti in Italia ai giovani a cui non vengono date le opportunità, passando per l'annosa questione della riforma dei campionati e per la quantità di stranieri presente in Serie A: di questo e di altro ha parlato Gravina, ammettendo i problemi ma difendendo il proprio operato.

"Se vado via io che succede, l'Italia vince il Mondiale e spariscono i problemi?": questa è una delle risposte date da Gravina a Ivan Zazzaroni, direttore del Corsport. Ma non è stata certo l'unica degna di nota.

  • "SE VADO VIA IO L'ITALIA VINCE I MONDIALI?"

    "Se la Nazionale non si qualifica alla fase finale dei Mondiali, non c'è una norma che mi impone di fare un passo indietro, ma farei delle riflessioni personali. A chi mi dice 'vai a lavorare' rispondo: se vado via io, riparte il calcio e vinciamo i Mondiali? Se ne avessi la certezza, sarei il primo a farmi da parte. Per questo sono un uomo sereno. A chi dice che i miei predecessori si sono fatti da parte dopo una debacle ricordo che Abete si dimise per motivi personali, mentre Tavecchio fu sfiduciato e tradito. Alla base della nostra struttura c'è un principio di democrazia. Se pensiamo che quando c'è un risultato negativo bisogna cambiare il presidente, commettiamo un altro errore. Io in campo non vado, ma le mie scelte le difendo. Se vado via io che succede? L'Italia vince il Mondiale e spariscono i problemi? Nel 1994 volevano linciare i calciatori dopo una finale persa, lo ricordate? E ancora: la responsabilità sarebbe legata al risultato o alle riforme? Ecco, la mancanza di riforme è legata a norme statutarie e al consenso delle leghe. Se c'è una lega che è contraria, non le puoi fare".

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  • "LE SOCIETÀ SONO ANTAGONISTE DELLA NAZIONALE"

    "Ogni volta che la Nazionale commette un passo falso, immediatamente c'è l'indignazione popolare e si chiedono le teste. Ci sto, è il gioco dei tifosi. Ma noi continuiamo a cercare colpevoli senza renderci conto che la Figc non può imporre certe cose, ma soltanto sensibilizzare. Abbiamo ad esempio approvato una norma che permette di scorporare dal numeratore dell'indicatore del costo del lavoro allargato gli ammortamenti e gli stipendi degli Under 23 italiani. Rendiamo conveniente puntare sui giovani azzurri. Su 20 squadre di Serie A abbiamo soltanto 97 giocatori selezionabili, il 25% del totale, vi rendete conto? Le società di Serie A sono antagoniste della Nazionale? Oggettivamente lo sono, anche se involontariamente, ogni club guarda al proprio tornaconto". 

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  • LA QUESTIONE STRANIERI

    "La Figc può solamente intervenire sugli extracomunitari, come ha già fatto, rispettando le quote assegnate dalla legge Bossi-Fini.È impossibile limitare il numero di stranieri comunitari, è contro le norme Ue che dalla sentenza Bosman in poi prevedono la libera circolazione dei calciatori. Puntare sugli italiani non può essere un obbligo, semmai deve diventare una vocazione naturale. Che si abbina agli investimenti sui settori giovanili e sulle infrastrutture". 

  • LA RIFORMA DEI CAMPIONATI

    "Prima di marzo dobbiamo aprire il tavolo. La riforma dovrà essere radicale. In Italia abbiamo 100 società professionistiche rispetto alle 92 dell'Inghilterra, che ha due livelli di professionismo. Nella nostra Serie B il 35% del turnover surriscalda il sistema e lo indebita. Il concetto di mutualità tra le leghe ha una percentuale altissima in termini di divario. Non può ridursi tutto a Serie A a 18 sì o no, serve il consenso di tutte le leghe". 

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  • IL MERCATO BLOCCATO DELLA LAZIO

    "Chi è il responsabile? È mancato il rapporto tra questo valore della produzione e il costo del lavoro, quindi pochi ricavi e costi troppo alti. Il risultato ha dato tre parametri non rispettati, così si è arrivati al blocco totale. Bastava davvero che Lotito mettesse 3 milioni di euro? Ma dai, siamo seri. Se andiamo dietro alla demagogia, non ne usciamo. Gli indicatori sono oggettivi e sono stati approvati a marzo del 2024, tutti conoscevano le regole del gioco e anche Lotito le ha votate".

    "Ora l'indice di liquidità non conta più come prima? Guardate, io sono sempre stato per l'indice di liquidità ammissivo: se non rispetti il rapporto tra attività e passività correnti, non ti iscrivi al campionato. Era a 0,5, noi lo abbiamo portato a 0,6 quando nell'economia di mercato già 1 è un fattore di rischio. La Lega ci portò in tribunale, oggi è evidente che il mondo del calcio viva momenti di fibrillazione finanziaria e va dato merito a chi ricorre alle proprie finanze. È stata la Serie A a chiedere il costo del lavoro allargato come parametro? Sì, perché è un indice Uefa. Oggi questo indicatore preoccupa i club? Pensate, noi l'abbiamo appena portato al 70% e non è stato facile. Partivamo da 90, poi 80. Più è basso più ci avviciniamo alla sostenibilità, in Germania da anni è al 50%". 

  • GLI ARBITRI

    "Sono favorevolissimo all'autonomia. Sono già usciti dal consiglio federale e mi auguro che dal 1 luglio 2026 ci sia una nuova società autonoma con dei soggetti azionisti. Il presidente dell'AIA, Zappi, è finito nella lente della procura federale: si va verso un commissariamento? Non corriamo troppo, Zappi per ora ha ricevuto soltanto una conclusione delle indagini". 

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  • DA SPALLETTI A GATTUSO

    ""Andava esonerato prima di Norvegia-Italia? Io non l'avrei mandato via neanche dopo. Mi accusarono di non essermi presentato alla conferenza in cui il ct annunciò la fine del rapporto? Non è vero, ero lì. Ma essendo la conferenza Uefa della vigilia, non potevo intervenire. C'era un accordo? Sì, che alla fine di quella conferenza io e Luciano, insieme, avremmo annunciato la risoluzione. Mi ha anticipato, è crollato alla prima domanda. Non ha trattenuto la sua esplosione di rabbia, ma è stata una reazione da italiano vero. Ho perdonato tutti? Ma io non devo perdonare nessuno, però neppure dimentico".

    "Se è vero che Roberto Mancini si era proposto per tornare? È vero. Ci ho parlato. Aveva dato la sua ampia disponibilità".

    "Se il nuovo ct l'ho scelto io o Buffon? Nel Club Italia il dialogo è costante. A marzo 2025 avevamo già contattato Rino per coinvolgerlo: gli avrei affidato l'Under 21. Avremmo voluto a bordo anche Baldini. Così quando c'è stata l'occasione li abbiamo chiamati entrambi".