GOALPagellone Champions - Il feeling Leao-Conceiçao, il cortomusismo dell'Inter e il deepfake di Koopmeiners
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GettyIl deepfake di Koopmeiners: voto 5
Nell'era dell'AI, dove il confine tra ciò che è finto e ciò che è reale è sempre più impercettibile, la Juventus si ritrova probabilmente a schierare da inizio stagione il primo deepfake di un calciatore: perchè quello che indossa la maglia numero 8 non può essere davvero Teun Koopmeiners, il vero Teun Koopmeiners. All'Atalanta e con la Nazionale Olandese abbiamo ammirato un calciatore moderno, capace di abbinare quantità e qualità, di sfoggiare doti balistiche di pura eccellenza. Ma la versione a strisce bianconere è troppo lontana dall'originale per essere credibile. Anche contro il Club Brugge un'altra prestazione sconcertante: più di Vlahovic, è lui il grande punto di domanda di questa stagione juventina. A Thiago Motta il compito di trovare il modo per tutelare un investimento da quasi 60 milioni di euro.
Getty Images SportL'attacco della Dea: voto 8
Tre goal per Retegui, quattro per CDK, altrettanti per Lookman: anche in Europa la forza dell'Atalanta di Gasperini risiede nella straordinaria continuità realizzativa del suo reparto offensivo. Quello che può essere considerato il miglior tridente della Serie A sta lasciando il segno anche in Champions e la festa del goal contro lo Sturm Graz ha consolidato le chance di qualificazione diretta della Dea, che nell'ultimo match contro il Barcellona sarà padrona del proprio destino.
E anche se Retegui sta viaggiando a medie incredibili e De Ketelaere ha addirittura superato De Bruyne diventando il giocatore belga con il maggior numero di partecipazioni al goal (4 goal e 5 assist) in una singola edizione di Champions League, al Camp Nou gli occhi saranno tutti puntati su Ademola Lookman, proiettato ormai nell'elite assoluta del calcio europeo.
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Getty ImagesL'orgoglio del Bologna di Italiano: voto 8
La meravigliosa chiusura di un cerchio indimenticabile: la prima, storica vittoria del Bologna in Champions League, seppur ininfluente per il cammino dei rossoblù, completa un percorso incredibile, avviato da Thiago Motta e proseguito, con grande coraggio e tanto lavoro, da Italiano. Il 2-1 al Borussia Dortmund è un grido d'orgoglio, di gioia pura, dopo che la tanto agognata Champions League si era rivelata probabilmente ancora più dura di quanto previsto. Dopo due pareggi e quattro sconfitte è arrivato il primo successo stagionale contro un avversario di primissimo piano e davanti a un Dall'Ara che ha sempre sostenuto la squadra anche nelle serate più sfortunate. "Sono felice ed emozionato: siamo eliminati, ma è come se avessimo vinto un quarto o una semifinale", ha ammesso Italiano, che sta vincendo una delle sfide più ostiche che offriva il panorama italiano nella scorsa estate, continuare sul solco tracciato da Motta.
Getty ImagesIl “cortomusismo” dell’Inter: voto 7
Un passo alla volta, di 1-0 in 1-0 (il quarto consecutivo in Europa), senza incantare ma senza mai dare veramente l’impressione di rischiare: l’Inter continua nel suo cammino a passo spedito, in quella che assomiglia più a una marcia che a una maratona, verso gli ottavi di Champions. Il tanto vituperato “cortomusismo” è in realtà un viatico estremamente efficace per reggere il ritmo infernale imposto dal calendario senza perdere di vista il triplice obiettivo. E la ritrovata verve di capitan Lautaro non può che essere un ottimo motivo per festeggiare senza snobismi di sorta la vittoria di misura sul certo non irresistibile Sparta Praga.
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Getty ImagesMais amor por favor, il feeling Leao-Conceiçao. Voto 7,5
Quando ha accettato la chiamata rossonera Sergio Conceiçao sapeva benissimo che la sfida Milan sarebbe stata ricca di insidie, di ostacoli da superare, di scommesse da vincere. E al tempo stesso era pienamente consapevole che l’unico modo per riuscire a tenere la barra dritta e provare a centrare gli obiettivi era quello di portare dalla sua parte l’uomo più decisivo della squadra. Dal suo arrivo Rafa Leao ha cambiato marcia, è tornato a sorridere, è tornato a segnare, a sentirsi importante, a sentirsi amato. Solo rimettendo la chiesa al centro del villaggio Conceiçao poteva lavorare sulla crescita del ragazzo, apparso quasi involuto durante la parentesi con Fonseca. La prestazione da leader contro il Girona è frutto del feeling nato tra i due: “Abbiamo un obiettivo tra me e il mister - ha spiegato Rafa - quando sono davanti alla porta devo prendere almeno lo specchio e fare male. Voglio migliorare i miei numeri, voglio stare al livello di chi ha numeri alti. Serviva un allenatore che mi coccolasse? Ovviamente, dal primo giorno mi ha fatto capire che vuole aiutarmi e che devo trascinare la squadra”. Capito Paulo?
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