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Riccardo Orsolini BolognaGetty Images

Orsolini tra Bologna e Nazionale: "Mi sento più maturo ma non mi considero un top-player: per l'Italia giocherei pure in porta"

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La stagione di Riccardo Orsolini è iniziata nel migliore dei modi: cinque goal in otto presenze in Serie A, già un terzo del totale segnato nello scorso campionato.

Grazie anche alle sue reti, il Bologna ha conquistato 14 punti in otto partite, solo un punto in meno rispetto all’Inter di Cristian Chivu.

A poche ore dalla sfida contro il Torino, valida per la nona giornata, DAZN ha pubblicato un’intervista esclusiva di Hernanes a Orsolini, in cui il talento rossoblù ha parlato della sua esperienza a Bologna, del rapporto con la Nazionale e della celebre esultanza della “bussata”.

  • "STOP E PASSAGGIO CONTRO IL MURO: IMPORTANTISSIMO"

    "Cosa consiglierei per migliorare il mancino? Tanto muro. Ti metti contro il muro, stop e passaggio. È fondamentale, mio papà me lo faceva fare da piccolo. Noi veniamo da una generazione dove si giocava per strada, con i terreni sconnessi, dove capire il rimbalzo della palla era importante. È una cosa che te la ritrovi, è importantissimo."

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  • "SONO PIÙ MATURO, MA NON MI SENTO UN TOP PLAYER"

    "Orsolini prime? Sicuramente siamo davanti all’Orso più maturo, perché sto acquisendo delle consapevolezze, al di là dei goal. Parlo di personalità e di fare la giocata giusta al momento giusto. È arrivata l’età di capire determinate cose per fare l’ulteriore step in avanti.

    Se mi sento un top player? No e non mi ci voglio sentire. Perché probabilmente perderei delle energie mentali. Devo avere quella fame e quella voglia di arrivare, non posso ‘sedermi’. Non spetta a me giudicarlo, ma non voglio sentirmi così."

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  • "PER LA NAZIONALE GIOCHEREI PURE IN PORTA"

    "Nazionale? Sto cercando di portare ciò che di buono sto facendo al Bologna anche in Nazionale. Mister Gattuso mi sta dando molta fiducia, e infatti lo ringrazio per questo. Ma in questo momento, più che di Orsolini in Nazionale, bisognerebbe parlare di obiettivi: abbiamo solo quello in testa e non si parla d’altro! Io in Nazionale giocherei anche in porta, perché se posso dare una mano per raggiungere quell’obiettivo lo faccio. Ma adesso la Nazionale viene prima di Orsolini, non il contrario."

  • "MAI MI SAREI ASPETTATO DI FARE LA CHAMPIONS CON IL BOLOGNA"

    "Bologna? Fin da subito ho creduto nel progetto Bologna. Volevano costruire una squadra ambiziosa, di anno in anno fino ad arrivare in Europa, seguendo il modello Atalanta. Sono contento perché dopo otto anni non ci si stufa. Io sono arrivato qui che lottavamo per non retrocedere, ci salvavamo alla penultima giornata. Ho vissuto Bologna in tutte le salse. Sono qui da tanto e di “m” ne ho sia vissuta che mangiata tanta. Ma passando da tutto questo ci siamo fortificati per costruire quello che siamo adesso. Se chiedi a un tifoso del Bologna se qualche anno fa si fosse aspettato di giocare in Champions League, magari ti avrebbe riso in faccia. Abbiamo creato qualcosa di straordinario. È una emozione unica, storica. Non me lo sarei mai aspettato nemmeno io."

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  • "LA BUSSATA È STATO UN GESTO ISTINTIVO"

    "Bussata? È nata così per caso, era una roba venuta così, dal cuore. È stato un gesto istintivo che è diventato iconico. Tutti l’hanno ricollegato a Spalletti, ma in realtà era una cosa goliardica. È stato molto divertente perché alla gente è piaciuto e l’ho tenuta. Non era preparato, è stato un momento istintivo.”

  • "DIVENTARE CAPOCANNONIERE SAREBBE UN SOGNO"

    "Capocannoniere? Sarebbe un sogno, ma realisticamente… L’ultimo mancino a essere capocannoniere in A è stato Vieri nel 2003? Io metto le mani avanti, non sono un attaccante, non sono una punta. Difendere la categoria dei mancini? Mi state dando una grande responsabilità. Da quanto non la vince un attaccante del Bologna? 50 anni? Ho capito ma… a piccoli passi, un passettino alla volta”.

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