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Vlahovic David OpendaGetty Images

L'attacco della Juventus non ingrana mai: Vlahovic non può bastare, Yildiz non spara, Openda e David "inseriti tardi"

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Che non fosse propriamente corretto parlare di "effetto Spalletti" era chiaro sin da subito, dalla trasferta vincente di Cremona. Semplicemente perché un allenatore non può portare un effetto immediato in una squadra, come la Juventus, che ha problemi endemici e strutturali indipendenti dall'allenatore di turno.

Incapace di avvicinarsi in maniera sostanziale al primo posto, sogno neppure troppo nascosto dell'ex commissario tecnico della Nazionale come lui stesso ha svelato nella conferenza di presentazione, la Juve si è inceppata nuovamente. Questa volta contro la Fiorentina di un altro volto nuovo della panchina, ovvero Paolo Vanoli, sostituto di Stefano Pioli chiamato a mettere mano a una situazione ben più drammatica.

“Siamo stati scelti per fare di più e dobbiamo alzare il nostro livello”, ha detto Spalletti dopo l'1-1 del Franchi, senza troppi giri di parole. E poi: "Io penso di riuscire a far dare di più di quello che abbiamo fatto vedere oggi. Il silenzio dei giocatori al rientro negli spogliatoi evidenzia che neanche loro sono contenti della prestazione ed è una cosa che mi fa piacere. Ma dobbiamo andare in campo e giocare un calcio differente”.

Non ha giocato bene la Juventus, se non per qualche sprazzo della gara, e ancora una volta si è palesato il problema forse più evidenti di questa squadra: un attacco che non gira come dovrebbe. E che, come già nei primi mesi stagionali, continua a palesare un equivoco dietro l'altro di non facile soluzione.


  • VLAHOVIC NON PUÒ BASTARE

    Dusan Vlahovic, beccato più volte dai cori razzisti del Franchi, non avrebbe neppure giocato malissimo. Anzi: si è guadagnato un rigore poi revocato da arbitro e VAR con una scelta piuttosto discutibile, si è battuto, ha messo in campo tutto quel che aveva in corpo nella gara da ex.

    Il problema è che a un attaccante si chiede di segnare. E Vlahovic non l'ha fatto. Nell'unica occasione vera a disposizione si è involato verso De Gea, lo ha aggirato in dribbling, ma al momento di calciare verso la porta vuota ha perso quella frazione di secondo consentendo a Pongracic di sbilanciarlo, finendo per calciare malamente contro l'esterno della rete. Il risultato era ancora fermo sullo 0-0.

    Se la prestazione può essere considerata anche di buon livello, e i segnali continuano a essere sorprendenti nonostante la ben nota situazione contrattuale, Vlahovic ha peccato in fase realizzativa. E questa, per uno a cui si chiederebbe di buttarla dentro con discreta costanza, è una pecca non da poco.

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  • Yildiz Fiorentina JuventusGetty Images

    YILDIZ NON SPARA

    Non si chiede di buttarla dentro con costanza a Kenan Yildiz, al contrario. Ma di inventare sì, sicuro. Certamente più di quanto abbia fatto al Franchi il talento turco, risparmiato da Montella contro la Spagna qualche giorno prima ma lo stesso incapace di riversare completamente in campo la propria qualità.

    L'highlight di Yildiz è una ripartenza con tunnel incorporato prodotta nel secondo tempo, con le squadre già sull'1-1: Kenan ha messo il turbo da centrocampo, è avanzato palla al piede fino al limite ma alla fina ha sprecato tutto, calciando debolmente con l'interno e consentendo a De Gea una presa neppure troppo complicata.

    Per il resto, poca roba. Qualche guizzo qua e là, qualche iniziativa personale palla al piede. Troppo poco per il 10 della Juventus, di nuovo sottotono come spesso è accaduto negli ultimi due mesi dopo le prodezze contro Inter e Borussia Dortmund.

    Se Spalletti lo aveva definito "la fucilata nella notte" alla vigilia di Fiorentina-Juventus, sottolineandone follia creativa e imprevedibilità, dopo la gara è stato costretto ad ammettere che "nel primo tempo ha giocato più centrale, nel secondo più sul centro-sinistra, ma l'abbiamo trovato poco".

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  • OPENDA E DAVID "INSERITI TARDI"

    Che dire poi di Jonathan David e Lois Openda? I due, di fatto, sono le prime alternative a Vlahovic nel ruolo di prima punta. Con possibilità di giocare assieme al serbo, o in coppia tra loro, in caso di 3-4-1-2. Ma a Firenze non si sono quasi visti nonostante le condizioni non perfette del compagno: un paio di minuti più recupero per entrambi, un'inezia.

    Nella conferenza stampa post partita, a tal proposito, è avvenuta una scena curiosa. Un giornalista presente ha chiesto a Spalletti il motivo di questo scarso minutaggio e il tecnico non ha fatto una piega: "Ha ragione lei, li ho fatti entrare tardi. È vero". Senza aggiungere altro, senza dare spiegazioni.

    Sarebbe cambiato qualcosa? Forse sì, magari no. Il rendimento dell'ex Lipsia e dell'ex Lille, del resto, è stato ben inferiore alle attese: in due hanno segnato appena una volta tra campionato e Champions League (David al Parma alla prima giornata).  

  • CHE FATICA IN ATTACCO

    Quanto ai numeri, non dicono sempre tutto ma qualcosa fanno capire. Dicono, ad esempio, che la Juventus ha il secondo peggior attacco delle prime sei dietro appena a quello della Roma, in attesa del completamento della dodicesima giornata: 15 volte hanno segnato i bianconeri, 12 i giallorossi. Ma 26 l'Inter, ad esempio, e 19 il Napoli.

    Di più: l'ultima rete messa a segno in campionato da un attaccante della Juve su azione risale addirittura al 20 settembre (Conceiçao a Verona). Da quel momento è entrato nel tabellino Vlahovic, così come Yildiz, ma entrambi su rigore (contro l'Udinese nella gara dell'interregno di Brambilla).

    La Juventus di Spalletti, insomma, si è già inceppata così come si era inceppata quasi subito quella di Tudor. Anche e soprattutto dal punto di vista realizzativo: due goal realizzati nelle ultime tre uscite tra campionato e Champions. Troppo poco per sperare concretamente di imprimere una svolta a una stagione cominciata col piede sbagliato.

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