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Juventus FC v Udinese Calcio - Coppa ItaliaGetty Images Sport

Juventus in emergenza, sei assenti per il big match col Napoli al Maradona: Spalletti pensa alla difesa a quattro, chi gioca in attacco

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La Juventus si avvicina alla trasferta di Napoli in condizioni di emergenza, con sei giocatori indisponibili e un sistema tattico che Luciano Spalletti è costretto a ripensare in corsa. 

Le assenze più pesanti sono quelle di Dusan Vlahovic e Federico Gatti, entrambi sottoposti oggi a intervento chirurgico all’estero, mentre Bremer, Rugani, Pinsoglio e Milik completano un quadro già complicato. 

In un momento in cui almeno tre potenziali titolari sono fuori causa, la squadra perde equilibrio e certezze, spingendo l’allenatore verso un cambio tattico necessario e che potrebbe segnare una svolta definitiva. 

La sfida del Maradona arriva così nel pieno di una metamorfosi forzata, con il tecnico chiamato a ridisegnare uomini e idee mentre gli infortuni ne condizionano le scelte.

  • VLAHOVIC E GATTI OPERATI

    Il giorno degli interventi di Vlahovic e Gatti rappresenta l’avvio simbolico di una fase delicata. 

    L’attaccante serbo, uscito in lacrime contro il Cagliari, sarà operato oggi a Londra per una lesione di alto grado all’adduttore sinistro. La scelta di ricorrere subito al bisturi nasce dalla necessità di ridurre il rischio di ricadute, ma comporta un’assenza lunga: il suo rientro non è previsto prima dell’inizio di marzo.

    Parallelamente, in Francia, Federico Gatti viene sottoposto a intervento per la lesione al menisco mediale del ginocchio destro rimediata contro l’Udinese, negli ottavi di finale di Coppa Italia. 

    Il difensore resterà fuori per circa un mese, forse di più, togliendo a Spalletti uno dei pilastri della retroguardia in una fase già deficitaria per numero e affidabilità delle alternative alla luce degli infortuni di Bremer e Rugani.

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  • SPALLETTI IN EMERGENZA

    La situazione si complica ulteriormente perché anche Bremer e Rugani resteranno indisponibili per almeno una settimana. Due assenze che svuotano il reparto difensivo lasciando a Spalletti un margine di scelta estremamente ridotto per la sfida del Maradona contro il Napoli di Conte. 

    Le gerarchie sono stravolte e la costruzione della linea arretrata si trasforma in un puzzle da ricomporre con poche tessere rimaste.

    Di fronte a una difesa a tre ormai difficilmente sostenibile, secondo La Gazzetta dello SportSpalletti sembra orientato ad anticipare il passaggio alla linea a quattro, già sperimentata a tratti nelle ultime settimane. 

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  • DIFESA A QUATTRO?

    Kalulu, Kelly e Koopmeiners rappresentano le soluzioni di riferimento per il reparto centrale, mentre sulle fasce possono agire Cambiaso, Cabal o lo stesso Kalulu, con McKennie pronto a fare da jolly.

    La necessità diventa così il motore del cambiamento: con Gatti fuori e gli altri centrali non disponibili, l’allenatore non può più attendere. 

    Il nuovo assetto prende forma rapidamente, tra adattamenti e spostamenti funzionali, con Koopmeiners probabilmente destinato a retrocedere di nuovo in difesa dopo le prove positive in mediana.

  • VLAHOVIC OUT: CHI GIOCA IN ATTACCO?

    Con l’assenza prolungata di Dusan Vlahovic si apre il dilemma sulla composizione dell’attacco in casa Juventus.

    Contro l’Udinese è toccato a David raccogliere l’eredità del serbo, con una prova positiva da parte del canadese, che però non è certo di un posto da titolare al Maradona contro il Napoli.

    Proprio i partenopei hanno dimostrato di saper soffocare l’iniziativa avversaria, lasciando a bocca asciutta i vari Gimenez, Lautaro, Lookman e Soulé. 

    Per Tuttosport non è da escludere l’impiego di Yildiz da ‘falso nueve’, più centrale, alla Totti ai tempi della Roma.

    Una soluzione già confermata dallo stesso Spalletti in conferenza stampa. Una soluzione che consentirebbe di sfruttare la qualità del turco nello stretto per gli inserimenti dei trequartisti, Conceicao e uno tra Openda e McKennie.

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  • UNA JUVENTUS COSTRETTA A REINVENTARSI

    Spalletti avrebbe preferito introdurre la sua nuova Juventus con tempi e modi differenti, ma la realtà lo costringe ad accelerare. 

    Il percorso di aggiustamenti e prove sta lasciando spazio alla definizione di un’identità alternativa, pensata per reggere l’urto dell’emergenza e restare competitiva. 

    La squadra che scenderà in campo a Napoli sarà diversa, inevitabilmente provvisoria, costruita sulle risorse residue e in attesa che i recuperi restituiscano profondità e opzioni. In un momento così fragile, la Juventus si presenta al Maradona come un gruppo obbligato a trasformarsi, trattenendo il fiato fino al ritorno dei suoi uomini chiave.