"Sai che io dopo 15 anni apro per la prima volta questo giornale?": gli occhi di Julio Cesar cambiano luce quando tiriamo fuori dallo zaino una copia di uno dei quotidiani "simbolo" della storia dell'Inter. In prima pagina c'è Javier Zanetti con la coppa, la data di pubblicazione è il 23 maggio: qualche ora prima, a Madrid, l'Inter vince la Champions League e completa il Triplete.
Julio è in campo, ovviamente, ma nella foto scelta per celebrare il successo appare solo con un guanto: prende la penna e mette la sua firma in quello spicchio di immagine che ritrae la sua mano. Poi si mette a discutere delle pagelle: non le aveva mai lette. Avrebbe voluto qualcosina in più: "La parata su Müller era da 10". Se ne può discutere. L'Inter e il suo passato in Italia, in ogni caso, gli son rimasti dentro.
"Non mi vedevo lontano da Milano", racconta aprendosi in un'intervista a GOAL Italia, in occasione del Trophy Tour che ha portato la coppa del nuovo Mondiale per Club FIFA 2025 a Milano, prima negli uffici di DAZN, poi a San Siro per Inter-Cagliari. E Julio Cesar, che quel Mondiale lo ha vinto completando il Quintuple dei nerazzurri, nel 2010, ci ha trascinato in un passato carico di ricordi e sliding doors che hanno segnato la sua carriera.

