Pubblicità
Pubblicità
Questa pagina contiene link di affiliazione. Quando acquisti tramite i link forniti, potremmo guadagnare una commissione.

Julio Cesar a GOAL: "Non vedevo Thiago Motta come un allenatore, nel 2012 sono stato vicino a firmare col Napoli"

Pubblicità

"Sai che io dopo 15 anni apro per la prima volta questo giornale?": gli occhi di Julio Cesar cambiano luce quando tiriamo fuori dallo zaino una copia di uno dei quotidiani "simbolo" della storia dell'Inter. In prima pagina c'è Javier Zanetti con la coppa, la data di pubblicazione è il 23 maggio: qualche ora prima, a Madrid, l'Inter vince la Champions League e completa il Triplete.

Julio è in campo, ovviamente, ma nella foto scelta per celebrare il successo appare solo con un guanto: prende la penna e mette la sua firma in quello spicchio di immagine che ritrae la sua mano. Poi si mette a discutere delle pagelle: non le aveva mai lette. Avrebbe voluto qualcosina in più: "La parata su Müller era da 10". Se ne può discutere. L'Inter e il suo passato in Italia, in ogni caso, gli son rimasti dentro.

"Non mi vedevo lontano da Milano", racconta aprendosi in un'intervista a GOAL Italia, in occasione del Trophy Tour che ha portato la coppa del nuovo Mondiale per Club FIFA 2025 a Milano, prima negli uffici di DAZN, poi a San Siro per Inter-Cagliari. E Julio Cesar, che quel Mondiale lo ha vinto completando il Quintuple dei nerazzurri, nel 2010, ci ha trascinato in un passato carico di ricordi e sliding doors che hanno segnato la sua carriera.

  • Julio Cesar 2010Getty

    IL MONDIALE DEL 2010: "C'ERA UN PO' DI CASINO PER LA SITUAZIONE DI BENITEZ"

    "Se devo dire la verità il ricordo che mi è rimasto del Mondiale del 2010 è quel portiere che quando festeggiava il goal rimbalzava con... si può dire col sedere? No?": la prima immagine che viene in mente a Julio Cesar della Coppa del Mondo per Club vinta dall'Inter è questa. Muteba Kidiaba, il portiere del Mazembe che ha sfidato i nerazzurri in finale. "Ecco, mi ha impressionato proprio perché era una cosa molto diversa da quella che siamo abituati a guardare", continua il brasiliano. ai microfoni di GOAL Italia.

    Poi torna serio: anche perché quella coppa lì ha un valore assai particolare. Per l'Inter, sì, perché è stata poi l'ultima italiana a vincerlo, ma anche per il gruppo che si era creato. "Per noi è stato bello, a parte gli scherzi, perché eravamo un sacco di sudamericani e sappiamo il valore che si dà lì in Sudamerica per questo trofeo": un titolo che comunque è stato caratterizzato, poche ore dopo la notte di Abu Dhabi, dall'esonero di Rafa Benitez.

    Una questione "particolare" che ha accompagnato i nerazzurri per tutta la spedizione negli Emirati: "C'era un po' di casino in quel momento lì per questa situazione dell'allenatore, sì: poi siamo scesi in campo e abbiamo dimenticato tutto".

  • Pubblicità
  • UNA NUOVA OCCASIONE PER L'INTER... E PER LA JUVENTUS

    A rappresentare l'Italia negli Stati Uniti, ovvero nel nuovo Mondiale per Club che si disputerà tra giugno e luglio 2025, ci saranno Inter e Juventus.

    "Penso che l'Inter abbia più possibilità di arrivare fino alla fine, perché la Juventus ha vissuto l'addio di Thiago Motta e l'arrivo di Igor Tudor: a volte i giocatori capiscono velocemente e riescono a rispondere a quello che chiede il nuovo allenatore, ma è difficile. Il cambio è vero che porta una nuova motivazione, ma dipende", spiega Julio Cesar a GOAL Italia.

    Quindi i nerazzurri possono vincerlo, confermando l'ambizione di Simone Inzaghi? "Penso sempre che le favorite siano le stesse, Real Madrid e Manchester City in primis, ma l'Inter arriva bene eh. L'Inter non sta dietro a Real Madrid e Manchester City".

    Ecco, ma Julio Cesar avrebbe voluto giocare questo format del Mondiale per Club? "Avrei voluto giocarlo con il Flamengo, la mia squadra del cuore. Ti spiego: avendolo vinto con l'Inter avrei voluto provarci con la squadra che amo. Sarebbe stato bello", racconta Julio Cesar.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • LE BUSTE DI ETO'O: UNA QUESTIONE DI... CLAUSOLE?

    Uno dei momenti iconici del Mondiale del 2010 è stato senza dubbio segnato dall'esultanza di Samuel Eto'o dopo il secondo goal dell'Inter contro il Mazembe. Non ci sarebbe neanche bisogno di ricordarlo, ma tant'è: l'attaccante prende due buste e si mette a saltare.

    "Secondo me prendeva un bel bonus: doveva avere una clausola sul contratto. Peccato che io non ho messo i rigori perché ne ho parati tanti: avrei potuto mettere anch'io quella clausola lì", scherza, il brasiliano.

  • "NON MI VEDEVO FUORI DALL'INTER": L'ADDIO AI NERAZZURRI

    "Non me l'aspettavo, ti dico la verità": nell'estate del 2012 la carriera di Julio Cesar cambia. Cambia perché l'Inter decide che è arrivato il momento di rinnovare il reparto legato alla porta e per il brasiliano non c'è più spazio.

    "Sono rimasto sorpreso quando l'Inter ha preso questa decisione di puntare su un altro portiere (Samir Handanovic, ndr), dopo sette anni e quattordici titoli. Però, sai, alla fine devi cercare di capire bene la loro scelta: a dir la verità sono rimasto sorpreso. Non mi vedevo fuori dall'Inter", racconta a GOAL Julio Cesar.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • Julio Cesar NapoliGetty

    IL NAPOLI SFIORATO

    E a quel punto Julio Cesar si è trovato a dover cambiare squadra: e non è stato semplicissimo. "Dopo che abbiamo deciso di chiudere la situazione e fare la buonuscita ho parlato con squadre italiane ed estere, è normale, ma era difficile perché avevo uno stipendio alto", spiega a GOAL.

    "In Italia sono stato vicino a firmare col Napoli: sì. Siamo stati vicini e per una situazione un po' particolare ho deciso di non firmare": Walter Mazzarri in panchina, una porta da rivoluzionare in vista dell'addio di Morgan De Sanctis, che nel 2013 sarebbe andato alla Roma. Insomma: una sliding door niente male.

  • THIAGO MOTTA ALLENATORE: "NON ME L'ASPETTAVO"

    Sfogliando le foto che lo ritraggono con la coppa della Champions League in mano nella notte di Madrid abbiamo trovato anche un Thiago Motta in borghese: contro il Bayern Monaco non c'era, e sappiamo tutti il perché. Ma che effetto ha fatto a Julio Cesar, uno che con lui ha condiviso lo spogliatoio nelle giornate che hanno segnato la storia dell'Inter, vederlo sulla panchina della Juventus? "Non mi immaginavo Thiago come allenatore, ti dico la verità, perché è sempre stato uno chiuso, di poche parole. A volte sì, si parlava nello spogliatoio, ma non lo vedevo con questo profilo, che potesse diventare allenatore. Io vedevo più Cuchu Cambiasso".

    Ma Julio Cesar affronta la questione anche razionalmente: "Però era uno molto intelligente, si vedeva già, perché Thiago non è che è stato un giocatore veloce o da sprint. Thiago è sempre stato un giocatore con la palla al piede, due, tre o quattro tocchi massimo sul pallone, una visione incredibile. Non sono rimasto sorpreso per quello che ha fatto a Bologna e anche se la Juve adesso ha chiuso con lui secondo me è un allenatore che farà una grandissima carriera perché è molto intelligente, molto forte e capisce di calcio".

    Ligabue cantava "Non è tempo per noi", ecco: "Forse semplicemente non era tempo per Thiago Motta alla Juventus", aggiunge Julio Cesar a GOAL.

  • Pubblicità
    Pubblicità
  • LA PARATA DA 10 DI JULIO CESAR

    Poi sì: interrompiamo il flusso di domande e tiriamo fuori il quotidiano che celebra la vittoria contro il Bayern Monaco del 22 maggio 2010. E lì a Julio Cesar si apre un mondo nuovo: "Sai che io dopo 15 anni apro per la prima volta questo giornale?".

    Non lo aveva mai sfogliato: legge il titolo, poi il contenuto della seconda pagina. E commenta.

    "Sai, il portiere è quello che quando viene chiamato in causa deve esserci: e menomale che in questa partita qua sono stato chiamato in causa due o tre volte, non so, e ho fatto bene. Ricordiamoci che il goal di Milito, il primo, nasce da un rinvio di Julio Cesar: è chiaro, diciamoci la verità, non è che ho cercato Milito, ho cercato solo di prenderla bene e di rinviarla, ma menomale che è andata verso Milito. Lui ha pensato al resto", sottolinea.

    Quindi, va a guardare le pagelle: non è convinto col voto che gli hanno dato, un 7,5 comunque molto positivo.

    "Ragioniamo insieme. Partita di Champions League, finale: dopo 45 anni che l'Inter non vinceva. Dopo aver vinto Coppa Italia e Scudetto fai una parata, quella su Müller, non bella, ma importante. Mi trovo a tu per tu con lui: lì poteva cambiare la partita, la storia del Triplete. Questa parata merita un 10", forse vorrebbe cambiarlo. Poi si accontenta: "Va bene comunque 7,5". D'altronde, la Champions l'ha vinta ugualmente.

  • L'INTER PUÒ FARE IL TRIPLETE?

    Il passato, però, è lontano. Oggi l'Inter di Simone Inzaghi è in corsa su tutti i fronti, proprio (con le dovute differenze) come la squadra di José Mourinho nel 2010. E Julio Cesar ai microfoni di GOAL è sicuro.

    "Se l'Inter può fare il Triplete? Come no! Sicuramente sì: la squadra c'è, i giocatori sono forti, sono fiduciosi, stanno facendo un grandissimo lavoro. E quando ti trovi a questo punto, a fine stagione, con la possibilità di vincere tutto, perché non sognare? Hanno la possibilità di farlo". Se lo dice lui che ci è riuscito.

  • Pubblicità
    Pubblicità