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Rashford problem gfxGetty/GOAL

Dilemma Rashford per il Manchester United: cessione a ribasso o lunga serie di prestito per l'esubero di lusso dei Red Devils?

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Marcus Rashford sta trascorrendo l’estate a Marbella, una delle mete preferite dai calciatori, frequentata da top player come Cristiano Ronaldo, Raheem Sterling ed Erling Haaland. Ma per lui non è una semplice vacanza tra sole, lusso e spiagge. L’attaccante inglese sta infatti svolgendo un ritiro individuale per migliorare la condizione fisica in vista della nuova stagione, come già fatto negli ultimi anni.

La differenza, però, è che stavolta Rashford non sa bene per cosa si stia preparando. Il suo ciclo al Manchester United sembra ormai arrivato al capolinea dopo essere stato messo ai margini da Ruben Amorim lo scorso dicembre. Ma da quando è rientrato dal prestito all’Aston Villa, non si sono viste grandi manovre di mercato intorno a lui.

Intanto il tempo passa, e il countdown è partito: il 7 luglio dovrà presentarsi a Carrington per l’inizio del ritiro precampionato con lo United.

L’eventualità di rivedere Rashford incrociare Amorim al centro sportivo rappresenterebbe uno scatto perfetto per i fotografi, ma una situazione imbarazzante che club, tecnico e giocatore preferirebbero evitare. Dal punto di vista dell’attaccante, un ritorno allo United sarebbe la conferma che il suo nome non è più così caldo sul mercato: tutti sanno che è disponibile e conoscono le richieste del club.

Per lo United, invece, rivedere Rashford a Carrington sarebbe l’ennesima dimostrazione delle difficoltà nel liberarsi di giocatori fuori dal progetto. Una distrazione indesiderata per Amorim e per lo spogliatoio proprio nel momento in cui si dovrebbe iniziare a costruire la nuova stagione. Eppure, lo scenario che tutti vogliono evitare rischia seriamente di diventare realtà, a meno che entrambe le parti non decidano di rivedere le proprie pretese.

  • Rashford-Man-UtdGetty

    L'IDEA BARCELLONA È UN'ILLUSIONE

    La destinazione dei sogni di Marcus Rashford è chiara a tutti – e del resto, chi non vorrebbe indossare la maglia del Barcellona? Lo scorso maggio, il fratello e agente dell’attaccante, Dwaine Maynard, ha fatto tappa in Catalogna per incontrare il direttore sportivo blaugrana, Deco. Proprio in quei giorni, l’ex centrocampista del Portogallo si era lasciato scappare un “Rashford ci piace”, salvo poi rifugiarsi nella classica frase di circostanza: “Non possiamo parlare di giocatori sotto contratto con altri club”.

    Nel frattempo, anche Rashford ha lanciato segnali chiari: ha invitato a Marbella gli youtuber catalani xBuyer per un’intervista in cui ha elogiato Lamine Yamal e ammesso apertamente il desiderio di giocare al suo fianco. Non sono mancati altri ammiccamenti al Barça, come il paragone con Thierry Henry – “è il giocatore a cui somiglio di più” – e la disponibilità a giocare da numero 9, ruolo che potrebbe ricoprire proprio in caso di approdo in blaugrana.

    Ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mercato. E mentre Rashford manda segnali, il Barcellona si muove concretamente su altri obiettivi. Il primo nome sulla lista è Nico Williams dell’Athletic Club, e l’affare sembra a un passo dalla chiusura, in attesa del via libera della Liga sul piano economico-finanziario.

    Per strapparlo ai baschi serviranno 50 milioni di sterline (circa 68 milioni di dollari), ovvero il valore della clausola rescissoria, a cui si aggiungeranno tasse e un ingaggio importante. Una spesa che, considerando le difficoltà economiche del club catalano, renderebbe praticamente impossibile anche solo pensare di affondare il colpo su Rashford, valutato dallo United 40 milioni di sterline, con uno stipendio monstre da 315.000 sterline a settimana.

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  • Rashford AmorimGetty

    L'IPOTESI PRESTITO NON CONVINCE

    Anche tralasciando gli ostacoli economici, l’arrivo di Nico Williams andrebbe comunque a complicare ulteriormente le cose per Rashford. Il talento dell’Athletic gioca infatti nel suo stesso ruolo naturale, esterno sinistro, e il suo inserimento aumenterebbe la concorrenza in un reparto offensivo già ricco di talento. In rosa ci sono infatti Raphinha e Lamine Yamal – entrambi candidati al Pallone d’Oro – oltre a Dani Olmo, Robert Lewandowski (capocannoniere della scorsa stagione) e Ferran Torres.

    A conti fatti, l’idea Barcellona appare più come un sogno ingenuo che una pista realmente percorribile per Rashford. L’unico scenario plausibile sarebbe un prestito, con il Manchester United che dovrebbe accollarsi parte dell’ingaggio, come già fatto durante la parentesi all’Aston Villa. Un’opzione tutt’altro che ideale per i Red Devils, che hanno urgente bisogno di liquidità per finanziare nuovi colpi sul mercato.

    Un prestito, infatti, servirebbe solo a rinviare il problema, costringendo lo United a ripercorrere lo stesso iter per le prossime due estati, fino alla scadenza del contratto nel 2028, che resta uno dei più onerosi in rosa.

    L’unico altro club accostato a Rashford in questa finestra è il Newcastle. Anche in questo caso, però, si tratterebbe di un prestito. E non sorprende, vista la qualità offensiva già a disposizione dei Magpies: da Anthony Gordon a Alexander Isak, passando per Harvey Barnes e Jacob Murphy, la concorrenza è folta e l’interesse per un acquisto a titolo definitivo è pressoché nullo.

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  • Aston Villa FC v Nottingham Forest FC - Premier LeagueGetty Images Sport

    40 MILIONI SONO TROPPI

    Se il Manchester United vuole davvero cedere Marcus Rashford a titolo definitivo, l’unica strada percorribile è abbassare sensibilmente la richiesta, ben lontano dagli attuali 40 milioni di sterline. Una cifra difficile da giustificare per un giocatore che Ruben Amorim ha escluso dalle convocazioni già a dicembre, arrivando addirittura a dichiarare che reintegrarlo manderebbe un messaggio talmente sbagliato da preferire – parole sue – “schierare il mio preparatore dei portieri di 63 anni, Jorge Vital”.

    Ma anche mettendo da parte il rapporto incrinato con l’allenatore, resta il rendimento a dir poco deludente: solo sei gol in Premier League nell’ultima stagione, sommando i mesi tra United e Aston Villa, con appena quattro presenze da titolare in campionato agli ordini di Unai Emery. Una media che ha già convinto proprio il club di Birmingham a sfilarsi dalla corsa, così come Barça e Newcastle, e che spingerà verosimilmente altri club a guardare altrove in cerca di soluzioni più vantaggiose.

    Basta guardare cosa ha fatto il Manchester City, che ha appena acquistato Rayan Cherki (classe 2003) per 34 milioni di sterline, o il Chelsea, che ha puntato su Liam Delap – autore del doppio dei gol rispetto a Rashford nella scorsa stagione, pur militando in una squadra retrocessa come l’Ipswich – pagandolo 30 milioni.

    Numeri alla mano, solo nove giocatori sono stati acquistati da club di Premier League per 40 milioni o più nella scorsa estate. A spingere su cifre simili sono stati soltanto Arsenal, Tottenham, Aston Villa, Chelsea e lo stesso Manchester United.

  • Southampton FC v Aston Villa FC - Premier LeagueGetty Images Sport

    POCHI OPZIONI FUORI DALL'INGHILTERRA

    Anche all’estero, l’interesse concreto per Marcus Rashford è ridotto al minimo. In Bundesliga, l’unico club con le possibilità economiche per affrontare un’operazione simile è il Bayern Monaco, mentre in Liga solo le tre big – Real Madrid, Barcellona e Atletico – potrebbero realisticamente permetterselo. In Serie A, invece, la Juventus è l’unica ad aver superato la soglia dei 40 milioni di sterline negli ultimi dodici mesi, investendo su Teun Koopmeiners e Douglas Luiz.

    In Francia, l’unica società con le spalle larghe abbastanza per permettersi Rashford è il Paris Saint-Germain, che in passato ha effettivamente mostrato interesse per l’attaccante dello United. Tuttavia, da un paio d’anni il club parigino ha cambiato strategia: via i grandi nomi a effetto, spazio a giovani talenti francesi. E ora che la Champions League è stata finalmente conquistata – e con autorità – difficilmente il PSG tornerà sui vecchi schemi.

    Va detto che anche un eventuale sconto sul cartellino da parte dello United risolverebbe solo uno dei tanti ostacoli. Il vero nodo resta l’ingaggio: Rashford è tra i dieci giocatori più pagati della Premier League, ma ormai da tempo non rientra tra i primi dieci attaccanti del campionato per rendimento.

    Per le big europee (escluse le solite élite), il suo stipendio è semplicemente fuori portata. Un esempio? Lo scorso gennaio il Borussia Dortmund ha rifiutato la possibilità di prenderlo in prestito proprio a causa dell’ingaggio, nonostante lo United fosse disposto a coprire un quarto dello stipendio.

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  • Boxing In Birmingham - Ben Whittaker v Liam CameronGetty Images Sport

    BASTA ATTEGGIAMENTO DA 'STAR'

    Secondo quanto riportato, Rashford sarebbe disposto a tagliarsi l’ingaggio pur di approdare al Barcellona, ma la realtà è che dovrà rivedere le sue pretese economiche per qualsiasi destinazione europea. Oltre allo stipendio, anche alcune condizioni che sarebbero emerse sui media – come il rifiuto a trasferirsi a Londra o la pretesa di giocare solo in squadre qualificate alla Champions League – sembrano fuori misura rispetto alla situazione attuale.

    L’esperto di calcio europeo Gabriele Marcotti ha fotografato perfettamente il momento dell’attaccante inglese:
    “È molto semplice: il suo stipendio attuale non è sostenibile da nessun club al mondo. In base a ciò che ha fatto vedere in campo, quei numeri non sono giustificati. In più si è pure infortunato a fine stagione. Se sei il Newcastle, puoi anche dire ‘ci piace Rashford’, ma poi ti chiedi: è davvero meglio di quello che abbiamo in rosa? E questo atteggiamento snob, del tipo ‘voglio solo club da Champions’... Ma dai, serve un bagno di realtà!”

    A questo punto, per Rashford si delineano due strade: dare priorità alle ambizioni sportive oppure continuare a inseguire l’ingaggio faraonico che percepisce allo United. Se decidesse di ridurre le sue richieste salariali, potrebbero aprirsi per lui le porte di club impegnati in Champions League e in corsa per i titoli nei top 5 campionati europei.

    Altrimenti, l’unica via percorribile rischia di essere un trasferimento in MLS o nella Saudi Pro League.

  • Garnacho AntonyGetty

    NON SOLO RASHFORD: TUTTI GLI ESUBERI

    La cosa più preoccupante, dal punto di vista del Manchester United, è che Marcus Rashford non è affatto l’unico giocatore difficile da piazzare in questa sessione di mercato. Ruben Amorim ha infatti comunicato anche ad Alejandro Garnacho di trovarsi un’altra sistemazione. L’esterno argentino, però, non ha certo fatto nulla per facilitare le cose: le sue continue uscite sui social rischiano di generare cattiva pubblicità e abbassarne ulteriormente il valore di mercato — se non addirittura scoraggiare del tutto eventuali pretendenti.

    Jadon Sancho, pur non avendo conti in sospeso con Amorim, ha rotto in maniera definitiva con lo United dopo il caso social con Erik ten Hag nel 2023 e il rifiuto di chiedere scusa. Il prestito poco brillante al Chelsea ha raffreddato l’interesse dei club di Premier League, ma potrebbe arrivare un assist inaspettato: il Fenerbahçe di José Mourinho avrebbe avanzato un’offerta per l’esterno inglese, il cui contratto con lo United scade nel 2026.

    E poi c’è Antony. Il brasiliano ha provato a rilanciarsi in prestito al Real Betis, ma la pessima parentesi a Manchester e la prestazione deludente contro il Chelsea nella finale di Conference League hanno lasciato il segno. Ha dimostrato di poter ancora dire la sua in Europa, ma club come il Betis — e altri dello stesso livello — difficilmente potranno permettersi il suo stipendio o anche solo il prezzo fissato dallo United, che nel frattempo è crollato dagli 85 milioni di sterline versati all’Ajax nel 2022 ai 25 milioni richiesti oggi.

    La dirigenza dei Red Devils sperava di incassare fino a 150 milioni di sterline dalla cessione dei quattro esterni fuori dal progetto, soldi fondamentali per rifondare la rosa. Invece, si ritrova ostaggio delle pretese economiche dei giocatori o della loro riluttanza ad accettare un ridimensionamento, magari lasciando i top campionati europei.

    Lo United pensava che la grande sfida dell’estate sarebbe stata convincere i big a unirsi a un club senza coppe europee. Invece, la vera montagna da scalare sembra essere un’altra: riuscire a convincere gli esuberi a fare le valigie.

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