Kalvin Phillips ha lasciato il Leeds United per il Manchester City per inseguire il proprio sogno, ma da allora la sua carriera è diventata un vero e proprio incubo. Sfortuna, infortuni, umiliazioni: negli ultimi anni ha vissuto di tutto. E quando sabato la sua ex squadra arriverà all'Etihad Stadium, è altamente improbabile che l'ex nazionale inglese sieda anche solo in panchina.
Originario di Leeds, Phillips sapeva di voler giocare nei Whites sin dalla prima volta che visitò Elland Road da ragazzo. Ha avuto un'infanzia difficile, cresciuto dalla madre dopo che suo padre era stato in prigione per gran parte della sua infanzia e della sua vita adulta. Phillips era nato in un parto trigemellare, ma aveva perso una delle sue sorelle quando aveva solo un paio di mesi, lasciando sua madre sola ad affrontare il dolore e a provvedere alla famiglia, a volte rinunciando al cibo per poter sfamare i figli.
Phillips passava ogni giorno davanti alla prigione in cui era internato suo padre mentre si recava al campo di allenamento del Leeds, a Thorp Arch, e quando nel 2020 ha aiutato la squadra a conquistare la promozione in Premier League dopo 16 anni d'assenza, suo padre lo ha chiamato per fargli sentire i detenuti che cantavano l'inno del club, "Marching on Together".
Phillips è stato anche in Premier uno dei protagonisti del Leeds, arrivato nono nel 2020/21, guadagnandosi la convocazione nella nazionale inglese. E poi ha giocato tutte e sette le partite dei Three Lions negli Europei dell'estate successiva, finale contro l'Italia compresa. Un anno più tardi, dopo aver aiutato il Leeds a evitare la retrocessione all'ultima giornata di campionato, è passato al City in cambio di 50 milioni di euro circa, diventando il trasferimento allora più costoso nella storia dei Whites.
"Spero che capiate la mia decisione e accettiate che io voglio solo inseguire i miei sogni e mettermi alla prova contro e con le migliori squadre e i migliori giocatori del pianeta" scriveva Phillips ai tempi ai suoi ex tifosi. Ma la sua scelta si è rivelata un clamoroso fallimento. E da allora la sua carriera è in caduta libera, tanto da dover affrontare una dura battaglia anche solo per rimettersi in carreggiata.










